1.RENZI DISPERATO DOPO LA BREXIT, CERCA IN OGNI MODO DI RINVIARE IL REFERENDUM. ECCO LE TRE ARMI CHE HA
RENZI MATTARELLA 9
DAGONOTA - Dopo lo schiaffo alle elezioni amministrative e l'inaspettata Brexit che ha pensionato Cameron, Renzi ha capito una cosa: il referendum costituzionale, trasformato in un plebiscito Matteo sì/Matteo no, è già perso. Al premier non resta che provare con le unghie e con i denti di ritardare il momento del giudizio, sperando di smuovere l'opinione pubblica o trovare un escamotage per tenersi la poltrona di Palazzo Chigi.
In questo ha anche l'appoggio (se non addirittura la richiesta) degli altri partner europei, da Hollande alla Merkel: questa stupida consultazione va disinnescata a tutti i costi. L'Unione Europea non ha la voglia né la forza di affrontare un'altra crisi politica in uno dei membri più pesanti.
renzi cameron
Con quali scuse rinviare dunque il referendum, anche solo di due mesi? Tutto si giocherà su una serie di cavilli giuridici, di difficile interpretazione e che possono essere letti a favore o sfavore del governo.
Il primo è legato al giudizio della Corte Costituzionale sulla legge elettorale: il giudizio sull'Italicum arriverà proprio a ottobre, e rischia di accavallarsi con l'eventuale referendum sulla Riforma Boschi, legata a doppio filo al sistema del voto.
renzi incontra cameron a londra
Il secondo è nelle mani di Mattarella: il presidente della Repubblica non ha ancora firmato il decreto di indizione, che deve essere deliberato dal Consiglio dei Ministri. Dall'emanazione del decreto, il referendum dovrà svolgersi tra i 50 e i 70 giorni successivi. Quindi il margine per allungare i tempi c'è.
Il terzo trucco per disinnescare la faccenda è porre più quesiti. Sul tema, la Costituzione tace: non è chiaro se sia possibile spezzettare una legge costituzionale in più domande in più domande da porre ai cittadini. Sul punto, i giuristi sono orientati per il no, ma in fondo se si può fare per diversi articoli di una stessa legge (vedi il referendum abrogativo su fecondazione eterologa e diagnosi preimpianto), non si vedono all'orizzonte grossi ostacoli.
RENZI BOSCHI
Creando più quesiti – ad esempio uno sul Senato, un altro sulla riforma del Titolo V, e così via – Renzi potrebbe ottenere un risultato frammentato che non per forza porterebbe alle sue dimissioni immediate. Per il premier, l'''abolizione'' del Senato, trasformato in dopolavoro di sindaci e consiglieri regionali, è una carta ghiotta che può far passare almeno un pezzo di riforma. Se poi quel pasticcio del ddl Boschi possa stare in piedi senza alcuni pezzi, è un altro discorso...
2.REFERENDUM: RENZI, RINVIO? TEMPI DECISI DALLA LEGGE
la sala della corte costituzionale
(ANSA) - "I tempi sono decisi dalla legge. Il referendum ha dei tempi che non decide il governo: da cinquanta a settanta giorni" dalla decisione della Cassazione di indire la consultazione. Così ha risposto il premier Matteo Renzi, lasciando la Camera al termine delle comunicazioni in vista del Consiglio Ue, a chi gli domandava dell'ipotesi di un rinvio del referendum costituzionale rispetto al mese di ottobre.
3.PD: RICHETTI, RENZI HA SBAGLIATO A PERSONALIZZARE REFERENDUM
PALAZZO DELLA CORTE COSTITUZIONALE
(ANSA) - "Sulla riforma Costituzionale Renzi ha sbagliato tutto. Sbagliato anticipare questa discussione mentre stavamo votando per le città e c'erano milioni di italiani impegnati nel voto delle amministrative. E abbiamo sbagliato a mettere prima noi stessi rispetto a quel quesito." Così Matteo Richetti del Partito Democratico, ospite su Rai Tre di Agorà Estate.
CASSAZIONE
"Ma sul referendum sono abbastanza convinto che se si rimette al centro il merito e il quesito referendario ci siano ampi margini per parlare al Paese una lingua comprensibile, anche perché non ho trovato ancora moltissime persone e argomentazioni supportate dall'idea che il sistema istituzionale e nazionale va bene così com'è. Non c'è dubbio che la riforma la sento profondamente mia", conclude.
4."SLITTA IL REFERENDUM, LA NUOVA DATA": MATTARELLA, VERSO LA MOSSA CLAMOROSA
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La scorsa settimana il quotidiano La Stampa aveva anticipato, in un retroscena, la presunta intenzione di Matteo Renzi di far slittare il referendum costituzionale. Una possibilità che il premier starebbe seriamente valutando dopo la batosta alle amministrative. Una strategia per prendere tempo e cercare di invertire le indicazioni che emergono dai sondaggi, ovvero che il fronte del "no" sarebbe in netto vantaggio. E se perdesse quel referendum, per il premier potrebbe essere la fine: fu lui stesso, salvo poi tentare di correggere le sue parole, ad annunciare il ritiro dalla politica in caso di sconfitta.
RENZI MERKEL 5 MAGGIO 2015 VI
E ora, alle indiscrezioni della scorsa settimana, se ne aggiungono altre raccolte da affaritaliani.it, secondo il quale ci sarebbe già anche la nuova data del referendum: domenica 4 dicembre. Uno slittamento di mesi, dunque, e non di un paio di settimane così come si ventilava. Per il momento manca la conferma ufficiale, ma l'indiscrezione sarebbe stata confermata da alcune fonti a Palazzo Chigi. L'obiettivo di Renzi sarebbe quello di andare al voto dopo l'approvazione della legge di Bilancio: in caso di vittoria del "no" e di crisi di governo prima dell'approvazione della legge, l'Italia rischierebbe l'esercizio provvisorio.
RENZI HOLLANDE MERKEL CAMERON.
A sollecitare lo slittamento del referendum sarebbe stato Sergio Mattarella. Una sponda, quella del Colle, assolutamente gradita a Renzi, che così avrebbe più tempo per sfruttare alcuni provvedimenti nel corso della campagna elettorale. Tra questi la possibile riforma delle pensioni e un intervento sulla pressione fiscale, diminuita dal primo gennaio su famiglie e imprese.