• Dagospia

    RENZI “CINGUETTA” MA IL SUO TWITTER-SHOW CI COSTA 17MILA EURO - GASPARRI CONQUISTA DUE ULTRÀ GRILLINE CON LA REQUISITORIA CONTRO LA BOSCHI - A PALAZZO CHIGI NON SI FA “RESISTENZA”: 38 MILA EURO PER IL VIDEO SUL 25 APRILE, PER LA REGIA DI SIMONA ERCOLANI


     
    Guarda la fotogallery

    Franco Bechis per “Libero Quotidiano”

     

    SOCIAL E SOLDI: RENZI SOMIGLIA A DE LUCA

    VINCENZO DE LUCA - MATTEO RENZI VINCENZO DE LUCA - MATTEO RENZI

    Si sono lodati e imbrodati per l' operazione. Che geni, che gran conoscitori dei social network che ci sono a palazzo Chigi. Pioggia di salamelecchi per la grande invenzione - per il 25 aprile scorso - dell' hashtag inventato da palazzo Chigi per l' occasione: #ilcoraggiodi , e infatti la parolina è divenuta virale restando fra i topic dei social network anche molto tempo dopo (ora viene usata contro il Family day).

     

    Chi sarà stato il gran regista dell' operazione? Matteo Renzi stesso? La «Regina di Twitter», alias quella Roberta Maggio che il premier ha voluto portare con sé a palazzo Chigi inquadrandola sotto il fedelissimo Filippo Sensi? La Maggio in effetti tempo dopo ha partecipato a convegni per celebrare quella grande iniziativa sul 25 aprile.

    Selfie matteo renzi twitter poi cancellato Selfie matteo renzi twitter poi cancellato

     

    Ma la risposta è un po' più prosaica e venale: quel successo comunicativo ha avuto un prezzo. E i veri protagonisti sono stati come sempre gli ignari contribuenti italiani che hanno saldato il conto dell' operazione. Con un certo ritardo (nove mesi dopo, un parto a tutto tondo), solo a fine gennaio la presidenza del Consiglio dei ministri ha svelato le delibere di quella operazione pubblicandole nella sezione «amministrazione trasparente».

     

    Prima una mai vista determina dirigenziale «per l'affidamento del servizio per l'organizzazione di una campagna virale di informazione interattiva della durata di una settimana, dell'hashtag #ilcoraggiodi, che sarà il trending topic della giornata del 25 aprile e di una promozione di tweet nei giorni precedenti».

     

    Immaginiamo quanto fosse comune un linguaggio così ai burocrati di palazzo Chigi. Poi il saldo della fattura per un' operazione molto spontanea: 17 mila euro pagati alla Twitter International Company srl. Un caso assai simile a quello del governatore della Campania Vincenzo De Luca, re di followers cui era stata pagato nello stesso modo l' impegno...

     

    simona ercolani simona ercolani

    L'IDEA DEL PREMIER: NIENTE RESISTENZA (SOLO SULLE SPESE)

    A proposito di Resistenza e di 25 aprile, adesso sono saltati fuori tutti i conti di quella celebrazione. E si può dire davvero che Matteo Renzi una sola resistenza non abbia avuto: quella dei cordoni della borsa (o del borsellino) aperto con generosità, visto che i soldi erano altrui. Pioggia di fatture per quella magnifica giornata. Quarantamila euro per un meraviglioso spot celebrativo un po' di Renzi (che bacia e abbraccia con vero e sincero trasporto vecchietti e vecchiette) un po' della Resistenza.

     

    Alla società Indiana Production che lo ha co-realizzato sono andati 38.500 euro.

    Qualcosina è servito a pagare il regista, Simona Ercolani, che però aveva già un contratto di consulenza con Palazzo Chigi che comprendeva eventi simili per un totale di 46 mila euro. Altri 20 mila euro sono serviti a finanziare un cortometraggio dedicato alla figura di Norma Parenti, medaglia d' oro per la Resistenza. Li ha ricevuti la Ares comuniucazione di Bicicchi & c snc. Con tanti stanziamenti nessuno ha notato i 15.500 euro dati alla Open comunicazione srl di Siena per «il racconto del 25 aprile a Firenze».

     

    laura boldrini dimartedi laura boldrini dimartedi

    La Open è di Alberto Caccioppoli e Andrea Marrucci (giovane giornalista di area Pd), e nel 2014 aveva seguito per lavoro la campagna elettorale europea di due renziani doc come Simona Bonafè e Nicola Danti. Pochi 15.500 euro? Certo, non una cifra da capogiro. Ma ditelo ai due soci della Open, che in 12 mesi l'anno precedente aveva fatturato 21.588 euro. Per loro è stata la svolta della vita...

     

    ULTIMA BOLDRINATA: SCEGLIE LA HAMAUI MA FA FINTA DI NULLA

    laura boldrini copertina d repubblica laura boldrini copertina d repubblica

    Laura Boldrini ha deciso che Daniela Hamaui, ex direttrice de L' Espresso, sarà il nuovo capo ufficio stampa della Camera dei deputati. Tutto è stato preparato a puntino per la nomina. Ma si sa: bisogna fingere di rispettare il protocollo. Alla vigilia di Natale ha dato il via alla gara, riservata a professionisti con almeno 10 anni di anzianità. Hanno risposto in 280, e 40 sono stati subito scartati perché non in possesso dei pochi requisiti richiesti dal bando. Poi c' era il problema di scegliere un organismo cui delegare la selezione.

     

    C'era un comitato ad hoc, ma lo guidava Roberto Giachetti che si è dimesso proprio per contrasti con la presidente. La Boldrini non si è persa d' animo e ha chiesto all' ufficio di presidenza volontari per una sottocommissione temporanea che aveva solo quello scopo. Molti hanno declinato l' invito. Hanno accettato in cinque, membri del M5S (la foglia di fico necessaria), poi Ap, Pd e Sel, il partito di provenienza della Boldrini. Forza Italia è restata fuori da una partita che aveva il risultato già scritto e quindi scarso interesse.

    daniela hamaui daniela hamaui

     

    Con un po' di giri di valzer i cinque dovranno alla fine trovare due prescelti a testa. C' è un po' di pressing Pd per Stefano Menichini, ex direttore di Europa (ed è un tallone di Achille). Ma fra i dieci che arrivano in finale la scelta spetterà solo alla Boldrini.

     

    ZANETTI E MIGLIORE: TRANSATLANTICO COME LA SALA PARTO

    Settimana corta alla Camera quella appena trascorsa. Mentre i senatori affrontavano la mozione di sfiducia a Matteo Renzi sul caso Etruria e tutti i riflettori mediatici erano puntati lì, a Montecitorio quello stesso mercoledì 27 gennaio si è deciso di fare un po' di straordinari restando in aula fino alle 23,30, in modo da crearsi un bel pontone per il fine settimana. Giovedì mattina presto c'era già la fuga con i classici trolley verso l'aeroporto di Roma Fiumicino per raggiungere la famiglia e in qualche caso la struttura locale del partito dove si stanno preparando le amministrative.

    Enrico Zanetti sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle Finanze Enrico Zanetti sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle Finanze

     

    Così nel pomeriggio il Transatlantico sembrava un'appendice del deserto del Sahara. Nessun deputato, rari perfino i collaboratori e i giornalisti. Solo due presenze marmoree. Sui divani davanti all' ingresso dell' aula Enrico Zanetti, in quel momento segretario di Scelta civica e sottosegretario all' Economia. Su quelli opposti, con una capatina di tanto in tanto in cortile per qualche telefonata, Gennaro Migliore, ex Sel da tempo fuggito nel Pd e trasformatosi come tutti gli ex nel renziano più agguerrito (la palma gliela contende solo Andrea Romano).

     

    gennaro migliore gennaro migliore

    Passeggiavano avanti e indietro nervosissimi, compulsando telefono e rimuginando come un papà davanti alla sala parto. Ogni tanto arrivava qualche messaggero: «Niente, non ancora». Perfino un messo diabolico: «È saltato tutto, non esce...». Hanno dovuto aspettare le sette di sera prima di trovare pace. Ed era un piacere vedere due volti così raggianti. La sala parto lì vicina a palazzo Chigi si era aperta, la riunione di governo finita. La puerpera - Matteo Renzi - aveva dato alla luce per loro due belle poltrone. Per Zanetti quella da viceministro dell' Economia. Per Migliore quella da sottosegretario alla Giustizia.

     

    DIPENDENTI MPS A RISCHIO: PAPÀ BOSCHI DOV'È?

    I giochi non sono ancora fatti del tutto, ma lo schema sembra avere già avuto il placet di tutte le autorità. Per salvare il Monte dei Paschi di Siena arriva Ubi banca che da quelle parti non è vista benissimo. Per addolcire la pillola ai senesi il matrimonio però dovrebbe diventare un triangolo, unendo nella partita anche la nuova Banca Etruria.

    mps logo mps logo

     

    Per questo ad Arezzo e dintorni si stanno passando brutti momenti. Perché da quella unione che può servire a stabilizzare conti e patrimoni, una conseguenza è certa: quella degli esuberi di personale. Se l'unione civile bancaria avesse riguardato solo le prime due banche come era nelle previsioni della vigilia, a rimettersi sarebbe stato sicuramente l'organico del Monte dei Paschi di Siena.

     

    Aggiungendo Etruria, la sovrapposizione degli sportelli fra le due banche anche in quella zona della Toscana favorirebbe invece Mps a rimetterci le penne sarebbero proprio i dipendenti della banca aretina che Matteo Renzi si vanta di avere salvato a dispetto degli obbligazionisti subordinati. Adesso sono loro a invocare il conflitto di interessi e ad accendere un cero a papà Boschi: chissà che non si dia da fare per salvare loro il posto...

    BANCA ETRURIA BANCA ETRURIA

     

    INCREDIBILE IN AULA: GASPARRI CONQUISTA DUE ULTRÀ GRILLINE

    A proposito di Etruria, in Senato durante la discussione sulle mozioni di sfiducia è accaduto un piccolo miracolo politico che nessuno avrebbe mai potuto immaginare e che invece è messo nero su bianco sul resoconto stenografico dell' aula nella seduta di mercoledì 27 gennaio: Maurizio Gasparri, che al massimo si era preso fin lì raffiche di insulti social e a cinque stelle, è riuscito a conquistare il cuore di due grilline dure e pure.

     

    Merito della sua veemente requisitoria (anche questa una rarità nelle fila di Forza Italia) contro Matteo Renzi e Maria Elena Boschi sulla bancopoli aretina. Applausi anche dai banchi di M5S. Sue due passaggi super politici. Il primo: «Vorrei dire anche ai signori della sinistra che potrete avere la fiducia stasera. Ha detto Renzi: "Vengono da noi dei senatori, perché fate la mozione sulla Banca Etruria".

    maurizio gasparri maurizio gasparri

     

    No, vengono perché li fate Vice Presidenti delle Commissioni! Quelli nemmeno le hanno lette le mozioni parlamentari». Gli stenografi del Senato segnalano a questo punto l' applauso di Laura Bottici, la grillina che fa il Questore a Palazzo Madama. Altra intemerata di Gasparri, questa volta addirittura sulla politica estera e sulla immigrazione: «Sull' immigrazione, quelli che adesso stanno zitti di fronte a Rouhani, avevano protestato per una tenda di Gheddafi, montata per un giorno. Meglio la tenda di Gheddafi per un giorno, per bloccare i clandestini, che coprire le statue del Campidoglio, per accogliere un antisemita come Rohani. E, udite, udite! I solerti stenografi scrivono che ad applaudire è stata niente meno che Paola Taverna.

     

     

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport