Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”
renzi e beppe grillo con il gelato
Uno dopo l’altro, i dissidenti 5 stelle in Parlamento Accettano - almeno per ora - la tregua armata offerta dal direttorio. Hanno lavorato per questo, nelle ultime ore, Roberto Fico e Luigi Di Maio. A pacificare il gruppo, a evitare l’uscita di 16 persone tutte insieme, a creare un clima costruttivo per cercare di ripartire dopo la cacciata dolorosa per molti - di Massimo Artini e Paola Pinna.
È per questo, che è stato creato il direttorio («È un nome sbagliatissimo - dice Fico - qui nessuno dirige niente»). Per gestire meglio una situazione che da Milano Gianroberto Casaleggio e il figlio Davide non riuscivano più a controllare. Per provare a contenerla, prima di decidere una volta per tutte - di mandarne fuori in tanti rischiando di dare corpo alla scissione e di fare un favore a Matteo Renzi. La telefonata del premier a Massimo Artini dopo l’espulsione mostrata ieri a Piazzapulita non appare casuale agli occhi dei falchi: «Quelli vogliono andare ad aiutare il governo, non saremo noi a fornire alibi».
GRILLO SCONFITTO DALLA PESTE ROSSA RENZI
Così, se nella riunione di domenica notte la rabbia contro il capogruppo alla Camera Andrea Cecconi aveva preso il sopravvento, ed era partita una raccolta firme contro di lui (che ha ratificato l’espulsione dei due deputati cacciati via blog senza neanche comunicarlo all’assemblea) il giorno dopo arrivano più miti consigli.
In molti si mettono in regola con i bonifici pubblicandoli sul sito Tirendiconto dopo aver rifiutato di farlo per oltre un mese. Walter Rizzetto polemizza con lo staff, ma lo fa. Gli altri si stanno affrettando. È la prima vittoria dei cinque, da consegnare come un dolce appena sfornato al guru che verrà in visita a Roma oggi o domani.
GRILLO E CASALEGGIO AL CIRCO MASSIMO 2
Viene a dire come dovranno funzionare le cose, Gianroberto Casaleggio. Prima di giovedì, quando Di Maio, Di Battista, Fico, Ruocco e Sibilia spiegheranno all’assemblea congiunta quale sarà il loro ruolo. Il che non vuol dire che i veleni si siano fermati, anzi. I falchi mettono in giro la voce, sempre più insistente, che dal blog arriverà presto la cacciata di Federico Pizzarotti.
Ieri sera il sindaco di Parma ha sfidato il no alla tv intervenendo in collegamento a Piazzapulita , e ha ripetuto il suo no alle espulsioni: «Il fatto che non ci sia stata nessuna discussione sulle espulsioni, fa sì che l’autore di quel blog abbia deciso per tutti. Uno ha valso, e i parlamentari no». Invita deputati e senatori a prendere in mano la situazione, Pizzarotti, a «decidere che regole vogliamo darci ».
MASSIMO ARTINI
Ancora una volta, cammina sul filo come un funambolo, ma a questo punto - stando a chi ha parlato nelle ultime ore con i vertici - il suo destino è legato alla kermesse di domenica. Se l’incontro aperto agli amministratori 5 stelle (ci sarà anche l’espulso Artini) sarà apertamente un covo di ribelli, per lui la strada è segnata. Anche qui, il direttorio preme perché non venga cacciato prima, ma le vie del blog non sono prevedibili. E in un clima così acceso tutto può accadere.
grillo e pizzarotti c b d ef bc ad c d
Basta guardare alla Toscana, dove - nel nome di Artini - si sta consumando una scissione silenziosa guidata da consiglieri comunali e meet up locali, con l’obiettivo di dar vita a un nuovo Movimento. Del resto, il vero motivo della cacciata dell’informatico è nella creazione del blog clone: una piattaforma che aveva attivato per votare su una questione relativa alla commissione Difesa, e che gli avrebbe permesso - è l’accusa di alcuni deputati - di aver accesso alle password dei militanti. Per questo è stato cacciato. Lo spettro di un nuovo Movimento agita le notti dei leader.
