Carlo Bertini per “la Stampa”
L'offerta a Forza Italia per rompere gli argini e chiudere la "Grande intesa" archivia l' epoca del maggioritario, anche se non del tutto, perché farà tremare i piccoli partiti. Ma per il Pd è l'unica che può aprire la strada al voto anticipato. Il blitz che Matteo Renzi sta preparando, ha già un suo percorso di massima. Molto accelerato, quasi fulmineo. La trattativa del tutto informale tra gli sherpa dei due partiti è in corso.
RENZI BERLUSCONI
Con un pacchetto così congegnato: il Pd accetterebbe la richiesta di Berlusconi di una legge proporzionale e di una soglia di sbarramento alta alla Camera; in cambio chiederà di inserire un piccolo premio di governabilità del 10 per cento, oltre ad un via libera a mettere fine alla legislatura, il punto che sta più a cuore a Renzi in questa fase.
renzi berlusconi
Nel caso la trattativa andasse a buon fine entro gennaio, ovvero tenendo conto della sentenza del 24 della Consulta sull'Italicum, il Pd chiederebbe a Gentiloni di fare propria la proposta di legge parlamentare e di mettere la fiducia (facendo leva su quella frase del premier "il governo aiuterà il parlamento") per poter stringere i tempi e andare al voto: in primavera o al massimo in giugno. Questo è il punto più delicato, perché incrocia le resistenze ad andare alle urne annidate nel governo, dentro il partito di Renzi e nei palazzi che contano.
Ma questo è lo stato dell'arte, la materia viva di cui si parla tra i big del partito e dei gruppi parlamentari. Che nei loro conversari con Renzi elencano le mine piazzate su questo percorso da vari attori co-protagonisti. Bersani e compagni hanno già mangiato la foglia e alzano le barricate contro le intese sottobanco e l'uso del voto di fiducia, che "sarebbe una scorciatoia eversiva", tuona il senatore Federico Fornaro. I renziani temono poi che Franceschini non spianerà la strada ad una corsa alle urne.
renzi berlusconi ventriloquo
E sanno che Berlusconi non accetterà di buon grado il voto anticipato, in quanto spera di esser scagionato in estate dalla corte di Strasburgo ("finché il nostro Ronaldo è in panchina meglio aspettare", dicono i suoi). E visto il caos dei rapporti con Salvini, accusato da Arcore di esser "un ignorante", perché la Costituzione vieta di fare leggi elettorali per decreto.
Del resto, i segnali giunti dalla minoranza pd e dagli azzurri, non intenzionati a votare la sfiducia a Poletti, sono sintomatici di una voglia di stabilità. Renzi da giorni studia il piano con i suoi, che riportano i dialoghi con il capo del Pd in questi termini. "Con Salvini favorevole al Mattarellum non andiamo lontano, perché al Senato non avremmo i numeri sufficienti. Ma la sua posizione ci fa comodo per far venire a più miti consigli forza Italia".
renzi berlusconi in ginocchio da te
La pratica viene gestita da un gruppo ristretto, Guerini, Rosato e Lotti, mentre a tenere le redini a Palazzo Madama con il plenipotenziario di Berlusconi, Paolo Romani, ci pensano il fedelissimo del leader Andrea Marcucci e Luigi Zanda. Dunque si lavora ad "un Consultellum armonizzato" tra Camera e Senato: con aggiustamenti che tengano conto delle possibili correzioni imposte dalla Corte all'Italicum.
Un tetto di sbarramento, che forza Italia vorrebbe alto anche a Montecitorio (5% rispetto all' 8% del Senato) e un premio di maggioranza intorno al 10% per non incorrere in future reprimende della stessa Corte. Un'intesa simile, anche implicitamente se non formalmente, conterrebbe l'ok ad elezioni. Renzi spera siano a fine aprile prima del G7, anche perché forse, in cuor suo, spera di esser lui, dopo il voto, a condurre le danze al vertice tra i leader.
renzi con la bandana in testa come berlusconi