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    ANCHE SE I SOLDI DALL’EUROPA ARRIVASSERO, SAPREMMO COME SPENDERLI? – A PALAZZO CHIGI TECNICI E SUPER COMMISSARI STANNO LAVORANDO AL PIANO PER INVESTIRE I 209 MILIARDI DEL “RECOVERY FUND”. IL GOVERNO HA IMPOSTO UNA SEGRETEZZA “OSSESSIVA”, MA C’È UN PROBLEMA PIÙ GRANDE DA RISOLVERE: METTERE L’AMMINISTRAZIONE IN CONDIZIONI DI ESEGUIRE I PROGETTI IN TEMPI ACCETTABILI...


     
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    Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

    giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles

     

    La lenta cottura del piano italiano per i fondi di Next Generation EU è circondata di una tale riservatezza, che i funzionari coinvolti hanno dovuto accettare regole precise. Persino a chi lavora direttamente sui progetti non è permesso portare con sé né di stampare una sola pagina dai computer di Palazzo Chigi, dove si trovano i materiali.

    giuseppe conte roberto gualtieri giuseppe conte roberto gualtieri

     

    Gli stessi dirigenti coinvolti della Ragioneria o del ministero dell' Economia hanno accesso ai documenti solo quando si trovano nelle sale della Presidenza del Consiglio. Così almeno risulta al «Corriere» dopo una consultazione di varie persone qualificate. Tanta segretezza non è sorprendente. Certi progetti sull' ambiente o il digitale possono avere impatti di mercato per le aziende quotate chiamate a collaborare.

    ROBERTO GUALTIERI ENZO AMENDOLA ROBERTO GUALTIERI ENZO AMENDOLA

     

    Soprattutto, sin dall' inizio la stesura dei piani italiani per investire i 209 miliardi di NextGen EU - il Recovery Plan - è stata condizionata dalle condizioni politiche a Roma. C' è da tenere a bada la fame di spesa clientelare sempre pronta a riemergere nella politica romana, anche nel Movimento 5 Stelle.

     

    Federico Giammusso Federico Giammusso

    E poiché proprio M5S non si fida molto di Roberto Gualtieri, il ministro dell' Economia del Partito democratico, il progetto non poteva essere affidato per intero al dicastero finanziario come accade in Spagna o in Francia. Per questo Giuseppe Conte ha trovato un compromesso che rafforza i suoi poteri di premier sul Recovery Fund: i preparativi formalmente spettano al Comitato interministeriale Affari europei (Ciae), che risponde al ministro del settore Enzo Amendola e non ha mai funzionato prima.

    Riccardo Barbieri Hermitte Riccardo Barbieri Hermitte

     

    L' innesco di questo organismo a sua volta ha comportato che tutti i ministeri andassero consultati e candidassero centinaia di progetti vecchi e nuovi fra i più disparati. Il primo lavoro per arrivare a una sintesi coerente spetta ora al «comitato tecnico di valutazione» del Ciae: un gruppo ristretto di alti funzionari fra cui il capogabinetto di Amendola Fabrizio Lucentini, il consigliere economico di Conte Riccardo Cristadoro (proveniente da Banca d' Italia), il capo della segreteria tecnica di Conte Federico Giammusso, il capoeconomista del Tesoro Riccardo Barbieri Hermitte e le dirigenti della Ragioneria Nunzia Vecchione e Alessandra Dal Verme.

     

    Queste persone negli uffici della presidenza del Consiglio hanno sotto gli occhi - non in mano - i progetti candidati e li selezionano, assemblandoli. Da subito è parso chiaro che per loro è più facile impegnare al meglio i 77 miliardi previsti per i progetti verdi, un' area dove aziende partecipate dallo Stato come Enel o Snam hanno competenze notevoli; più difficile invece strutturare i 40 miliardi di investimenti previsti nel digitale, dove l' Italia è molto meno competitiva.

    URSULA VON DER LEYEN BY EDOARDOBARALDI URSULA VON DER LEYEN BY EDOARDOBARALDI

     

    C' è però un problema anche più grande da risolvere: mettere l' amministrazione in grado di eseguire i progetti in tempi accettabili e rendere l' Italia credibile a Bruxelles in questo. Oggi non lo è. Il decreto Semplificazioni approvato in estate non basta, tanto meno dopo il passaggio in parlamento a settembre che lo ha complicato e diluito.

     

    Ma lo schema di piano nazionale da inviare a Bruxelles - al più presto in gennaio, al più tardi il 30 aprile - prevede obbligatoriamente un capitolo sui meccanismi di governo per eseguire i progetti.

     

    L' Italia sarà giudicata dalla Commissione anche su questo. Conte si è dunque rivolto alla struttura di Palazzo Chigi perché trovi una soluzione. Tutto avviene in un clima di segretezza che un addetto ai lavori definisce «ossessivo», ma sembra certo che il premier abbia chiesto a Roberto Chieppa di stendere un piano.

    roberto chieppa roberto chieppa

     

    Questi, segretario generale di Palazzo Chigi, penserebbe per ogni grande investimento alla nomina di responsabili di progetto con poteri straordinari d' intervento in caso di stallo o conflitto fra amministrazioni: in pratica, una squadra di super-commissari del Recovery Fund. Inoltre una «conferenza dei servizi» (un tavolo delle amministrazioni coinvolte) sarebbe vincolato a lavorare su tempi certi.

     

    «È in effetti in corso una riflessione su queste questioni - dice Chieppa - e mi sono messo a disposizione per elaborare qualche idea». Resta da capire se la mediazione di Conte finisca per spostare i poteri di spesa dei 209 miliardi dal ministero dell' Economia a Palazzo Chigi.

    enzo amendola ministro per gli affari europei foto di bacco enzo amendola ministro per gli affari europei foto di bacco GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN

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