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    RANDELLATE A DISTANZA RENZI-D'ALEMA CON LA SCUSA DEL REFERENDUM - MATTEO: "MASSIMO AMA SILVIO, RISPETTIAMOLO" - BAFFINO: "RIFORME SBAGLIATE" - PREMIER: "CE L'HA CON ME PERCHE' NON L'HO NOMINATO IN EUROPA" - L'EX: "ALLE SCIOCCHEZZE NON SI RISPONDE''


     
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    Da Repubblica

     

    Renzi ironizza: "Berlusconi e D'Alema si amano, rispettiamoli". D'Alema risponde: "Riforma sbagliata e dannosa, lo pensano professori".

     

    Prosegue lo scontro Renzi-D'alema sul referendum: il primo per il sì (com'è ovvio). Il secondo per il no. E così tra i due è un botta e risposta a distanza.

    DALEMA BERLUSCONI BY BENNY DALEMA BERLUSCONI BY BENNY

     

    Per il presidente del Consiglio il nodo caldo di questi mesi è il referendum sulla riforma costituzionale che si terrà tra fine novembre e inizio dicembre: "La partita più grande è il referendum - dice - perchè non è in ballo un governo o la storia personale dell'uno o dell'altro. È in ballo la credibilità del Paese". L'ex presidente del Consiglio la pensa in modo opposto, e sfida Renzi lanciando i Comitati per il no.

     

    Renzi contro D'Alema.

    "Quella che sarà sottoposta al referendum non è riforma che dà più poteri al premier. Di riforme che davano più poteri al premier ce n'erano due: una voluta da Berlusconi, una da D'Alema, ma non sono passate". "Ma non ironizzate su Berlusconi e D'alema, quando ci sono amore e affetto ci deve essere rispetto".

    DALEMA RENZI DALEMA RENZI

     

    D'Alema contro Renzi

    D'Alema spiega che la sua posizione è condivisa da costituzionalisti come "il professor Casavola, il professore De Siervo, il professor Onida, che non sono dei pericolosi estremisti e che non hanno distrutto nessun partito. E che non sono nemmeno iscritti al Pd, ma pensano che questa riforma è sbagliata e dannosa per il Paese".

     

    Renzi: "D'Alema ce l'ha con me per una mancata nomina".

    "D'Alema - ha dichiarato Renzi - ce l'ha con me perchè non l'ho nominato Alto rappresentante della politica estera europea. Io ero disposto a farlo, ma per quel ruolo ci voleva una donna, anche se si tagliava i baffi se ne sarebbero accorti. Ma il punto centrale è che io non credo si possa fare una battaglia politica per un risentimento personale: si fa politica per sentimento, non per risentimento". "La verità bisogna dirla, no?"

     

    Bersani prende le distanze da D'Alema.

    DALEMA RENZI DALEMA RENZI

    Pier Luigi Bersani prende le distanze dal lancio da parte di Massimo D'Alema dei Comitati per il no in vista del referendum costituzionale di autunno: "Io - commenta l'ex segretario del Pd - dico che i paletti sono che un partito ha il diritto-dovere di dare un'indicazione, che davanti a temi costituzionali c'è l'assoluta libertà di ciascuno di fare il suo ragionamento. Io faccio il mio, ma non faccio i comitati per il no".

     

    "La riforma porta la sua firma".

    "Io - ha anche detto Renzi - ho l'impressione che nella guerra di d'Alema contro il Sì non ci siano elementi di merito. Ho provato ad ascoltarlo, lui dice No a costituzioni approvate a maggioranza, ma l'ultima riforma così approvata porta la firma di Massimo D'Alema. Che l'ha votata a sua insaputa evidentemente. Noi siamo coerenti con il nostro passato, lui è coerente con Brunetta, Salvini e Grillo".

     

    La risposta di Renzi alla Cgil.

    Il premier dà una risposta indiretta anche alla Cgil che oggi ha deciso che sosterrà il No alla legge Boschi. "Io - spiega Renzi - sono per non personalizzare il referendum, ma guardiamo il merito della riforma, anche perchè se si personalizza si deve dire che Berlusconi vota no, Grillo vota no, Salvini vota no, votano tutti no, ci metto dentro anche D'Alema".

    MASSIMO D ALEMA E SILVIO BERLUSCONI MASSIMO D ALEMA E SILVIO BERLUSCONI

     

    E sulla legge elettorale - tema strettamente legato al referendum - dice: "Io credo che la legge elettorale sia buona. Qualcuno dice no? Cambiamola. Ma bisogna trovare un'altra legge. Troppo facile dire si cambia e non dire come. Ma la legge elettorale non c'entra niente con la riforma costituzionale".

     

    Renzi e la linea politica del Pd.

    "Lo dico ai tanti che trovano qualcosa che non va - dice Renzi alla Festa dell'Unità di Reggio Emilia - a chi dalla mattina alla sera si lamenta: fuori dal Pd non c'è una sinistra migliore, la rivoluzione del proletariato, fuori dal Pd e da questo Pd c'è l'Afd in Germania, la Le Pen in Francia, Farage in Inghilterra e in Italia il qualunquismo e la demagogia in camicia verde".  Il partito democratico "pratica la trasparenza", non è come quelli che "la scrivono sul blog o sulle mail che poi non legge". "Noi non raccontano storielle e non viviamo nella realtà virtuale, noi la trasparenza la scriviamo nella nuova costituzione".

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    Ma al di là delle critiche e le battute contro il Movimento e i suoi leader nazionali, il premier non abbandona la sua linea sul caos del M5s a Roma, preferendo mantenere le distanze e non affondare. Anzi: "Da presidente del Consiglio confermo la disponibilità di lavorare con Virginia Raggi. Il fanatismo di chi non crede al compromesso è il fanatismo di chi non conosce la bellezza e la nobiltà del dialogo e del confronto".

     

    "È finito il tempo - va avanti il premier - in cui in Europa facevano i sorrisini sull'Italia, bisogna portarci i nostri valori, bisogna provarci, bisogna faticare, questo è ciò che abbiamo bisogno di fare come Pd e questo è ciò che ci differenzia dagli altri: a fischiare e mandare a quel paese sono bravi tutti, ma a prendersi le responsabilità siamo noi".

     

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    "Molti di voi vorrebbero parlare di politica, di quello che accade a Roma, anche se quello che succede a Roma non è politica e quindi non ne parliamo. Ma io vorrei partire dal terremoto".

     

    E continua: "Ho chiesto ai migliori di darci una mano, ma i migliori sono i cittadini. È giusto ricostruire, ma è bello tentare di dimostrare che l'Italia non è un insieme di sperperi come quelli che per troppi anni abbiamo visto anche per colpa di chi ci ha governato. Possiamo far vedere che questo Paese può essere un punto di riferimento nel mondo".

     

    La conclusione, dopo un intervento da 45 minuti, è patriottica: Renzi sventola sul palco il tricolore, proprio a Reggio Emilia, città in cui nacque come bandiera nazionale nel 1797.

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