Armin Mahler per http://www.spiegel.de
Martin Winterkorn CEO Volkswagen
Il miglior commento sullo scandalo Volkswagen è stato fatto per gentile concessione dall’ex CEO Martin Winterkorn, ben prima che la settimana scorsa rassegnasse le dimissioni. Egli affermò che “l’arroganza e la compiacenza sono le cose peggiori che a noi potrebbero accadere“. La citazione non viene tratta dal suo recente messaggio video, dove tentò di scusarsi per l’auto-distruzione della società. Piuttosto, è riportata da un’intervista rilasciata esattamente un anno fa allo Spiegel. Martin Winterkorn intendeva semplicemente descriverla come un pericolo ipotetico. Non era ancora al corrente che il peggio fosse già avvenuto da tempo.
MERKEL ENTRA IN UNA GOLF ELETTRICA CON WEN JIABAO E WINTERKORN CAPO DI VOLKSWAGEN
Tra i capitani d’industria della Germania è molto diffusa una credenza inerente la loro invincibilità. Quando si tratta di raggiungere gli obiettivi preventivamente impostati per se stessi, essi ricorrono a qualsiasi mezzo necessario [per soddisfarli]. Nel caso della Volkswagen, fu evidenziata la volontà di superare la Toyota come la più grande casa automobilistica del mondo. Nel caso di Deutsche Bank, la causa fu d’addebitare alla sua bulimica finalità di ottenere un ritorno del 25 % del proprio capitale azionario. Il perseguimento di questo obiettivo l’ha resa colpevole di quasi tutte quelle trasgressioni del settore finanziario che alla fine generarono la crisi. In seguito, la banca cercò di cambiare radicalmente la sua cultura aziendale, una mutazione che però fallì miseramente. Oggi, la Deutsche Bank non è che l’ombra di sé stessa.
DEUTSCHE BANK
La Volkswagen è ora di fronte a un destino simile: un duro colpo per l’intera economia tedesca da cui servirà tempo per recuperare. Negli ultimi anni l’industria tedesca ha già perso molto del suo splendore, sebbene ciò è passato in gran parte inosservato dal grande pubblico, e sole poche grandi aziende stanno ancora “giocando nei grandi campionati”. Lufthansa sta faticando per resistere all’assalto da parte delle compagnie a basso costo, mentre i giganti energetici E.on e RWE stanno lottando per la loro stessa sopravvivenza.
angela merkel con aereo lufthansa in mano
Ogni caso è diverso in sé, ma ci sono alcune somiglianze, come ad esempio l’incapacità di adattarsi a condizioni mutevoli e all’assenza d’attenzione verso le dinamiche politiche e sociali. RWE e E.on rifiutarono di accettare la diminuzione del sostegno da parte della pubblica opinione verso l’energia nucleare, e in base a ciò investirono troppo poco nelle fonti rinnovabili, appuntando invece le loro speranze sul sostegno politico. La Volkswagen rispose al varo di più stringenti standard d’emissioni gassose barando sulle verifiche invece di sviluppare motori a basse emissioni. Inoltre, i lobbisti dell’industria fecero in modo che i requisiti legali non fossero troppo severi.
volkswagen
I giganti dell’energia la fecero franca fino a quando la Cancelliera Merkel improvvisamente decise di allontanarsi dal nucleare verso le fonti rinnovabili a seguito del disastro di Fukushima. La sveglia per le case automobilistiche sta arrivando solo ora perché la US Environmental Protection Agency (EPA) ha rivelato l’inganno della Volkswagen.
C’è solo una possibile lezione da trarre: queste aziende devono affrontare la realtà. Esse devono abbandonare la loro idea sbagliata che la realtà può essere modellata in base alle loro esigenze. Gli intrallazzi con i politici, con cui sono abituati a intrattenersi, devono cessare. Questo significa anche: che devono dare un addio alla loro arroganza.
martin winterkorn amministratore delegato volkswagen
I rivali guadagnando terreno
Il tutto può apparire ingenuo? Forse. Ma è l’unica soluzione. Non è un caso, anzi è altamente simbolico che nella stessa settimana in cui è scoppiato lo scandalo Volkswagen anche l’Apple abbia guadagnato i titoli di testa sui giornali. Secondo il The Wall Street Journal, la società con sede in California, ha in programma di lanciare la propria auto entro il 2019. Inoltre, Google sta sviluppando un auto senza conducente. Il produttore automobilistico statunitense Tesla ha già dimostrato quanto un nuovo arrivato può compromettere un mercato.
apple car concept
Questi rivali americani godono di fondi pressoché infiniti – forse ancora più importante – [posseggono] il software e il know-how. Più di ogni altra cosa, l’automobile del futuro sarà un computer su quattro ruote. Sarà l’industria automobilistica tedesca ancora in grado di giocare un ruolo di primo piano nel mercato di domani? O sarà ridotta a fornire le principali società di Internet? Questa domanda fu formulata ancora prima del fiasco Volkswagen, e la risposta, allo stato attuale, è più incerta che mai.
google car
Come faranno i produttori tedeschi a sopravvivere alla concorrenza quando ora vi sono seri dubbi sia sulle loro competenze di base sia sull’affidabilità della ingegneria tedesca, che a loro piace strombazzare all’estero. Che la loro attendibilità si sia evaporata e la reputazione rovinata non danneggerà solo la Volkswagen [é evidente], ma ciò farà pagare il suo pedaggio su tutto il settore e in realtà su tutta l’industria tedesca.
volkswagen autostadt fabbrica concessionario
Sarà anche il grande pubblico a pagarne il pedaggio, la cui identità è così strettamente legata alla forza dell’economia e la solidità dei prodotti manufatti in Germania. I tedeschi non si considerano come una nazione d’ingannatori. Altri potrebbero esserlo, primi fra tutti i Greci – secondo l’opinione popolare – su cui i tedeschi piace guardarli con superiorità.
NUOVA VOLKSWAGEN GOLF
Anche lì, però: è ora di dire addio all’arroganza.
MERKEL AL VOLANTE VOLKSWAGEN