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    RENZI È GIÀ IN CAMPAGNA ELETTORALE E SI PORTA LA NONNA A “PORTA A PORTA”: “LETTA NON SI PREOCCUPI SOLO DELLA SEGGIOLA”


     
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    1. RENZI A "PORTA A PORTA"

     


    2. RENZI CONTRO LETTA "NON SI PREOCCUPI SOLO DELLA SEGGIOLA"
    Francesca Schianchi per "La Stampa"

    «Ormai ci siamo». Il deputato renziano Lorenzo Guerini, l'uomo del sindaco di Firenze incaricato di gestire la partita delle regole per il congresso, è convinto sia questione di giorni per arrivare a una bozza condivisa tra tutte le anime del partito da sottoporre al voto dell'Assemblea del 20 e 21. Con una mediazione accettabile sui punti più controversi: i congressi regionali si terranno poco prima dell'elezione del leader nazionale, e non ci sarà più automatismo tra la figura del segretario e quella del candidato premier. Entro l'8 dicembre si dovrebbe quindi tenere l'elezione del nuovo segretario.

    LETTA E RENZILETTA E RENZI

    Tutti soddisfatti? Non proprio. «La scadenza è il 7 novembre, perché non rispettarla?», attacca da «Porta a porta» Matteo Renzi. Il favorito a cui è probabile venga avanzata un'altra proposta che sta raccogliendo consensi nel partito: stabilire che ogni candidato sia sostenuto da una sola lista di candidati all'Assemblea. Diversamente da quanto successo in passato, quando alcuni aspiranti leader vennero sostenuti da un proliferare di liste, ciascuna espressione di una diversa corrente.

    «Siccome tutti vogliono salire sul carro del vincitore per salvare se stessi, ognuno con la propria mozione - suggerisce allora la ex presidente del partito, Rosy Bindi, facendo riferimento ai consensi per Renzi - per fare un po' di chiarezza ed evitare le armate Brancaleone, prevediamo per ogni candidato una sola lista a sostegno. E con le preferenze».

    fassina violante contestatifassina violante contestati

    Già, perché, come fa notare il deputato lettiano Francesco Sanna, «diciamo di voler cambiare il Porcellum, poi però abbiamo adottato lo stesso sistema per l'elezione dei nostri organi dirigenti. Va cambiato». Le liste sono infatti bloccate, e validate dal candidato segretario. Che quindi, come nel Porcellum, può fare eleggere chi crede a seconda del posizionamento nell'elenco.

    «Nel Pd c'è una logica di correnti. E alla luce delle correnti, tutti vanno avanti. A me non me ne frega niente di chi vota per me al congresso, io non sto chiedendo il voto alle persone fedeli», ripeteva ancora ieri sera il rottamatore. Chissà allora se la proposta della lista unica con le preferenze possa interessarlo.

    fassina violante contestatifassina violante contestati

    Intanto, comunque, la marcia del congresso prosegue. E mentre Gianni Cuperlo viene guardato «con attenzione» da Bersani, il sindaco di Firenze lancia frecciate ad Epifani («io non sono mai stato democristiano, il mio segretario Epifani liturgie è molto più doroteo»), al premier Letta («capisco che si preoccupi della seggiola, ma bisogna pensare a quel che serve al Paese» e «una cosa è la stabilità, un'altra l'immobilismo», scatenando l'ira del viceministro Fassina, che definisce «inaccettabili» le sue parole), all'ex segretario Bersani («è riuscito quasi a dimezzare gli iscritti, si sono persi 3,5 milioni di voti e ci è toccato di perdere le elezioni»).

    IL SALUTO TRA RENZI E BERSANIIL SALUTO TRA RENZI E BERSANI

    Proprio lui, l'ex leader, interviene da Sky Tg 24 per rassicurare che «faremo il congresso, non facciamo strumentalizzazioni su 5 o 6 giorni», dinanzi all'ironia di Renzi che insiste: «Io farei il sindaco e il segretario, ma poi vediamo quando si fa il congresso. Se continua così, lo si fa molto dopo le elezioni a Firenze... ».

    MASSIMO DALEMAMASSIMO DALEMA

    Un progetto che Bersani boccia: «Io ho fatto il segretario del partito e non è facile: starei attento a dire che si può fare il segretario e il sindaco». Ed è ancora lui anche a rimbrottare il rottamatore e a ricordargli che «è membro dell'assemblea, deve averne rispetto. Noi siamo una compagnia, lui non può fare quello borderline, l'internoesterno». Quello che però Renzi rivendica, quando dice che «vinco se non ci sono loro». Ieri, rivolto agli elettori ha rispolverato un vecchio cavallo di battaglia: «Se vogliono il cambiamento sono qui».

     

    LETTA E RENZILETTA E RENZI

     

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