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    RISIKO BANCARIO - RENZI E PADOAN VOGLIONO TROVARE IL MODO PER FAR COMPRARE LE SOFFERENZE DI MONTEPASCHI A CDP (47 MILIARDI), PROPRIO ORACHE IL TESORO SI APPRESTA A DIVENTARE IL PRIMO AZIONISTA MPS, TRAMITE I MONTI BOND - ACCELERATA SULLA FUSIONE TRA BANCO POPOLARE E BPM


     
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    Marco Palombi per il “Fatto quotidiano”

     

    padoan renzi padoan renzi

    “Welcome to Lodi Mrs Rainska". Pierfrancesco Saviotti, amministratore delegato del Banco Popolare, apre così l' assemblea dei soci che rilancia la fusione con Banca Popolare di Milano: "Non scontata", ma vicinissima nonostante i paletti messi dalla Banca centrale europea che forse comporteranno un aumento di capitale ("non posso escluderlo al 100%", ha ammesso, dopo settimane passate a smentirlo).

    SAVIOTTI SAVIOTTI

     

    "Mrs Rainska", per i curiosi, sarebbe Ilze Rainska, lettone, joint supervisory team coordinator della Bce, ieri a Lodi per sorvegliare che tutto venga fatto come Francoforte comanda. La sala, incredibilmente, la applaude. E dire che lo stesso Saviotti, di lì a qualche minuto, definirà gli ostacoli posti dalla Bce, e dunque pure da Mrs Rainska, alla fusione con Bpm "non facilmente comprensibili". Si vede che il Banco ha soci gentili: i vertici ritengono, comunque, di essere "vicini sempre di più alle richieste della Vigilanza europea". E a Milano?

     

    ANDREA BONOMI ANDREA BONOMI

    Sono d' accordo con noi, spiega Saviotti, anche perché il ruolo di vertice spetterà al loro amministratore delegato, Giuseppe Castagna. Martedì i consigli d' amministrazione dei due istituti dovrebbero ufficializzare le nozze almeno con una sorta di lettera di intenti: in tempi "ragionevolmente brevi" nascerà dunque il quarto gruppo bancario italiano con una rete di 2.500 sportelli (650 di Bpm) e uno stock di crediti alla clientela di 112,4 miliardi (il 6% del totale nazionale).

     

    Questa fusione la facciamo perché la vogliamo noi, giura Saviotti, "non perché la vuole il governo". Sarà così, eppure il governo la vuole disperatamente e s' è esposto in maniera assolutamente senza precedenti affinché diventi realtà.

     

    Tesoro e Banca d' Italia negli ultimi giorni hanno tenuto in vita l' affare proprio mentre sembrava crollare: hanno convocato e rincuorato i protagonisti, rassicurato la Bce e fatto capire ai contrari in Popolare Milano (Andrea Bonomi, che è primo azionista, e i sindacati interni, che hanno un pacchetto di voti anche loro) che "non c' è nessuna alternativa" alla fusione. Alla fine, la nota di Pier Carlo Padoan di venerdì ha chiuso la partita dando la fusione come già conclusa.

    giuseppe castagna giuseppe castagna

     

    Sarebbe il primo atto del risiko bancario che, secondo governo e Palazzo Koch, è l' unico modo per mettere in sicurezza il sistema del credito. Quel che viene dopo, però, per l'esecutivo sarà meno semplice che spiegare a qualche socio delle due Popolari di non mettersi in mezzo: il grande nodo è, infatti, l' intervento di Cassa depositi e prestiti sui Non performing loan di Monte dei Paschi (47 miliardi), da realizzare mentre il Tesoro si appresta a diventare il primo azionista dell' istituto senese (se gli interessi sui Monti bond a luglio verranno rimborsati in azioni passerà dal 4 al 7%)

     

    Il progetto non è stato affatto accantonato dal governo, che sa che se crolla Siena viene giù tutto: il compratore/salvatore (Intesa) non ci pensa proprio e allora bisogna fare qualcosa per ripulire la banca e poi "affidarla" al mercato. Il rischio è che la battaglia - la partita sugli "aiuti di Stato" con l' Ue e le modifiche allo Statuto di Cdp, che non può impiegare il risparmio postale in operazioni troppo rischiose - sia troppo complicata da affrontare per Renzi.

     

    L'iceberg della Monte dei Paschi di Siena L'iceberg della Monte dei Paschi di Siena

    Meno complessa, per dire, è la scelta fatta sulle malmesse Popolare Vicenza e Veneto Banca: lasciare che siano decine di migliaia di piccoli azionisti a pagare con perdite vicine all' intero capitale la quotazione in Borsa obbligatoria stabilita dalla riforma del settore voluta dall' esecutivo. A breve, le due venete finiranno in mano a qualcuno a prezzi di saldo e bisognerà "solo" capire quale sarà il livello di choc per il territorio.

    MPS UNA STORIA ITALIANA MONTEPASCHI BY BELLOCCHIO MPS UNA STORIA ITALIANA MONTEPASCHI BY BELLOCCHIO

     

    La situazione di Banco Popolare e Popolare Milano è assai meno difficile, eppure c' è più di un problema. BPop ha crediti deteriorati (prestiti che faticano a tornare indietro) pari al 18,4% del totale dei prestiti, coperti con accantonamenti al 43,7% (Mps, per dire, ha coperture al 48,5%): le sofferenze nette sono 6,5 miliardi, quasi pari al patrimonio netto (capitale più riserve). Bpm, invece, è messa bene: sofferenze per 3,2 miliardi e un rapporto tra crediti deteriorati (6 miliardi) e prestiti all' 8%.

     

    SEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENA SEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENA

    Solo che Milano è troppo piccola per diluire i problemi di Verona e Lodi: ha la metà della raccolta diretta e il 30% delle filiali. E, infatti, uno dei problemi sarà il livello dei crediti deteriorati della nuova mega-Popolare sul totale dei prestiti: così sarebbe al 23%, sopra il 21 fissato dalla Bce come limite massimo. Francoforte vuole che sia scritto nero su bianco nel piano industriale da consegnare entro un mese come i due istituti pensano di rientrare nei limiti. Un aumento di capitale da un paio di miliardi o la vendita di asset? Saviotti ieri ha escluso che il Banco venderà le sue partecipazioni: e allora le possibilità si riducono di parecchio, per così dire.

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