Estratto dell’articolo di Ernesto Ferrara per “la Repubblica”
MARIA ELENA BOSCHI E MATTEO RENZI
La Leopolda dei veleni. Con il ministro Nordio previsto che salta, Renzi che si scatena contro la premier Meloni sul dossieraggio. E la sfida di sopravvivenza europea che aleggia, l’ex premier a caccia del 4%, un milione di voti, tentato ora dall’idea di lanciare un nuovo simbolo oltre Iv, qualcosa tipo “Con Renzi al centro”.
[…] Nell’edizione 12 “Riaccendere le stelle” la classe dirigente renziana ha la testa alla battaglia per Bruxelles e il capo si mette l’elmetto, inaugurando un’inedita militanza anti meloniana. Col caso Nordio che deflagra in una trama degna di political drama. Ore 10.02 di ieri, un whatsapp sul cellulare di Maria Elena Boschi. È firmato Carlo Nordio: «Ok, facciamolo in collegamento. Alle 18, non alle 17 come originariamente concordato».
È più di una conferma e le voci di interferenze e rinunce che pure rimbalzavano da ore nel quartier generale renziano si placano. Ma è un fuoco fatuo, perché un’ora e mezzo dopo i radar renziani intercettano i segnali che il caos è esploso nel governo. Alle 11.45 fonti di via Arenula sentenziano che no, il ministro della Giustizia non sarà alla Leopolda, niente collegamento e niente dibattito sulla giustizia con Matteo Renzi. E apriti cielo.
CARLO NORDIO
«Non è nel suo stile comportarsi così. È ovvio che ha avuto pressioni politiche per annullare» tuona per prima proprio Boschi, che con Nordio ha buoni rapporti da sempre, tanto da averlo già portato alla Leopolda nel 2021. Per il leader di Italia Viva non è solo uno sgarbo o un ripensamento del ministro che in questi giorni si è schierato a favore della commissione d’inchiesta sul dossieraggio, pare suggerito dal collega Guido Crosetto.
Ai suoi Renzi confida di ritenere che dietro il niet ci sarebbe lo zampino della premier Meloni: «Nordio è un galantuomo. Ma la Leopolda continua a far paura. A dire no al ministro è stato chi temeva che sulla commissione d’inchiesta si saldasse un asse con noi. E invece la cosa va tenuta bassa, il vero scandalo non deve venire fuori, c’è da sopire, troncare. Non tutti in Fratelli d’ Italia vogliono la commissione. Vedremo se Meloni ha il coraggio, se sta coi suoi ministri» attacca l’ex premier da Firenze. […]
carlo nordio guido crosetto
[…] «Io sul dossieraggio sono meravigliato che in Procura non ci fossero filtri» sferza il professor Sabino Cassese in collegamento. E Renzi rincara, molto applaudito: «Non è un caso che Cantone e Melillo hanno chiesto un’audizione alla commissione antimafia e l’hanno avuta subito, mentre mi risulta che l’abbiano chiesta al Csm e non l’hanno avuta. Ci sono pezzi di Stato che vogliono insabbiare. E una parte di Fratelli d’Italia questa commissione non la vuole. Se ci sono state decine di migliaia di accessi è evidente che il motto “non disturbare il manovratore” non riguarda solo le classi dirigenti del passato ma quelle attuali» accusa Renzi. […]
sabino cassese foto di bacco