RENZI, NULLA DI SCANDALOSO SE ENI VENDE AGI AD ANGELUCCI
GIORGIA MELONI E MATTEO RENZI - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
(ANSA) - "Ritengo che la questione Agi sia molto semplice: se l'Eni ha deciso di vendere, la polemica contro l'editore che vuole comprare si spiega soltanto se c'è un'altra offerta. Se ci sono due offerte si valuta quella migliore: ma se l'Eni sta vendendo e c'è un editore che non è un mio amico politico anzi è un mio avversario, ma negli ultimi 25 anni ha creato posti di lavoro nell'editoria, non ci vedo nulla di scandaloso.
Si può dire di tutto ad Angelucci, ma non che non abbia investito nell'editoria". Lo ha detto Matteo Renzi parlando a Sky Start. "Ci vedrei qualcosa di scandaloso se quell'editore fosse preferito ad altri", aggiunge Renzi, leader di Italia Viva, rispondendo ai cronisti fuori dalla Camera dei Deputati.
LA PRESA DI MELONI SUI MEDIA È UNA MINACCIA ALLA DEMOCRAZIA
Traduzione dell’articolo di Tom Kington per “The Times”
PROTESTA DEI GIORNALISTI DELL AGI CONTRO LA VENDITA AD ANTONIO ANGELUCCI
I turisti in fila per entrare al Pantheon di Roma sono stati sorpresi ieri da un flusso di politici dell'opposizione che sono entrati in piazza e hanno declamato la morte della libertà di stampa in Italia.
L'evento era una protesta dei giornalisti in sciopero dell'AGI, la seconda agenzia di stampa italiana, dopo le insistenti notizie sull’acquisizione da parte di un ricco deputato della coalizione di governo di Giorgia Meloni.
Antonio Angelucci starebbe per aggiungere l'AGI alla sua collezione di tre giornali di destra, “Il Tempo”, “Il Giornale” e “Libero”, che diffondono notizie pro-Meloni. "Siamo un Paese del G7? Siamo una democrazia? In una democrazia cose del genere non accadono", ha dichiarato Giuseppe Conte, leader del partito di opposizione Cinque Stelle.
antonio angelucci foto di bacco
L'acquisto renderebbe un altro pezzo dei media italiani favorevole alla Meloni, aggiungendosi alla rete radiotelevisiva di Stato RAI, dove i posti chiave sono stati occupati da sostenitori della premier, e alla rete privata Mediaset, gestita dalla famiglia del defunto primo ministro Silvio Berlusconi, il cui partito Forza Italia fa parte della coalizione di governo della Meloni.
"Rischiamo che l'Italia raggiunga livelli ungheresi di controllo della stampa", ha dichiarato Alessandra Costante, segretario generale del sindacato dei giornalisti italiani FNSI, facendo riferimento all'acquisizione dei media da parte di Viktor Orban, primo ministro ungherese.
L'AGI è di proprietà dell'ENI, un'azienda energetica italiana controllata dal ministero delle Finanze. Quest'ultimo, a sua volta, è gestito da Giancarlo Giorgetti, membro del partito Lega di Matteo Salvini, che fa parte della coalizione della Meloni.
ANTONIO ANGELUCCI A PALAZZO CHIGI
"Angelucci è un deputato della Lega, quindi avremmo un ministro delle Finanze coinvolto nella vendita dell'AGI a un membro del suo stesso partito politico, il che significa un grande conflitto di interessi", ha dichiarato un giornalista dell'AGI. Costante ha detto che Angelucci è proprietario di alcune cliniche sanitarie a Roma e sta "costruendo un impero della stampa per aiutarlo" a espandersi in Lombardia.
Oltre ai giornali di destra di Angelucci, le principali testate italiane includono il filogovernativo Il Messaggero, il Corriere della Sera, che rimane neutrale, e La Repubblica, orientata a sinistra.
GIORGIA MELONI
Dal 2020 La Repubblica è controllata dalla famiglia Agnelli, che ha fuso la sua azienda automobilistica Fiat con PSA, il produttore francese di Peugeot, per creare Stellantis nel 2021, scatenando le critiche di Giorgia Meloni, secondo cui sta salvaguardando i posti di lavoro in Francia mentre riduce quelli in Italia.
Quando a gennaio il giornale ha accusato la Meloni di aver svenduto l'Italia attraverso le privatizzazioni, lei ha risposto: "Questa accusa viene da un giornale di proprietà di coloro che hanno svenduto la Fiat ai francesi". Maurizio Molinari, il suo direttore, ha dichiarato al Times: "Ha criticato La Repubblica per le decisioni prese da Stellantis, che è come criticare Bloomberg News per gli investimenti immobiliari fatti dal suo proprietario Michael Bloomberg".
"Le discussioni sulla libertà di stampa in Italia devono tenere conto dei confini sfumati tra lo Stato e i media che lo coprono. Le agenzie di stampa italiane ricevono circa 46 milioni di euro (39 milioni di sterline) di sussidi statali all'anno, e l'AGI ha ricevuto 5 milioni di euro l'anno scorso.
PROTESTA DEI GIORNALISTI DELL AGI CONTRO LA VENDITA AD ANTONIO ANGELUCCI.
Giorgetti ha chiesto perché l'ENI, l'azienda energetica controllata dallo Stato, dovrebbe gestire un'agenzia di stampa. Ieri, al Pantheon, Carlo Calenda, un politico dell'opposizione, ha dichiarato di non approvare la proprietà de La Repubblica da parte degli Agnelli, così come si è opposto all'acquisto dell'AGI da parte di Angelucci.
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