Marco Azzi per “la Repubblica”
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Era già un crocevia e il Napoli ha superato l' esame contro il Liverpool a pieni voti, debuttando in Champions League con una vittoria di prestigio e molto pesante per la qualificazione agli ottavi di finale, ma ancora più preziosa dal punto di vista emotivo per rafforzare l' autostima e di conseguenza le ambizioni stagionali degli azzurri.
La squadra di Carlo Ancelotti non poteva infatti chiedere di più ai 90' del San Paolo, in cui insieme ai campioni d' Europa in carica sono stati spazzati via anche i dubbi che avevano accompagnato i primi passi in campionato di Insigne e compagni, in modo particolare dopo il rocambolesco scontro diretto perso alla fine di agosto con la Juve, a Torino.
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Si stava infatti facendo strada l'idea di un Napoli senza equilibrio: bello ed efficace nella sua fase offensiva (miglior attacco della Serie A, con 9 gol segnati in tre partite), ma allo stesso tempo troppo fragile e indisciplinato dalla cintola in giù, con il portiere Meret beffato per sette volte nelle prime due sfide stagionali contro la Fiorentina e i bianconeri di Sarri.
Per invertire subito la rotta sono bastate invece le contromisure prese da Ancelotti durante la sosta, che avevano già dato dei risultati parziali con il "clean sheet" in campionato contro la Sampdoria e si sono rivelate provvidenziali nella super sfida di martedì sera con il Liverpool, in cui la ritrovata difesa azzurra è riuscita a resistere agli assalti del terribile tridente di Klopp.
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Ha dato i suoi frutti la saggia rinuncia al 4-2-3-1, che era apparso fin dall' inizio un abito troppo osé per le caratteristiche tattiche e tecniche del Napoli. Con la riscoperta del più compatto e affidabile 4-4-2, il modulo già collaudato con successo nel corso della passata stagione, gli azzurri hanno infatti recuperato la solidità e gli automatismi che sembravano essere spariti di colpo. Ma contro il Liverpool ha fatto la differenza anche la crescita fisica di molti giocatori. È ritornato difatti a brillare di luce propria Koulibaly, che aveva saltato l'intera preparazione estiva per i suoi impegni con il Senegal.
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Stesso discorso pure per gli altri nazionali, su tutti il brasiliano Allan e lo spagnolo Fabian Ruiz, entrambi tra i migliori in campo contro i Reds. Ancelotti ha inoltre avuto il coraggio di lanciare subito nella mischia tutti i nuovi acquisti: Di Lorenzo, Manolas, Elmas, Lozano e Llorente, che a metà settembre si sono già integrati con sorprendente naturalezza negli schemi della squadra e pure all'interno dello spogliatoio, legando con la vecchia guardia.
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Ne è dunque venuto fuori un mix solido per il presente e promettente per il futuro, che si profila roseo anche grazie al turnover. Le alternative abbondano in ogni reparto e domenica a Lecce potrebbe tirare il fiato perfino Dries Mertens, autore di 4 reti tra campionato e Champions, che lo hanno avvicinato a Maradona e al record assoluto di Hamsik. Di scorta c' è Milik, un altro che sa come si segna. Per lottare su più fronti saranno decisive proprio le rotazioni.