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    RENATA SCOTTO, UNA VITA A FARE I CONTI CON L'INGOMBRANTE CALLAS – ALBERTO MATTIOLI RICORDA IL SOPRANO MORTO IERI A 89 ANNI: “A 19 AVEVA DEBUTTATO NELLA ‘TRAVIATA’. LA CONSACRAZIONE ARRIVO’ GRAZIE A UN FORFAIT DELLA DIVINA. MA LA STORIA D'AMORE CON MILANO FINISCE PROPRIO PER COLPA DELLA CALLAS. IL 7 DICEMBRE, AL SUO TERZO E ULTIMO SANT'AMBROEUS, SCOTTO CANTA ‘I VESPRI SICILIANI’. MA IN TEATRO ARRIVA MARIA, GIÀ RITIRATA, CUI LA SCALA RISERVA DIMOSTRAZIONI D'AFFETTO DEFINITE ‘DELIRANTI’ DALLE CRONACHE” – LA CARRIERA A NEW YORK, LE LITI CON PAVAROTTI…  VIDEO


     
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    Estratto dell’articolo di Alberto Mattioli per “la Stampa”

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    Aveva debuttato nel 1952, a 19 anni, al teatro Chiabrera di Savona, e non esattamente con un personaggio facile: Violetta in Traviata. Il 7 dicembre del '53, era già alla sua prima "prima" della Scala, in una parte (per ora) relativamente minore: Walter nella Wally di Catalani.

     

    La consacrazione arrivò il 3 settembre 1957, al King's Theater di Edimburgo dove la Scala portava in tournée La sonnambula, quattro recite con Maria Callas protagonista nel mitico spettacolo di Visconti. Dopo la terza, la greca diede forfait fra le polemiche: venne, vide e vinse lei.

     

    Renata Scotto è morta ieri a Savona, dov'era nata nel 1934. Famiglia modesta, studi prima da sfollata durante la guerra, poi a Milano con Mercedes Llopart […]

     

    renata scotto e maria callas renata scotto e maria callas

    La prima vita artistica di Scotto si svolge alla Scala, dove diventa una delle primedonne più amate dell'evo d. C. (dopo Callas): 17 titoli. Da segnalare la sua Giulietta nei Capuleti e Montecchi di Bellini e, sempre a proposito degli Abbado che non t'aspetti, la leggendaria Lucia di Lammermoor del 7 dicembre '67.

     

    Ma la storia d'amore fra Scotto e Milano finisce proprio per colpa della Callas. Il 7 dicembre, al suo terzo e ultimo Sant'Ambroeus, Scotto canta I vespri siciliani. Ma in teatro arriva Maria, già ritirata, cui la Scala riserva dimostrazioni d'affetto definite "deliranti" dalle cronache.

     

    Narrano testimoni attendibili che all'uscita al proscenio la compagnia cantante si trovò davanti un muro di schiene: erano tutti voltati verso il palco "della Maria", che era poi quello di Luchino che l'ospitava. "La Renata" ci rimase male, rilasciò un'intervista velenosetta a Stop (era ancora l'epoca dei rotocalchi popolari), e a una replica fu massacrata dai callasiani con urla di "Guitta!", "Miagoli!", "Via! Via!", mentre i suoi fedeli rispondevano e si accendevano risse.

     

    Nel finale, planò sul palcoscenico un mazzo di radicchi (ravanelli, riferiscono altre fonti) che lei, tragicamente impassibile, raccolse e odorò come se fossero state rose. Per sbloccare i camerini assediati dalle opposte fazioni dovette intervenire la polizia.

     

     

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    Scotto si trasferì allora nel nuovo mondo, diventando una delle dive in servizio permanente effettivo del Metropolitan di New York: dal '65, debutto con Madama Butterfly, all'87 ben 319 recite di un repertorio che dalle prime parti liriche (fu memorabile anche in Elisir d'amore, Rigoletto, Bohème) […]

     

    In America imparò anche a recitare, e così lei, che i loggionisti della Scala chiamavano "la teiera" per l'altezza non watussa e l'abitudine di tenere le mani sui fianchi, nei video che arrivavano dal Met sembrava appena uscita dall'Actors Studio.

     

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    In Italia, la sua roccaforte degli anni Settanta fu il Maggio, con esiti memorabili con un giovane Muti. La voce non era eccezionale né per estensione né per timbro; le sue corde vocali non erano state baciate da Dio, ma sapeva usarle alla perfezione. E la fraseggiatrice era una delle più sottili, fantasiose e raffinate documentate dai dischi, che per fortuna sono tanti.

     

    Un'interprete di statura storica. Peperina, anche. Non mancarono gli scontri: epici quelli con Luciano Pavarotti per una disgraziata Bohème al Met nel '77 (la prima opera trasmessa in diretta nel continente americano, per inciso) e in seguito per una Gioconda a San Francisco dove la guerra da fredda divenne bollente.

     

     Ma al concerto per i trent'anni di carriera del tenorissimo, nel '91 a Reggio Emilia, Scotto venne e duettò come se nulla fosse successo. Quanto a Mirella Freni, nei favolosi Sixties erano le due giovani dive della Scala. Forse non si amavano e di certo non si amavano le rispettive tifoserie: ma evitarono sempre scontri troppo evidenti.

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    Però poi incisero insieme un disco dove la romanza a due voci del Bianca e Fernando di Bellini è la prova definitiva dell'esistenza di Dio e uno dei monumenti più alti mai innalzati alla gloria del canto lirico italiano.

     

    […]  lascia due figli e molti ricordi memorabili in noi spettatori ammirati, grati e costernati. Ci accorgiamo di essere diversamente giovani quando iniziano a spegnersi le voci che abbiamo amato quando eravamo giovani e basta.

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