NOVE FANTASTICI SECONDI DI BERDINI
Mattia Feltri su Facebook
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Vi regalo altri nove secondi del colloquio fra Federico Marcello Capurso e Paolo Berdini. Ascoltateli ma intanto ecco la sbobinatura: "Mo' fa' conto quello che penso io, che rimane veramente fra noi, poi lo utilizzi: un anonimo che ti ha detto... Cioè questi erano amanti". Siamo al minuto 1:08. E si dimostrano due cose. 1) Berdini sapeva benissimo da subito che stava parlando con un giornalista, gli stava parlando direttamente perché lui sentisse. 2) Gli parlava perché voleva che le notizie uscissero. Credeva di usare un giornalista per sputtanare il suo sindaco: "Poi lo utilizzi... un anonimo che ti ha detto".
PAOLO BERDINI
Ed è la parte in cui Berdini sta parlando delle relazioni sentimentali di Raggi. Nove secondi utili a capire che Berdini continua a raccontare "fatti alternativi": nell'intervista di ieri a Repubblica sosteneva di aver scoperto alla fine che Capurso è un giornalista e che comunque era una confidenza. Bella confidenza.
QUELLO CHE AVEVA SCRITTO PRIMA MATTIA FELTRI SU BERDINI-CAPURSO-RAGGI
Qualche appunto su Paolo Berdini, Federico Capurso e La Stampa.
VIRGINIA RAGGI
Federico Capurso è un giovane collaboratore della Stampa: sta imparando il mestiere da noi da qualche mese, e mi pare che lo stia imparando alla svelta. Qualche sera fa di sua iniziativa va a un incontro in periferia in cui c'è l'assessore Berdini, ne aspetta la fine, intercetta Berdini, si presenta, dice il suo nome e per che testata lavora e comincia a porgli domande di politica. Intanto registra.
Non lo fa per tendere una trappola, lo fa per non commettere errori: per essere in grado di riportare bene le frasi dell'interlocutore. E' agli inizi, non può permettersi stupidaggini. Forse la cosa andrebbe codificata meglio, ma è una pratica diffusissima da quando registrare è diventato così facile. Comunque è un dettaglio, perché Capurso e Berdini non si erano mai parlati prima. Che cosa spinge Berdini a lasciarsi andare in quel modo con un giornalista, a dire le peggio cose del sindaco? Secondo me, come si dice in questi casi, la fa fuori dal vaso, ma tant'è.
PAOLO BERDINI
Capurso scrive il colloquio (non intervista: l'intervista si concorda, scrive un colloquio, e cioè in gergo una rapida chiacchierata). L'indomani, a colloquio in pagina, Berdini perde la testa. Dice di non conoscere Capurso, lo insulta pesantemente, gli dà del delinquente, del disonesto, dice che gli è stata testa una trappola, che Capurso ha origliato. Qui alla Stampa decidiamo di non pubblicare l'audio, comunque, perché l'audio c'era per riportare correttamente le parole di Berdini, non per sputtanarlo.
Berdini va da Raggi, ne esce con quelle dimissioni vaghe e ricomincia ad attaccare il giornale, aizzando i linciatori del web che minacciano pesantemente Capurso. A quel punto decidiamo di mettere l'audio per dimostrare la buona fede del giovane collaboratore.
SALVATORE ROMEO E VIRGINIA RAGGI
E dall'audio si evince che 1) Berdini sa benissimo di parlare con un giornalista (alla fine gli chiede se è precario) 2) Capurso non si limita ad ascoltare, interviene, domanda. Se Berdini non sapeva chi fosse Capurso perché gli risponde più volte? 3) Se Berdini non voleva affidare il suo pensiero al un giornalista, bastava non fermarsi a parlare con lui. Che cosa pensa, di confidarsi con un giornalista? Che sostiene di non conoscere?
Dunque la reazione di Berdini è a dir poco desolante. Per salvarsi, lui che ha un'età e un ruolo, accusa un giovane giornalista, racconta bugie, arriva al limite (e forse oltre) della diffamazione, cerca di scatenare contro il giornalista e il giornalismo tutti i peggiori pregiudizi e le più pericolose rabbie. Una prova che sa di soperchieria e vigliaccheria e totale irresponsabilità.
SALVATORE ROMEO E VIRGINIA RAGGI
Tutto questo dentro la giunta di un Movimento che propugna il massimo della trasparenza. Forse qualcuno ci dovrebbe delle scuse, e soprattutto a Capurso, ma non le avremo e in fondo importa poco. La Stampa oggi compie 150 anni, abbiamo ben altra storia.