1 - REGIONALI L'INCUBO DEL 4-2 CHE INCOMBE SUL GOVERNO
Marcello Sorgi per “la Stampa”
conte emiliano
La prima verifica dell'accordo Pd-5 stelle sancito dal voto sulla Piattaforma Rousseau sarà rappresentata dalle intese per candidature comuni nelle regioni in cui si vota il 20 settembre. Il tempo è poco. Le liste vanno presentate entro il 21 agosto, venerdì di questa settimana.
Escluse la Campania (la ricandidatura di De Luca è inaccettabile per i grillini) e la Puglia (altrettanto quella di Emiliano), restano le Marche, dove Zingaretti spera che il Movimento alla fine accetti il presidente dell'Anci (sindaci) locale Mangialardi, ciò che potrebbe evitare che l'amministrazione cada nelle mani del centrodestra, com' è già accaduto per l'Umbria. In Toscana il candidato renziano Giani è in vantaggio.
ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO
In Liguria sarà difficile che il candidato comune Sansa, giornalista del "Fatto", passi avanti al governatore in carica Toti. In Veneto la partita è chiusa con Zaia vincitore o stra-vincitore. Al dunque, stando alle previsioni che il leader del Pd considera accettabili, la partita potrebbe chiudersi con un 3 a 3, un passo indietro rispetto al 4 a 2 attuale, e con la Puglia di Emiliano, insidiato anche dalla candidatura di disturbo di Scafarotto (Italia viva), che finisce, meglio sarebbe dire torna, nelle mani di Fitto, di recente approdato in Fratelli d'Italia, e del centrodestra.
berlusconi salvini meloni fitto
Ma che succederebbe se nei due giorni che mancano alla scadenza delle liste alla fine, pur senza mettere in discussione l'allargamento in periferia dell'alleanza di governo, i 5 stelle si dichiarassero indisponibili a sperimentare il "nuovo centrosinistra" nelle Marche?
O peggio se, malgrado l'apertura siglata al centro e confermata dal voto degli iscritti, a livello locale emergessero resistenze tali da vanificarla? O ancora peggio se, stretto il patto a livello di gruppi dirigenti, l'elettorato grillino marchigiano abituato a combattere contro il Pd disertasse le urne?
Se il 3 a 3 è considerato la soglia della salvezza da Zingaretti, il 4 a 2 in favore del centrodestra, in sostanza un capovolgimento degli equilibri attuali, difficilmente potrebbe non avere effetti sugli assetti di governo, proiettando la sua ombra sulle altre trattative in corso, dalla legge elettorale al piano di riforme che Conte dovrebbe presentare a Bruxelles entro il prossimo 15 ottobre.
2 - TRE STRADE PER L'INTESA SULLE REGIONI MA NEI TERRITORI M5S E PD RESISTONO
Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”
conte emiliano
La volontà di provarci fino all' ultimo momento c' è tutta, la probabilità che un accordo complessivo venga raggiunto resta bassa. A pochi giorni dalla chiusura ufficiale delle liste (sabato mattina), i leader della maggioranza trattano febbrilmente per raggiungere un' intesa su due delle Regioni che andranno al voto il 20 e 21 settembre - Marche e Puglia - dove il fronte si presenta diviso e la vittoria dei candidati che sostengono il governo è a rischio.
matteo salvini luca zaia e le ciliegie 2
Se infatti in Liguria Pd e M5S sono riusciti a presentare un candidato comune, Ferruccio Sansa, mentre in Veneto e in Campania il tentativo è naufragato subito per opposte ragioni (Zaia è considerato imbattibile mentre De Luca è comunque in forte vantaggio, come in Toscana dove il pd si sente forte), nelle Marche dove il candidato del centrodestra Acquaroli è avanti e in Puglia dove l' uscente Emiliano è tallonato da Fitto, lo sforzo per non uscire con una sconfitta che potrebbe avere ripercussioni sul governo è massimo.
Vincenzo De Luca attovagliato con Dago da Mimi alla Ferrovia, Napoli
Raccontano che Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio siano in collegamento continuo con la stessa volontà di trovare una soluzione. La prima - la più ardua in assoluto - prevederebbe un ritiro contestuale dei candidati in campo in favore di nomi terzi. Ma i tempi sono strettissimi, ed è quasi impossibile immaginare una rinuncia di Emiliano, presidente uscente e figura fortissima nel partito e sul territorio.
conte emiliano
La seconda è quella sponsorizzata dal Pd, sia nazionale che locale: il M5S dovrebbe rinunciare ai propri candidati sia nelle Marche che in Puglia, in cambio di vice presidenti e - in caso di vittoria - posti in giunta pesanti.
Bettini e Zingaretti
Da tempo lavorano a questo scenario sopratutto i due partiti di Pesaro, il cui sindaco Matteo Ricci ha già in giunta il M5S, ma in regione non sono gli unici a perorare la causa di un' intesa, nè fra i consiglieri nè fra i parlamentari. Intesa che resta però difficile, come in Puglia dove la candidata Laricchia - dell' ala dura del M5S - sembra indisponibile a passi indietro. Infine c' è un terzo scenario, anch' esso molto complicato sempre per volontà locali (contrario soprattutto il Pd marchigiano) e per il tempo limitato: un ritiro nelle Marche del candidato del Pd Mangialardi in favore di Mercorelli in cambio del contestuale abbandono della Laricchia in Puglia.
ANTONELLA LARICCHIA
Insomma, ci si proverà fino alla fine nonostante le grandi difficoltà che non portano all' ottimismo, mentre il centrodestra affila le armi per la sfida: sia Stefano Caldoro in Campania che Raffaele Fitto in Puglia chiedono a gran voce che la gestione dell' emergenza Covid sia affidata a commissari speciali nelle due regioni, per evitare che i rivali usino i loro poteri a fini propagandistici. E Matteo Salvini è convinto che gli avversari abbiano paura: Qualcuno pensa al rinvio del voto...».
Non succederà, ma tutto il resto può ancora succedere.