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    CONFESSIONI DI UNA BABY SQUILLO – IL RACCONTO DI UNA DELLE CINQUE 16ENNI COINVOLTE NEL GIRO DI PROSTITUZIONE MINORILE A BARI: “ALL’USCITA DI SCUOLA LA MIA COMPAGNA MI PROPOSE DI PROSTITUIRMI CON LEI. MI DISSE CHE AVREBBE FATTO TUTTO LEI E IO DOVEVO SOLO STARE LÀ. SE GLI UOMINI VOLEVANO PRESTAZIONI CON ENTRAMBE CHIEDEVA 200 EURO, CON UNA 100. LE PRESTAZIONI DURAVANO 10 MINUTI” – LA MADRE DI UNA DELLE RAGAZZINE, CHE AAVEVA SCOPERTO TUTTO, ERA STATA PAGATA PER NON DENUNCIARE – I RICATTI CON LE FOTO INTIME DA PARTE DEL “PROTETTORE” PER FARSI DARE I SOLDI...


     
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    1 - I RACCONTI DELLE ESCORT 16ENNI “RICATTATE CON LE FOTO INTIME DOVEVAMO PORTARE LE AMICHE”

    Estratto dell’articolo di Chiara Spagnolo per “la Repubblica”

     

    BABY SQUILLO BABY SQUILLO

    «Lui fissava gli appuntamenti tramite messaggi, ma a volte i clienti chiamavano per sapere se le foto che pubblicava corrispondevano alla realtà, allora rispondevo io o la mia amica e ci facevamo vedere in intimo per dimostrare che eravamo reali». Nel racconto di una delle sedicenni coinvolte nel giro di prostituzione a Bari c’è la sintesi di un sistema perfettamente organizzato per fare soldi.

     

    Quello che il giudice Giuseppe Ronzino ha definito «inquietante giro» nell’ordinanza di custodia cautelare (con cui ha fatto finire sei persone in carcere, due ai domiciliari e due con obbligo di dimora), parlando di «modalità imprenditoriali raffinate».

     

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    A raccontarle sono state tre delle cinque studentesse individuate come vittime dei reati di sfruttamento e induzione alla prostituzione minorile e atti sessuali con minori, durante gli ascolti protetti avviati dai poliziotti con l’ausilio degli psicologi, nell’inchiesta avviata dopo la denuncia di due mamme.

     

    […]

     

    «In quella circostanza c’era anche un’altra minorenne — prosegue il verbale — mi raccontò che le sorelle De Vito (Federica è stata arrestata, ndr ) pagavano la madre per non farle raccontare nulla alla polizia». Delle incursioni delle escort fuori Puglia, ci sono tracce nelle intercettazioni, in cui si parla di prestazioni veloci nei night al costo di 50 euro.

     

    Le minori, invece, venivano fatte prostituire in alberghi e b&b tra Bari, Monopoli e Trani. I clienti erano facoltosi e ciò veniva usato come esca da parte di coloro che li mettevano in contatto con le ragazzine.

     

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    «Il 21 maggio ero al mare con un’amica quando Basile (Nico, anche lui finito in carcere, ndr ) mi chiamò da telegram per dirmi che c’era un suo amico ricco, che giocava a carte, che mi voleva incontrare. Mi venne a prendere da mare con la sua Bmw nera e mi portò al b&b, poi arrivò F. e prima del rapporto mi diede 3-400 euro. Nico gli aveva detto che ero una studentessa di Milano. Quel giorno mentii a Nico sulla cifra ricevuta, perché quella pattuita era 200 euro e lui anche sui 200 euro voleva una cifra superiore ai 50 euro».

     

    Tali accuse sono state negate da Basile nel corso dell’interrogatorio, nel quale ha detto di avere avuto rapporti sessuali con la sedicenne ma «consenzienti e senza compenso» e di non aver svolto alcun ruolo negli incontri con altri uomini.

     

    Ma la storia raccontata dalla ragazza è molto diversa: «Una volta, in seguito a una lite per la spartizione dei guadagni, mi minacciò di far vedere foto mie in abiti succinti ad altre persone. Anche altre volte mi ha ricattata in questo modo».

    L’uomo avrebbe fatto entrare nel giro anche compagne di classe della giovanissima: «Quando vedeva le storie con amiche che pubblicavo su Instagram, se a lui piacevano mi chiedeva di portarle».

     

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    Cosa effettivamente accaduta, come ha raccontato una seconda studentessa: «All’uscita di scuola la mia compagna mi propose di prostituirmi con lei per guadagnare dei soldi. Io risposi di no ma lei mi disse che non dovevo fare niente, che avrebbe fatto tutto lei e io dovevo solo stare là. Andammo a un appuntamento con Nico che ci portò in un b&b, subito dopo arrivarono le chiamate sul telefono che era dedicato.

     

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    Quando arrivavano gli uomini, dai venti anni in su, lei apriva la porta: se volevano prestazioni con entrambe chiedeva 200 euro, con una 100. Le prestazioni duravano 10 minuti. Quel giorno vennero due-tre clienti, che lasciarono i soldi sul tavolo. Alcuni chiedevano la nostra età ma lei mi disse di dire che avevamo 18-20 anni. Mi diceva di stare tranquilla, perché senza fare nulla avremmo guadagnato».

     

    2 - LE 16ENNI SFRUTTATE AI MAGISTRATI: «CON I CLIENTI NEGLI ORARI DI SCUOLA»

    Estratto dell’articolo di Nicolò Delvecchio per il “Corriere della Sera”

     

    POLIZIA - BARI POLIZIA - BARI

    «Probabilmente il primo giorno che andammo all’appartamento era di lunedì, ricordo che loro mi raccontarono che l’appartamento era affittato per tre giorni. Il secondo giorno che andai all’appartamento eravamo uscite prima da scuola probabilmente per un’assemblea sindacale...».

     

    A parlare in audizione protetta agli psicologi è una ragazza di 16 anni di Bari, per un periodo finita in quel giro di prostituzione minorile che, lunedì, ha portato agli arresti di otto persone (sei in carcere, due ai domiciliari) per aver indotto, favorito, sfruttato, gestito ed organizzato la prostituzione di tre minorenni.

     

    La ragazza che parla in questo caso non è una delle tre, ma è una che, ascoltata, ha fornito elementi utili agli inquirenti per ricostruire il ruolo di Nicola Basile, 25enne figlio di un poliziotto finito in carcere due giorni fa.

     

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    Da Procura e squadra mobile è considerato il «protettore» di una delle 16enni, Daniela (nome di fantasia, ndr ), con cui avrebbe diviso i guadagni minacciandola, altrimenti, di pubblicare sue foto compromettenti. […]

     

    Le indagini, comunque, sono partite dalla denuncia della madre di Daniela che, aiutata dal marito, ha aiutato gli inquirenti a ricostruire la rete delle quattro «Squad girls» (per la 21enne Antonella Albanese, che ha ammesso di essersi prostituita con Daniela ma non di gestirne le attività, il carcere è stato sostituito con i domiciliari) e di Basile. E proprio in questo senso si inserisce il particolare incontro tra il padre di Daniela e Marilena Lopez, escort e da lunedì in carcere.

     

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    Avendo saputo che l’uomo era venuto a conoscenza delle attività della figlia, aveva deciso di incontrarlo per «liberarsi da ogni responsabilità», come scrive il gip, e scaricare tutto su Basile: «Questo da fare le truffe (il 25enne è indagato a Nuoro per delle truffe online, ndr), si è trovato a voler fare il magnaccia, che è una cosa a dir poco schifosa e squallida... un conto è che due amiche lavorano insieme... si dividono il guadagno... si divide in due e ci può stare. Ma quello che sta facendo Nico è veramente squallido».

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