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    QUIRINAL VIETNAM - LA PROFEZIA DI MACALUSO, SULL’ELEZIONE DEL CAPO DELLO STATO “PIÙ CAOTICA DI SEMPRE”, NON E’ COSÌ ASSURDA E RENZI TREMA: IL BANANA NON CONTROLLA LE TRUPPE, FITTO CREA LA FRONDA, SALVINI E GRILLO FARANNO AMMUINA


     
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    Amedeo La Mattina per “la Stampa”

    NAPOLITANO RENZI GENTILONI NAPOLITANO RENZI GENTILONI

     

    Emanuele Macaluso, vecchio amico di Giorgio Napolitano, prevede l’elezione del capo dello Stato «più caotica che ci sia mai stata». Matteo Renzi ne è consapevole. L’ottimismo di facciata espresso nei giorni scorsi vira verso il pessimismo. Aveva detto che tutto andrà bene: i parlamentari, a cominciare da quelli del Pd, avrebbero imparato la lezione del 2013, quando vennero impallinati Franco Marini e Romano Prodi per poi chiedere a Napolitano di rimanere al Quirinale.

    NAPOLITANO RENZI NAPOLITANO RENZI

     

    Ieri il premier ha cominciato a fare gli esorcismi, a dire che non importa se il nuovo capo dello Stato arriverà «al primo, al quarto, al settimo giro». Non è importante nemmeno se verrà eletto a maggioranza qualificata o semplice». «Io spero che, quando sarà il momento, il Presidente della Repubblica sarà eletto con il più alto consenso possibile. Come Pd, faremo di tutto perché questo succeda».

    Emanuele Macaluso Emanuele Macaluso

     

    LE TRUPPE DI BERLUSCONI

    Renzi teme lo stallo cavalcato da Grillo e Salvini, lo sfarinamento dei gruppi parlamentari, non solo quello del Pd. Osserva lo scontro all’arma bianca dentro Forza Italia. Chiede informazioni a Denis Verdini su quante armate dispone effettivamente Berlusconi. La risposta non è rassicurante. Lo stesso Fitto ha confidato, ironicamente, che se continua così avrà più parlamentari lui che il Cavaliere: «Alla fine Renzi dovrà parlare con me». Intanto ci parla Verdini per portare il partito unito al voto del Colle. Una missione quasi impossibile ma Verdini ci prova, avendo ricevuto il mandato da Berlusconi anche a trattare con il premier sul Quirinale.

     

    IL METODO DELLE ROSE

    ENRICO LETTA GIOCA A CALCIO ENRICO LETTA GIOCA A CALCIO

    Renzi gioca al buio. Sa che i primi tre scrutini si faranno entro gennaio, essendo molto probabile che Napolitano si dimetterà il 14 gennaio. La supplenza toccherà al presidente del Senato Pietro Grasso, che auspica una convergenza «in breve tempo su una figura autorevole e condivisa».

     

    Anche l’ex premier Enrico Letta ha messo l’accento su una figura «autorevole», un presidente «dotato di autonomia e indipendenza». Il nuovo capo dello Stato, dice Berlusconi, sia garanzia di tutti, non solo del premier. Insomma tutti, dentro e fuori il Pd, vogliono evitare che il Quirinale diventi una dependance di Palazzo Chigi. Angelino Alfano avverte che la scelta non può cadere su una personalità che appartiene a un partito e fa un passo in più quando ricorda che da troppo tempo manca al Colle un cattolico. Il pensiero corre a Pierferdinando Casini.

     

    renzi su chi e salvini su oggi renzi su chi e salvini su oggi

    Una cosa è sicura per Maurizio Lupi: Renzi non può presentare una rosa di nomi prendere o lasciare. «Così non va bene», spiega il ministro per le Infrastrutture. Ecco che siamo al classico ma ormai desueto metodo della rosa dei nomi. In sostanza viene suggerito che ogni partito disposto a trattare avanzi in maniera assolutamente riservata due, tre nomi.

     

    A quel punto Renzi dovrebbe arrivare a un punto di equilibrio, proponendo dopo il terzo scrutinio candidature non ostili. È un metodo che piace a Ncd e a Fi, ma non al premier che tiene le carte coperte. Nessuno gli strappa un nome: vuole prima il voto sulla legge elettorale e la riforma costituzionale. Soprattutto è cosciente che non c’è un metodo da seguire.

    CASALEGGIO E GRILLO f afd a a f f d a ea CASALEGGIO E GRILLO f afd a a f f d a ea

     

    X FACTOR DEL QUIRINALE

    Con l’imminenza delle dimissioni di Napolitano è inevitabile che girino i nomi dei papabili, ma non c’è ancora una traccia credibile. I nomi sono quelli di Giuliano Amato, Walter Veltroni, Pierferdinando Casini, Anna Finocchiaro, Romano Prodi, Piero Fassino, il giudice costituzionale Sergio Mattarella. Ma c’è sempre l’outsider non previsto e non prevedibile. Si è fatto poco o niente il nome di Emma Bonino, ma non va trascurato: con Papa Francesco è caduto il veto dei cattolici.

     

    BEPPE GRILLO E CASALEGGIO AL QUIRINALE BEPPE GRILLO E CASALEGGIO AL QUIRINALE

     

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