Andrea Bassi per “il Messaggero”
MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO
Il testo era stato gelosamente custodito da Palazzo Chigi. Fino a ieri in pochissimi lo avevano potuto leggere. Ma la cassetta degli attrezzi del Recovery plan, come l'ha definita lo stesso Mario Draghi, sta tutta nei primi diciassette articoli del maxi decreto sulla governance e sulle semplificazioni che oggi sarà esaminato in consiglio dei ministri.
La filosofia del testo è chiara. Da qui al 2026 non sono ammessi rallentamenti o ritardi sui progetti finanziati dall'Unione europea con i 248 miliardi del Recovery. Proprio per questo nascerà una «cabina di regia» che sarà presieduta direttamente da Mario Draghi e che, a rotazione, potrà chiamare i ministri di volta in volta titolari dei progetti.
MARIO DRAGHI
Il punto centrale, il vero perno dei super-poteri di questa cabina, e quindi dello stesso Draghi, sta nell'articolo 13 della bozza del decreto. Cosa dice questo articolo? Che se un sindaco, un governatore di regione, un presidente di provincia, o un qualsiasi altro ente attuatore del Recovery, mette anche solo «potenzialmente» a rischio il rispetto dei tempi del progetto, il presidente del Consiglio, sentita la cabina di regia, assegna 15 giorni per rimediare.
meme su Mario Draghi e il recovery plan
Se non lo fa, lo stesso Draghi porta la questione in consiglio dei ministri e viene nominato un commissario. Questo commissario, spiega il decreto, può agire «in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale». Non solo. «Nel caso in cui la deroga riguardi la legislazione in materia di tutela della salute, della sicurezza e della incolumità pubblica, dell'ambiente e del patrimonio culturale», spiega ancora il provvedimento, «l'ordinanza è adottata previa autorizzazione della Cabina di regia».
Il modello, insomma, è quello dell'Expo o del Ponte di Genova. Sui progetti del Recovery non sono ammessi ritardi.
URSULA VON DER LEYEN MARIO DRAGHI
Tanto è vero che tutti i contratti che saranno predisposti dalle stazioni appaltanti dovranno contenere una clausola che preveda espressamente la riduzione o la revoca dei contributi in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi intermedi previsti dal piano. Se un progetto segna il passo, quindi, potrà essere definanziato e i fondi destinati a opere che hanno un passo più veloce.
MARIO DRAGHI RECOVERY PLAN
IL MONITORAGGIO
Oltre alla cabina di regia, nascerà anche una «unità per la razionalizzazione e il miglioramento della regolazione». Lo scopo di questo nuovo organismo sarà quello di segnalare alla stessa cabina di regia se si presentano ostacoli normativi o regolamentari che devono essere superati per non frenare il piano.
Il monitoraggio e la rendicontazione del piano, invece, spetteranno al «Servizio centrale per il Pnrr», un nuovo dipartimento che sarà creato al Tesoro presso la Ragioneria generale dello Stato. Il piano prevede anche l'assunzione di 350 tecnici con contratti di 5 anni, da assumere e distribuire tra i ministeri proprio per fornire le professionalità necessarie all'attuazione del piano. Intanto ieri si è riunita un'altra cabina di regia, quella politica per sciogliere il nodo degli appalti nel decreto semplificazioni.
DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO
L'accordo nella maggioranza ha retto. Dal testo è stato eliminato il riferimento alle gare al massimo ribasso. Una decisione apprezzata sia da Confindustria che dai sindacati, che sono stati ricevuti a Palazzo Chigi nel pomeriggio. Draghi ai sindacati ha ricordato che approvare il decreto semplificazione governance entro maggio, è uno dei impegni con Bruxelles per avere l'anticipo di 25 miliardi del Recovery.
MARIO DRAGHI PRESENTA IL DECRETO SOSTEGNI BIS
Per quanto riguarda invece il secondo nodo sul tavolo, quello delle soglie per i subappalti, il compromesso prevede che venga prorogato fino alla fine dell'anno, al massimo fino al 2023, il limite del 40 per cento ai lavori assegnabili a terzi. Una soluzione, tuttavia, solo a tempo, in attesa di approvare una riforma complessiva del codice. Anche perché, ha ricordato lo stesso Draghi ai sindacati, la normativa europea ha liberalizzato quest' area, facendo cadere i limiti dell'ordinamento italiano. Insomma, anche il superamento delle soglie è una delle condizioni poste dalla Commissione europea per l'erogazione dei fondi del Recovery.