Estratto dell'articolo di Chiara Ugolini per www.repubblica.it
rachel brosnahan golden globe per marvelous mrs maisel
Rachel Brosnahan prima di incontrare La fantastica signora Maisel aveva girato sedici film e quattordici show. Eppure è senza ombra di dubbio l'incontro con la giovane signora della buona borghesia ebraica nella New York di fine anni Cinquanta diventata talento della stand up comedy ad aver cambiato la sua carriera e la sua vita.
Cinque stagioni, due Golden Globe, due Critics' Choice Award, un Premio Emmy e due Screen Actors Guild Award dopo l'attrice americana, 32 anni, si prepara a dirle addio con l'ultima stagione dal 14 aprile su Prime Video. […]
marvelous mrs maisel
Ha passato molti anni in compagnia di Midge Maisel. Come ha cambiato il personaggio e come il personaggio ha cambiato lei?
"Mi piace pensare che lei mi abbia fatta diventare un po' più coraggiosa. È una donna che non si fa intimidire da niente, qualsiasi montagna si trovi davanti da scalare non importa quanto sia alta, lei ce la farà. Diciamo che io non sono proprio così. Per cui spero che a forza di interpretarla sia riuscita a conquistare un po' della sua fiducia in se stessa, del suo coraggio e portarlo con me. […]"
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Amy Sherman ci ha raccontato che ha preso l'ispirazione per questa storia dalla figura di suo padre ma poi ha scelto di trasformare il personaggio in una donna. Come questo cambiamento ha radicalmente trasformato la serie?
"Per tanto tempo la storia è stata raccontata dagli uomini sugli uomini e per gli uomini. Quindi è piuttosto radicale per una donna come Amy parlare di questa epoca della commedia americana attraverso lo sguardo di una donna. Una donna che scopre la commedia per la prima volta per un pubblico che, nonostante sia composto anche da tantissimi uomini, è principalmente un pubblico femminile. È qualcosa che si vede raramente".
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Che cosa la fa ridere?
"Io rido abbastanza facilmente e spesso. E rido per ragioni molto diverse. Credo di avere un senso dell’umorismo piuttosto infantile: mi piacciono gli scherzi anche quelli scatologici, mi fanno ridere quelli che cascano e si inciampano da soli… gli animali. Ma anche chi ti bussa alle spalle per chiederti toc toc, chi è? Sono lo spettatore ideale per ogni show comico…"
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Qual è stato il momento più difficile di questo lungo viaggio e quello che le ha dato più soddisfazione?
"In qualche modo sia l'inizio che la fine sono stati il momento migliore e peggiore. All'inizio è stata dura perché avevo veramente tanta paura di tutto: non avevo mai fatto commedia prima, non avevo assolutamente idea di come farla e come ne sarei venuta fuori. Ero così agitata, preoccupata di deludere tutti quelli che avevano creato questa serie brillante però è stato anche il momento di maggiore soddisfazione perché ce l’abbiamo fatta. Ho avuto l'opportunità di provare cose che non avrei mai pensato di essere in grado di fare e fin dalla prima puntata sono stata molto orgogliosa di quello che abbiamo fatto. Anche il finale è così[…]".
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Quando si è resa conto che la sua vita sarebbe stata la recitazione?
"Ho capito che volevo recitare piuttosto presto. Ero una bambina molto timida, sempre con la testa nei libri, ero innamorata delle storie e del piacere di raccontarle. Credo che mentre recitavo la parte dell’albero numero tre alla recita della mia scuola materna nell’annuale produzione di Cappuccetto rosso che ho capito che quello che avrei voluto fare nella vita era l'attrice. […]".
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