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    RENZI NON SI FA INFINOCCHIARE: ‘’MA PERCHÉ DOBBIAMO ANDARE AL GOVERNO SENZA ELEZIONI? MA CHI CE LO FA FARE?” - QUINDI: LETTA-BIS CON RIMPASTO O ELEZIONI ANTICIPATE


     
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    MATTEO RENZI RACCONTATO DAL SUO PARROCO SU CHIMATTEO RENZI RACCONTATO DAL SUO PARROCO SU CHI

    Matteo Renzi frena sull'ipotesi di una staffetta a Palazzo Chigi. «Sono tantissimi i nostri che dicono: ma perché dobbiamo andare al governo senza elezioni? Ma chi ce lo fa fare? Ci sono anch'io tra questi, nel senso che nessuno di noi ha mai chiesto di andare a prendere il governo». Gli scenari sembrano quindi ridursi a due: Letta-bis con rimpasto più o meno ampio o elezioni anticipate.

    SETTIMANA DECISIVA
    La settimana che si apre sarà cruciale per le sorti del governo. Sul tavolo ci sono il contratto di coalizione, il rimpasto e legge elettorale. Il premier non vuole perdere tempo e nel weekend ha lavorato sul dossier "Impegno 2014", al quale dedicherà anche l'inizio della settimana, con l'intenzione di essere pronto a incontrare il Capo dello Stato il primo momento utile a partire da martedì.

    IL PREMIER AL LAVORO SUL NUOVO PATTO
    Durante il colloquio al Colle Letta affronterà anche il tema della squadra di governo. Intanto il segretario del Pd insiste nel pressing su Palazzo Chigi chiedendo un cambio di passo e chiudendo al contempo all'ipotesi di staffette. Andare al governo? «Ma chi ce lo fa fare?», replica ad Agorà che chiede infatti se non intenda salire al comando della macchina governativa.

    napolitano renzinapolitano renzi

    In una giornata in cui i renziani, sulla scia del loro leader, lo hanno incalzato senza sosta invitandolo alla «chiarezza» e ribadendo come sul tavolo vi siano solo tre opzioni (rilancio Esecutivo, elezioni, governo di Legislatura), il presidente del Consiglio preferisce non replicare apertamente e sceglie di concentrasi sul Programma 2014, convinto che la concretezza sia un fattore determinante.

    renzirenzi

    Occupazione, politica fiscale, sburocratizzazione e legalità: sono questi i temi intorno ai quali si articolerà il nuovo contratto di coalizione, che avrà anche un timing dettagliato nell'arco dell'anno. La convinzione infatti è che sia necessario evitare che alla ripresa economica non si agganci quella occupazionale, così come è invece accaduto in alcuni Paesi europei.

    ITALICUM IN AULA, RISCHIO INCIDENTE
    Il premier è pronto a prendere a breve un'iniziativa chiara su questo fronte, sempre ovviamente che nel frattempo in Parlamento l'intesa sulla legge elettorale riesca a reggere. Difficile infatti che nel caso in cui l'atmosfera si surriscaldasse possa essere possibile per Palazzo Chigi rilanciare la propria azione.

    GRILLO RITWITTA IMMAGINI SU BERLUSCONI E RENZIGRILLO RITWITTA IMMAGINI SU BERLUSCONI E RENZI

    Se comunque il lavoro su Impegno 2014 è quasi terminato, il dossier sulla riorganizzazione della squadra di governo è invece aperto. La via più semplice, e che non richiede particolari passaggi, sarebbe quella del minirimpasto attraverso innesti che vadano a ricoprire le caselle rimaste vuote; altro ragionamento occorrerebbe fare invece nel caso in cui si decidesse di procedere a un rimpasto vero e proprio.

    Il tema sarà comunque, come è naturale, oggetto dell'incontro con il Colle. Se l'ala renziana attende una mossa di Letta, anche la minoranza Pd chiede al premier di smuovere le acque. In questo caso però le subordinate si riducono a due: escluso il ricorso a elezioni, Gianni Cuperlo vorrebbe un Letta bis; e nel caso in cui non sia possibile, chiarisce, «il segretario del principale partito che sostiene questo governo faccia una proposta alternativa e noi saremo responsabili».

    MATTEO RENZI ROMANO PRODIMATTEO RENZI ROMANO PRODI

    Esattamente l'opzione che più sembra spaventare Renzi, che appunto oggi torna a prendere le distanze dall'ipotesi di entrare a Palazzo Chigi senza passare per il verdetto degli elettori.

    L'ALT DEL PROFESSORE
    A sconsigliare vivamente al sindaco di Firenze la staffetta è Romano Prodi: «Quella tra me e D'Alema fu un suicidio politico e spero che stavolta non si ripeta. Allora non fu ucciso solo un disegno di governo ma anche la speranza di un Paese», spiega in un'intervista al "Mattino". L'ex premier invita poi Letta a fare «uno scatto», a «rischiare di più», perché in questo momento «la mediazione non paga più. Servono riforme e decisioni coraggiose».

     

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