Estratto dell'articolo di G. Gan. per “La Verità”
FILIPPO GAUDENZI
Una sentenza piomba sulle scrivanie dei vertici Rai come un macigno. Il Giudice del lavoro di Roma, accogliendo un ricorso, ha decretato che i vicedirettori a fine mandato fiduciario non potranno più essere parcheggiati in attesa di un destino, come fantasmi nel limbo, ma dovranno essere presto reintegrati con «mansioni da caporedattori o con mansioni a essi equivalenti tramite la redazione di tre proposte concrete e delineate nei contenuti, all’altezza della professionalità degli stessi».
La decisione è una specie di «sentenza Bosman» applicata all’azienda di Stato e arriva a cancellare la figura mitologica del vicedirettore in parcheggio, accantonato con stipendio ma senza incarichi perché affine alle sensibilità di una precedente gestione. Il caso specifico riguarda il ricorso di Filippo Gaudenzi, vicedirettore di lungo corso, punto di riferimento per anni della redazione del Tg1, messo da parte dalla direttrice Monica Maggioni poco dopo il suo arrivo.
monica maggioni speciale tg1
Fu uno dei primi terremoti della sua gestione, che avrebbe toccato anche Francesco Giorgino, Laura Chimenti, Maria Luisa Busi ed Emma D’Aquino con differenti destini. Dopo un anno senza un ruolo e con promesse ritenute vaghe (trasferirsi allo Sport, gestire programmi mai partiti) Gaudenzi ha fatto ricorso e lo ha vinto, costringendo la Rai a prendere atto della necessità di proporre alternative concrete ai dipendenti e soprattutto consone alla loro conclamata professionalità. La sottolineatura delle «tre proposte in un arco temporale ridotto» è in linea con una precisa indicazione sindacale dell’Usigrai.
fuortes
La sentenza è considerata rivoluzionaria perché apre la porta ad analoghi ricorsi per situazioni molto simili.
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A Raisport la tensione è alle stelle fra la direttrice, Alessandra De Stefano, e la redazione di Milano, che si sentirebbe discriminata: nessun vicedirettore è stato nominato a Milano negli ultimi 20 anni, fra i 30 professionisti c’è una continua riduzione di graduati (un solo caporedattore mentre nel 2018 erano cinque) e le scelte redazionali sarebbero sempre orientate a privilegiare i colleghi romani, in prima linea anche nel seguire Inter e Milan. A peggiorare il clima ci sarebbe una gaffe digitale di De Stefano che avrebbe indirizzato per sbaglio una mail a tutti i giornalisti con un suo apprezzamento poco istituzionale nei confronti del delegato sindacale
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alssandro de stefano