Giovanna Casadio per ''la Repubblica''
Non è in Senato ieri Matteo Renzi durante la discussione e il voto su Salvini e il caso Diciottti: è a Parigi per un incontro con Emmanuel Macron. Ha informato Nicola Zingaretti, il neo segretario del Pd, sulla missione come « ambasciatore di un fronte internazionale anti sovranista».
EMMANUEL MACRON MATTEO RENZI
All' incontro era presente Sandro Gozi. L' ex segretario dem ha aderito al manifesto di Macron e condivide le preoccupazioni per la crescita dei nazionalisti in Europa. Un' ora di colloquio con il presidente francese. L' ipotesi di un fronte ampio da Tsipras a Macron è la stessa lanciata da Zingaretti nel primo discorso dopo la sua elezione a segretario del Pd.
E il neo segretario del resto aveva avuto un primo contatto con Stanislas Guerini, che è il segretario di En Marche, un paio di giorni fa.
Da parte di Renzi si tratta solo di dare una mano, senza alcun ruolo per sé, ma contribuendo a favorire le iniziative che possono tenere insieme questo fronte dopo le elezioni del 26 di maggio. Non c' erano altri temi nell' agenda dell' incontro, né quello della Libia, né l' altro dell' immigrazione.
Su cui Renzi ha voluto comunque battere un colpo nel giorno della " assoluzione" di Salvini dall' autorizzazione a procedere. Lo ha fatto con la Enews settimanale, ringraziando il presidente del " suo" Pd, Matteo Orfini. Riconosce che Orfini aveva ragione tutte le volte che, criticando le scelte dell' allora ministro dell' Interno e compagno di partito Marco Minniti denunciava gli accordi con la Libia e i lager libici dove venivano bloccati i migranti facendo diminuire così il numero di sbarchi sulle nostre coste, uno dei vanti del governo Gentiloni.
minniti renzi
Non si era per la verità mai unita la voce dell' ex segretario a quella di Orfini. Però ora ammette, attaccando di fatto Minniti: « Io condivido ad esempio, totalmente ciò che Matteo Orfini scrive sui lager libici». Posizione risaputa, ma che Renzi allega con tanto di link e si riassume nell' invito a «stracciare gli accordi con la Libia: non ci può essere alcuna forma di collaborazione con chi è corresponsabile di queste crisi umanitarie».
Minniti, chiamato in causa, non accetta una discussione che serve solo a creare per l' ennesima volta un conflitto dentro il Pd: « Non ho account Twitter né uso Facebook figuriamoci se rispondo post a post, tweet a tweet » , si sfoga con i compagni dem. Pero poi confida: «Se Renzi ha cambiato idea, bisogna chiederlo a lui. Io non sono mai stato il portavoce di Renzi come credo di avere dimostrato durante la breve candidatura alla segreteria del Pd » . Una candidatura durata lo spazio di un mattino, che avrebbe dovuto avere l' imprimatur dell' ex leader, ma alla quale Minniti si è alla fine sottratto.
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