Quirino Conti per “la Repubblica”
quirino conti
In tre avevano deciso di trascorrere le vacanze invernali sulla tempestosa costa atlantica. In un luogo ricercato per astinenze alimentari e spietate cure marine. Insomma, un costoso martirio volontario invece del solito succulento cenone di fine anno. I tre erano quanto di meglio si possa immaginare tra Stile, Editoria e Arte. Con il passare dei giorni, però, le sorprese iniziarono a replicarsi: e un po' per noia, un po' per attitudine alla scoperta, si decise di spezzare quel ritmo sempre uguale con una passeggiata fuori dal dispendiosissimo relais fronte oceano.
Così, in fila indiana, si avviarono verso il villaggio mentre lo scenario scivolava velocemente nel buio. Comunque proseguirono, estasiati dalle architetture e dai giardini.
Sempre disciplinatamente incolonnati e con indosso la più osservante e minimale divisa milanese: sofisticata, pauperistica e senza una virgola che potesse sviare la concettualità di quel tono tanto caratteristico per sottrazione e intelligentissima goffaggine.
Senonché, all'improvviso l'ultimo della fila si trovò in difficoltà. Perdendo persino l'equilibrio su quel sentiero dissestato e nella semi-oscurità, padrona ormai, con il silenzio, di ogni prospettiva. Accorse a sostenere il collega in sciccheria, le altre due si resero conto purtroppo di non averne la forza. Attesero dunque che qualcuno si manifestasse nelle tenebre, così da farsi aiutare.
clochard
Il primo a comparire fu un signore in monopattino: che, trovato persino adorabile su quell'insolito veicolo, si rivelò tuttavia ben poco disponibile e assolutamente non intenzionato a rivestire il ruolo di samaritano. Pressoché alla disperazione, nel vuoto che li stringeva, i tre scorsero all'improvviso due ombre che avanzavano. Una delle due minimalissime signore milanesi corse loro incontro.
Ma non appena fu abbastanza vicina uno, il più alto, colpendosi ripetutamente le tasche - come si usa per indicarne l'assenza di contenuto - e stroncando una richiesta neppure pronunciata, le sibilò sfuggente: "Madame, on n'a pas d' argent!...", avendola confusa - in quella sua eleganza da arte povera - con una mendicante in un gruppo di clochard. "Signora, non ho denaro!..." ripeté; concedendo così al loro essere sobri il massimo dei riconoscimenti.