Franca Giansoldati per “il Messaggero”
JOSEPH RATZINGER
Joseph Ratzinger ieri mattina è volato in Germania. A portarlo di nuovo fuori dall'Italia è un viaggio triste che non avrebbe di certo voluto intraprendere ma non poteva mancare alla promessa fatta al fratello maggiore, l'amato don Georg, 96 anni, suo compagno di giochi da bambino e poi compagno di seminario, entrambi ordinati lo stesso giorno. Don Georg è l'ultimo fratello ancora in vita dopo la scomparsa della sorella Maria avvenuta negli anni Novanta.
Davanti a questa circostanza non ha esitato a rompere la clausura che si era auto-imposto nel 2013 dimettendosi. A parte qualche breve trasferta estiva a Castelgandolfo si era ritirato stabilmente sulla sommità del colle vaticano, nel monastero Mater Ecclesiae e da lì non era più uscito. Voleva essere lui ad impartire al fratello l'estrema unzione, salutarlo, tenergli la mano, parlargli una ultima volta.
joseph ratzinger
LA TELEFONATA
Così quando alcuni giorni fa gli è arrivata una telefonata da Ratisbona per informarlo che le condizioni di salute di don Georg, 96 anni, ormai cieco e con varie patologie legate all'età avanzata, stavano precipitando, ha chiesto il permesso a Papa Francesco di volare in Baviera, nella sua terra, rivedere la sua vecchia casa, il seminario, le piazze, il santuario di Altoetting in lontananza ma, soprattutto, la possibilità di rimanere al capezzale del fratello.
Davanti all'immagine straziante di don Georg sul letto di morte, il Papa Emerito ha superato l'indebolimento accumulato durante il lockdown, si è fatto forza e non ha avuto dubbi sul da farsi: avrebbe intrapreso il viaggio in aereo nonostante la contrarietà dei medici per via della pressione, dell'altitudine, e della incapacità a muoversi autonomamente.
georg e joseph ratzinger ratisbona
La trasferta è stata preparata velocemente, lo Stato italiano gli ha messo a disposizione il velivolo dell'aeronautica decollato ieri mattina nel silenzio più totale dei media vaticani che hanno confermato il viaggio solo dopo un annuncio da parte della diocesi di Ratisbona preoccupata per il clamore che tutto questo avrebbe suscitato. Nel comunicato il vescovo locale chiede ai fedeli bavaresi e ai giornalisti tedeschi di rispettare e lasciare in pace i due fratelli in questo momento difficile, privato e intimo. «Se volete pregate per loro».
A dare il benvenuto a Ratzinger è stato il vescovo di Ratisbona che si è fatto trovare alla scaletta dell'aereo mentre, in contemporanea, il presidente dei vescovi tedeschi, Baetzing lo ha omaggiato ricordando il suo ruolo di guida per l'episcopato, manifestandogli vicinanza umana per la triste occasione.
georg e joseph ratzinger ratisbona
Con il Papa emerito hanno viaggiato anche il segretario personale don Georg Gaenswein, un medico, una delle suore laiche che lo accudiscono al monastero e un paio di gendarmi. Fonti vicine al pontefice emerito fanno sapere che la visita si protrarrà almeno tre giorni ma, se fosse necessario, potrebbe allungarsi qualche giorno di più. «Lo stretto necessario». Tutto dipenderà ovviamente dalle condizioni del fratello.
CITTADINANZA ONORARIA
Fino a qualche anno fa don Georg Ratzinger apprezzato maestro del coro di Ratisbona - arrivava puntualmente a Roma per trascorrere qualche settimana con Joseph. Durante il pontificato restavano assieme nella villa pontificia di Castelgandolfo approfittando del tempo a disposizione per camminare nei giardini recitando il rosario. Assieme suonavano musiche di Bach, discutevano di teologia e di amici in comune, oppure semplicemente, ricordavano i tempi passati in Baviera, i genitori, la sorella Maria.
georg e joseph ratzinger col coro di ratisbona
Nel 2008 il sindaco di Castelgandolfo ha conferito la cittadinanza onoraria a don Georg e in quella occasione l'allora Benedetto XVI ha descritto il fratello come una guida. «Sin dalla nascita è stato non solo un compagno ma anche una guida affidabile. Ha sempre rappresentato un punto di orientamento e di riferimento con la chiarezza e la determinazione delle sue decisioni».