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    RAFFAELE CAIAZZO, IL 44ENNE CHE A SANT’ANTIMO, IN PROVINCIA DI NAPOLI, HA UCCISO LA NUORA E IL GENERO, CONVINTO CHE AVESSERO UNA RELAZIONE, HA AMMESSO IL PRIMO OMICIDIO, MA SOSTIENE DI NON RICORDARE NULLA DI QUELLO CHE È SUCCESSO DOPO - DEVASTATO DALL’IDEA DELLO SCUORNO, DELLA VERGOGNA FAMILIARE, CAIAZZO AVEVA LITIGATO CON IL FIGLIO, CHE L’AVEVA MINACCIATO DI NON FARGLI VEDERE PIÙ I NIPOTI – I PROBLEMI DI DROGA E LA DINAMICA DEI DUE AGGUATI - PICCOLO DETTAGLIO: SANT’ANTIMO È LA CITTÀ DI ORIGINE DI GIULIA TRAMONTANO, LA RAGAZZA UCCISA DA ALESSANDRO IMPAGNATIELLO A MILANO…


     
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    1. COGNATI UCCISI DAL SUOCERO, LI ACCUSAVA DI AVERE UNA RELAZIONE

    Estratto dell’articolo di Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”

     

    raffaele caiazzo raffaele caiazzo

    Raffaele Caiazzo era convinto che Luigi e Maria Brigida, cioè suo genero e sua nuora, avessero una relazione sentimentale. Vedeva i suoi figli traditi dai rispettivi compagni di vita, e per lui questa era la cosa peggiore che potesse capitargli in famiglia.

     

    Raffaele non si è posto il dubbio che potesse non essere. Nonostante entrambi i figli gli avessero dato più volte del bugiardo e lo avessero minacciato di non fargli vedere più i nipoti se non l’avesse fatta finita con questa fissazione. Lui ha soltanto deciso che Luigi Cammisa, 29 anni, e Maria Brigida Pesacane, 24, dovevano morire. E li ha ammazzati. Ieri alle 7.30 si è presentato a casa del figlio, in via Caruso a Sant’Antimo, il paese di Giulia Tramontano, la ragazza al settimo mese di gravidanza uccisa in provincia di Milano dal convivente, Alessandro Impagnatiello.

     

    uomo uccide genero e nuora a sant antimo napoli 3 uomo uccide genero e nuora a sant antimo napoli 3

    Quando Caiazzo arriva suo figlio non c’è, è già uscito per andare a lavorare. C’è Maria Brigida e ci sono i suoi due bambini di 4 e 2 anni, che ancora dormono. Almeno non assistono alla scena: Raffaele che estrae una pistola e fa fuoco ripetutamente contro la nuora. Poi se ne va, senza pensare ai nipotini.

     

    Raggiunge a piedi la vicina Piazza Sant’Antonio, dove sa che dovrà passare Luigi Cammisa. Pochi minuti prima anche lui era in compagnia dei figli piccoli. Ora li ha lasciati a scuola e si sta avviando al lavoro. Fa il muratore, come anche il marito di Brigida, e da casa ha portato un panino che conta di consumare in cantiere nell’ora di spacco. Quel fagotto cade a terra prima di lui, appena il suocero comincia a sparare. Una, due, tre volte.

     

    luigi cammisa luigi cammisa

    Caiazzo […] Per qualche ora se ne va in giro, probabilmente senza nemmeno avere una direzione da prendere. Poi si presenta in caserma dai carabinieri. Ha poco da spiegare, gli inquirenti sanno già tutto, e lui sa di non avere argomenti per provare a proporre una versione alternativa. Raffaele va in carcere, a 44 anni e con la prospettiva di restarci a lungo. Sant’Antimo invece va in piazza, la sera, per una fiaccolata in ricordo di Giulia. Volevano rinviarla, poi il sindaco ha deciso che c’era un motivo in più per farla

     

    2. COGNATI UCCISI A SANT'ANTIMO, ARRESTATO IL SUOCERO: «ERANO AMANTI, MA HO AMMAZZATO SOLO LUI»

    Estratto dell’articolo di Giuseppe Crimaldi per www.ilmattino.it

     

    […] il 44enne Raffaele Caiazzo […] davanti al pm della Procura di Napoli Nord Lojodice […]  è subito apparso confuso. Ha ammesso il primo omicidio, sostenendo di non ricordare nulla di quello che è successo dopo.

     

    maria brigida pesacane maria brigida pesacane

    Scavando nel passato di quest’uomo devastato dall’idea dello scuorno - di una vergogna insostenibile di fronte a una relazione tra cognati della sua famiglia (sospetto che con ogni probabilità non trova alcun fondamento) - si trova solo qualche piccolo precedente che risale addirittura a quando era minorenne: «Ma io - ha detto agli inquirenti - i problemi con la droga ho cominciati ad averli già a 12 anni...».

     

    Ha dunque ammesso di aver sparato al genero, dichiarando di avere la mente piena di ombre su ciò che ha fatto successivamente. Ma poi ha fornito quella che è quasi sicuramente la chiave di volta di tutto: «Ieri sera (mercoledì, ndr) ho avuto l’ennesima discussione con mio figlio. Io so che “quei due” avevano un rapporto, ma la mia famiglia non mi ha mai voluto dare ascolto - ha detto Caiazzo - Eppure io Luigi l’ho visto tre volte salire a casa di Maria... ma loro non mi ascoltavano: e ieri sera mio figlio mi ha minacciato: “Papà, se non la finisci con queste paranoie, se continui a insinuare queste falsità, allora io non ti faccio vedere più i nostri figli!”».

    raffaele caiazzo raffaele caiazzo

     

    Ecco, il corto circuito nella mente già confusa dell’assassino sarebbe scattato di fronte al rischio di perdere i nipotini. Ma quell’ennesimo rimprovero, anziché portarlo a ragionare, lo ha indotto a chiudere i conti a modo suo. Con la pistola, per punire i presunti fedifraghi. […]

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