FEDERICO RAMPINI
La propaganda social di Matteo Salvini ha coinvolto anche Federico Rampini: i canali del ministro dell'interno hanno condiviso un intervento televisivo del giornalista di Repubblica, da anni corrispondente dagli Stati Uniti, tutt'altro che vicino alle idee leghiste.
FEDERICO RAMPINI LA NOTTE DELLA SINISTRA
In un'intervista a Radio Capital, Rampini rigetta l'accostamento: "Non credo che Salvini abbia mai letto neanche una riga dei miei libri. La sua condivisione social non mi ha fatto effetto, mi lascia indifferente. Non è a lui che mi rivolgo quando scrivo", spiega il giornalista, "ma alla mia sinistra, la famiglia politica alla quale appartengo, e che vorrei vedere svegliarsi da un lungo torpore e aprire gli occhi davanti agli errori che ha fatto. Non mi sembra che questo stia accadendo, per il momento".
mario giordano matteo salvini fuori dal coro
Eppure, Rampini sente "voci molto interessanti", soprattutto da quell'America che conosce molto bene: "Il dibattito nella sinistra americana è interessantissimo. C'è una revisione di certi dogmi sulla globalizzazione, sul liberismo, anche sull'adesione critica alla società multietnica, all'apertura delle frontiere. È un dibattito disordinato, tumultuoso, ancora non riesco a capire dove sfocerà, anche chi sarà banalmente il candidato alla Casa Bianca, ma almeno lì vedo una vivacità intellettuale, che contrasta con il conformismo degli intellettuali di sinistra in Italia e in altri pezzi d'Europa".
RENZI E I MIGRANTI
Il dibattito in Italia oggi è stato animato da una lettera a Repubblica di Matteo Renzi, ma secondo Rampini, in libreria con "L'oceano di mezzo" (Laterza), l'ex premier "dice banalità. Lo trovo quasi sempre in ritardo di una o due battute sull'evoluzione dei tempi. La storia della globalizzazione che ha segnato gli ultimi 25 anni, e a cui lui rimane avvinghiato in modo abbastanza critico, si sta chiudendo sotto i nostri occhi.
XI JINPING DONALD TRUMP
Quella che chiamiamo guerra commerciale Stati Uniti-Cina è in realtà un pezzettino di un fenomeno molto più grande, l'inizio di una nuova guerra fredda tra due superpotenze che hanno capito che il regolamento dei conti si avvicina. Il mondo intero viene trascinato nella logica di una specie di glaciazione della globalizzazione per come l'abbiamo conosciuta", conclude, "Bisogna attrezzarsi per capire questo nuovo momento storico".