1. ASCOLTI RADIO. NEL PRIMO SEMESTRE 2019 ASCOLTATORI IN LIEVE CRESCITA
Articolo a cura di Giorgio d'Ecclesia per https://www.radiospeaker.it/
Usciti nelle ultime ore i risultati delle indagini di ascolto delle radio relativi al primo semestre 2019.
Per la precisione i dati si riferiscono alle rilevazioni effettuate tra il 15 gennaio ed il 10 giugno 2019 (5 mesi in realtà).
lorenzo suraci rtl
Rispetto al primo semestre 2018, dove c'era stato un crollo generale c'è una leggera risalita di quasi tutte le emittenti.
Vediamo come al solito la nostra tabella con i dati in valore assoluto relativi agli ascolti delle singole emittenti nazionali.
Dal grafico ci sono alcune situazioni che balzano all'occhio, alcune in positivo, altre in negativo come ad esempio Radio Rai 1 che continua a perdere nel 1° semestre da almeno cinque anni consecutivi:
1° semestre 2015: 4.203.000 ascoltatori
1° semestre 2016: 4.173.000 ascoltatori
1° semestre 2017: 3.930.000 ascoltatori
1° semestre 2018: 3.784.000 ascoltatori
1° semestre 2019: 3.667.000 ascoltatori
La discesa continua da due anni anche per RDS che nel primo semestre ha perso altri duecentomila ascoltatori circa, che si vanno ad aggiungere ai 60 mila persi nel primo semestre 2018 e l'andamento negativo continua anche per Radio 105 che aggiunge agli oltre 200 mila ascoltatori persi nel primo semestre 2018 altri 142 mila ascoltatori in meno in questo primo semestre 2019.
Ci sono altrettanti casi che risaltano in positivo, è il caso di Radio Freccia che sfonda la quota del milione di ascoltatori facendo un balzo in avanti di quasi 200.000 unità arrivando a toccare quota 1.186.000 ascoltatori e cominciando a mordere le calcagna di radio con una storia ben più lunga.
ROBERTO SERGIO
Sale di un gradino nella classifica anche Virgin Radio che accumula altri 222.000 ascoltatori e scavalca Radio2 Rai, così come Radio 24 che continua la sua ascesa verso la vetta restando entrambe a pieno titolo tra le prime 10 emittenti radiofoniche più ascoltate d'Italia.
Non mi sento di sbilanciarmi troppo per M2o, la quale ha vissuto una fase di cambiamento radicale a partire dal 1° Aprile 2019, pertanto i dati positivi potrebbero essere frutto ancora del lavoro della vecchia squadra (quasi sicuramente); resta però sopra la sorella maggiore, Radio Capital, che non riesce ancora a recuperare terreno nella corsa verso il podio.
Per il resto il quadro generale resta pressocchè invariato senza grossi scossoni alla classifica e al trend degli ultimi anni.
Questo articolo, scritto di getto sorseggiando un buon caffè americano potrebbe essere modificato nel corso della giornata, quindi se vi capita di ripassare o di lasciare un commento che possa farmi notare altri dettagli, siete i benvenuti.
2. I COMMENTI DEGLI EDITORI
Rtl 102.5
RTL 102.5 mantiene l’assoluta leadership della radio italiana: a confermarlo l’ultima rilevazione TER relativa al primo semestre 2019 diffusa in data odierna. Con 7.508.000 ascoltatori nel giorno medio stacca di oltre due milioni il secondo network e conferma la leadership anche nel quarto d’ora e nei sette giorni. Ottimi anche i risultati complessivi del gruppo, in particolare Radiofreccia fa segnare un eclatante incremento del 20% rispetto al periodo omologo del 2018 nel giorno medio e nei sette giorni, del 28% nel quarto d’ora.
DANIELE SURACI
“Siamo molto soddisfatti di confermare ancora una volta il primato assoluto di RTL 102.5 che si dimostra la radio degli italiani – dichiara il Presidente di RTL 102.5 Lorenzo Suraci – in particolare vorrei sottolineare anche l’eccezionale risultato del nostro gruppo ; Radiofreccia che continua a registrare l’incremento percentuale più alto tra le radio, e la conferma delle scelte fatte sul format di Radio Zeta, a testimonianza della bontà di entrambi i progetti che hanno allargato e diversificato l’offerta del gruppo nei confronti degli ascoltatori e del mercato pubblicitario. Continueremo a lavorare per poter offrire ai nostri ascoltatori prodotti sempre all’altezza del nostro standard”.
Radio Mediaset
RadioMediaset (Radio 105, Virgin Radio, R101, Radio Monte Carlo, Radio Subasio), cui fanno capo le attività radiofoniche del Gruppo Mediaset, si conferma primo Gruppo radio nazionale con il 17.9% di ascoltatori nel Quarto d’ora medio dalle ore 6 alle ore 24 (in crescita rispetto al 17.6% del primo semestre 2018) e il 36.9% di ascoltatori nel giorno medio ieri (in crescita rispetto al 36.6% del primo semestre 2018).
Gedi
eduardo montefusco
Deejay: registra la migliore performance tra le maggiori emittenti e torna al 3° posto nella graduatoria sia nel giorno medio (con circa 5,2 milioni di ascoltatori, pari al +5% rispetto al Semestre precedente) sia nel quarto d’ora medio (457 mila ascoltatori, +3%). La forza della radio e del suo brand continua ad essere confermata dalla grande partecipazione del pubblico agli eventi organizzati da Deejay, come dimostra il recente Party Like a Deejay, la festa unica nel suo genere che per un’intera giornata ha raccolto 35 mila persone paganti all’Expo di Milano aperto in esclusiva per l’occasione. E ancora i primati digital del sito (il più visitato delle radio Italiane), i 2,1 milioni di like su Facebook, i 2,3 milioni di follower su Twitter e i 700.000 su Instagram.
Linus: “Che dire, questo 2019 continua a farmi commuovere! Dopo il successo pazzesco della nostra festa all’ex Area EXPO (35mila paganti, lo scorso 22 giugno), ora anche questi splendidi risultati di ascolto. Sia sul giorno medio sia sull’Aqh. Sono molto contento.”
Capital: continua la crescita dell’Aqh (137mila, pari al +1,5% rispetto al Semestre precedente e al +3% rispetto al Semestre omologo 2018) mentre stabile il valore del giorno medio con circa 1,54 milioni di ascoltatori.
Massimo Giannini: “In un anno di grandi trasformazioni, Radio Capital rafforza il suo profilo puntando sull’informazione, sull’approfondimento e sulla grande musica. Nella nuova stagione continueremo su questa strada: mai come oggi c’è bisogno di qualità, e la qualità alla fine paga sempre.”
roberto sergio foto mezzelani gmt013
m2o: la crescita dell’Aqh (132 mila ascoltatori), pari al +20%, è la più alta tra le emittenti nazionali e quella del giorno medio è del +7% con quasi 1,7 milioni di ascoltatori. Un andamento molto positivo a pochi mesi dall’avvio del nuovo progetto editoriale sotto la gestione di Albertino come direttore artistico e conduttore di punta della nuova m2o. L’emittente ha da subito riscontrato un’accoglienza positiva da parte del pubblico; restyling e rinnovamento della confezione della radio sono stati apprezzati dal mercato pubblicitario che già mostra segnali positivi.
Albertino: “Gli esperti mi avevano detto che quando si riparte da zero la previsione è di perdere un po’ di ascoltatori. E invece questi risultati sono davvero straordinari e questo è il più bel regalo che potevate farmi, visto che il 7 agosto sarà il mio compleanno. Aspetto altri regali!”
RDS
Presidente Eduardo Montefusco: “Il dato 5 milioni 444.000 testimonia il consolidamento e rafforzamento di leadership e rapporto tra l’utente ascoltatore e RDS. Inoltre conferma un apprezzamento per il palinsesto, la programmazione musicale 100% Grandi Successi e il coinvolgimento dei nostri conduttori – dichiara il Presidente RDS Eduardo Montefusco – i dati TER sono nella direzione di quanto già riscontrato sulle altre piattaforme multimediali e multicanali: forza del brand, crescita della fidelizzazione, credibilità dell’informazione con gli approfondimenti in cento secondi. Il risultato nasce dalla determinazione e dal grande lavoro da parte dei manager, dei team e collaboratori che lavorano con grande passione per creare il miglior ecosistema: un oasi di svago, divertimento e grande musica.
ALBERTINO CECCHETTO E LINUS
2. RADIO, I DATI TER DI ASCOLTO DEL 1° SEMESTRE: CALANO MOLTI BIG. ROBERTO SERGIO: RAI DANNEGGIATA, RILEVAZIONE INADEGUATA
Per Roberto Sergio, direttore di Radio Rai, i nuovi dati Ter-Tavolo Editori Radio sull’ascolto radiofonico del primo semestre dell’anno sono stati la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso.Dati che peraltro, nel confronto con il primo semestre 2018, evidenziano un calo generale dei big ad esclusione degli andamenti flat di Deejay e Radio Italia. Mentre tra le altre nazionali bene Virgin, Radio 24 e R101, m20 e Radiofreccia.
“Da tempo Rai esprime insoddisfazione su diversi aspetti metodologici della ricerca Ter”, spiega Roberto Sergio a Primaonline, “finora, pur esprimendo chiaramente le nostre perplessità, abbiamo mantenuto una linea di supporto a Ter per puro spirito di squadra e di coerenza con il progetto di una ricerca condivisa. Oggi, alla luce delle incongruità che si sono riscontrate tra i diversi istituti coinvolti e delle costanti difficoltà di monitoraggio soprattutto nei week end, riteniamo non più sostenibile una ricerca che non rende onore al panorama della radio in Italia”.
Così Rai Radio ha chiesto formalmente al presidente di Ter, Marco Rossignoli, di avere i dati disgiunti rilevati dai singoli istituti per poterne verificare eventuali dissonanze e criticità. “Una ricerca non all’altezza”, prosegue Sergio “dell’investimento quotidiano da parte di tutte le radio e di Rai in primis in termini di contenuti e tecnologie”.
ALBERTINO
Al centro della denuncia di Sergio c’è la metodologia Ter che penalizzerebbe la radio pubblica fortemente limitata sul fronte della comunicazione rispetto ai competitor. “Rai è danneggiata da una ricerca Cati che non misura l’effettivo ascolto ma che è fortemente influenzata dalla notorietà dei brand. Per un’azienda come la nostra, che ha fatto la chiara scelta di investire sui contenuti prima che sulla comunicazione, in linea con il ruolo di servizio pubblico, questo è fortemente penalizzante. Gli investitori pubblicitari, che da sempre dimostrano una intelligenza che va oltre i dati Ter, sapranno ancora una volta riconoscerci come partner strategico per le loro campagne”, dice il direttore di Radio Rai che puntualizza così le contestazioni nei confronti di Ter:
• Diversamente da quanto avviene in tutte le altre currency, in RadioTer non è rappresentato il mercato pubblicitario, in netto contrasto con quanto rimarcava AgCom già nel 2017 con la delibera 236: “è auspicabile che TER preveda la presenza nel proprio CdA e nel proprio Comitato Tecnico di un numero di rappresentanti della componente pubblicitaria del mercato tale da bilanciare la presenza delle emittenti radiofoniche nazionali e locali”
• RadioTER è l’unico caso in cui tre Istituti lavorano sulla stessa ricerca, con due di questi, GFK e IPSOS, che si dividono a metà le 120.00 interviste dell’indagine principale, lavorando con software diversi e adottando approcci diversi nella conduzione delle interviste. Con disallineamenti e incongruenze facilmente prevedibili
intervento di massimo giannini (2)
• Le interviste, esclusivamente telefoniche, si basano sul ricordo, sulla ricostruzione dell’ascolto per ogni emittente nazionale (17) e locale (260) e si fondano su un questionario estremamente articolato, con numerosi rimandi interni ed elevati rischi di approssimazione, errore, deroga, e una durata dell’intervista assai variabile. Questo favorisce le emittenti con una programmazione poco variegata e che beneficiano di una esposizione televisiva sistematica in grado di elevarne anche se impropriamente il livello di memorabilità. Al contrario, penalizza le radio con una programmazione composita e ricca di contenuti. L’uso ormai prevalente del telefono cellulare rende sempre più difficile raggiungere gli intervistati. Inoltre, la metodologia Cati risulta non in linea con le moderne abitudini di ascolto (ascolto online e on demand, da device digitali mobili o domestici) che necessiterebbero, a integrazione, di strumenti di rilevazione più puntuali.
• Ter adotta una modalità di campionamento che aumenta il peso delle province più piccole, “prestando” loro una quota aggiuntiva di interviste che vengono tolte dalle province più ampie: si produce così in molte province un numero di casi fortemente diverso da quello che verrebbe prodotto con un campionamento proporzionale. Lo scostamento tra il campione finale di TER e quello che sarebbe un campione proporzionale determina differenze percentuali che spesso superano, anche abbondantemente, il 50%.