Marco Giusti per Dagospia
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Allora chi ha vinto la guerra di Natale? Ovvio. Quo Vado di Gennaro Nunziante e Checco Zalone che in 6 giorni ha incassato 37 milioni 235 mila euro, solo ieri 5,8, lasciando tutto il baraccone di Star Wars-Il risveglio della forza con Chewbacca col pelo arruffato, il poro Han Solo pronto al veglione di Capodanno su Rai Uno e la pora Carrie Fisher pronta per Maria De Filippi, a soli 23 milioni 609 mila euro. In pratica 5 milioni di italiani si sono mossi per vedere Checco che fa la pugnetta all’orso polare, e 3 milioni si sono mossi per vedere la nuova banda di Star Wars.
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E non sappiamo quanti hanno deviato su Francofonia di Sokurov. Anche se questo Il risveglio delle forza, detto fra noi, è oggi il primo incasso della storia del cinema americano, non ho detto Bisceglie, con 766 milioni di dollari contro i 760 di Avatar, anche se difficilmente riuscirà a superare Avatar e perfino Titanic negli incassi globali. Sticazzi. Il ponte delle spie di Steven Spielberg, che era un gran bel film, ve lo avevo detto, no?, ha superato nelle feste i nostri cinepanettoni. Ben 8 milioni 403 mila euro. Non era un film facile.
NATALE COL BOSS
Nello scontro fratricida fra il cinepanettone classic con tanto di risveglio delle scorregge e Christian-Ghini in grande spolvero su copione di Brizzi&Martani contro Lillo&Greg più Ruffini&Mandelli vince, a sorpresa, per un pugno di spettatori, 19.551, Natale col boss di Volfango De Blasi, con 7.397.145 euro, contro Vacanze ai Caraibi, con 7.373.934. Aurelio trionfa quindi nella guerra fratricida contro i “ribelli” Gianani-Brizzi-Mieli e il loro cinepanettone classic.
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Bella vittoria, anche se sommando i due incassi arrivi a soli due giorni di programmazione di Quo Vado. Il professor Cenerentolo di Leonardo Pieraccioni è invece fermo poco sotto i 6 milioni di euro. Ma questa è la vita. Scordavo. Più che probabile che con tutto questo trionfo zaloniano il cinema italiano, che spignatta per arrivare a un milioncino d’incasso stia un bel po’ a rosica’.
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Magari una lezione da imparare ci sarebbe, se il cinema comico, e Zalone in particolare, riescono a comunicare col pubblico e loro no, anzi, c’è proprio un rifiuto. Ecco, i produttori italiani si dovrebbero fermare e ragionare sul perché i loro film non arrivino al pubblico. Le storie? I cast sempre uguali? Mah… si apre il dibattito.