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    “SE SI VA A VOTARE NASCE UNA FORZA DI CENTRO. E MAGARI NE SPUNTERÀ ANCHE PIÙ DI UNA...” - RENZI VERSIONE SANTONE PROFETIZZA LA NASCITA DI NUOVI PARTITINI, MAGARI ANCHE IL SUO: “SE SALVINI APRE LA CRISI È PERCHÉ HA FINITO I SOLDI. LA SUA MACCHINA DELLA COMUNICAZIONE NE HA BISOGNO DI CONTINUO. E SE NON ROMPE SUBITO NON SI VOTERÀ PRIMA DEL MAGGIO 2020…”


     
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    Carlo Bertini per “la Stampa”

     

    NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI

    “Di sicuro nascerà una forza di centro, su questo non ci sono dubbi», diceva ieri mattina Matteo Renzi in Senato. E la sua previsione (o annuncio che dir si voglia) alla luce di quanto sta succedendo potrebbe essere valida anche con questa accelerazione della crisi. Appena sgancia la "bomba" - ovvero quella che pronunciata dalla sua bocca ha l' aria di essere una notizia attesa da tanti del "suo Pd" (e temuta da altrettanti) - Renzi prova ad attenuarla come se fosse solo un'analista. E non un attore protagonista. Parla quando ancora non si è materializzato l'ultima minaccia di Salvini, che potrebbe portare a mutamenti improvvisi di tutto il quadro politico. Come immagina lo stesso Zingaretti tra l'altro.

     

    «Io ormai sono un osservatore», dice Renzi col sorriso a mezza bocca a chi gli chiede se lui sarà uno dei tessitori di questa forza centrista. «Anzi, magari ne nascerà più d' una.

    calenda renzi calenda renzi

    Il problema casomai è se ne riesce a nascere davvero una seria, fatta bene».

     

    Non dice di più Renzi, non chiarisce se potrebbe trattarsi di una lista liberal e moderata come quella immaginata da Carlo Calenda, o una lista creata a partire dai Comitati civici da lui lanciati alla Leopolda; o addirittura una forza più larga rivolta non solo al centro cattolico-democratico, ma anche all' elettorato che fu di Forza Italia, con esponenti come Mara Carfagna e altri riformisti di area montiana legati al mondo delle imprese, per provare a frenare Salvini. Scenario di cui si vocifera da giorni nei Palazzi.

     

    matteo salvini pollice verso a renzi matteo salvini pollice verso a renzi

    Quindi niente è da escludere. «Se Salvini apre la crisi è perché ha finito i soldi. La sua macchina della comunicazione ne ha bisogno di continuo», profetizzava Renzi. Che da leader sempre ben informato, andava dicendo ieri mattina che questa per Salvini è «l'ultima occasione per rompere».

     

    Se a settembre infatti fosse approvato il taglio dei parlamentari, non solo si chiuderebbe la finestra fino a primavera; ma visto che la Lega sarebbe ultra favorita dai collegi più ampi, molto vantaggiosi per i partiti con percentuali alte, tutti gli altri aprirebbero il cantiere della legge elettorale. Con una conventio ad excludendum contro Salvini per tornare al proporzionale.

     

    RENZI ZINGARETTI RENZI ZINGARETTI

    «Se Salvini non rompe subito non si voterà prima del maggio 2020». Ma potrebbe restare anche tutto com'è, «perché lui ama le campagne elettorali e vuole farsi a inizio anno quella dell'Emilia Romagna e della Calabria».

     

    L'ex leader comunque analizza tutti i possibili sbocchi di questa situazione esplosiva.

    «Il più lineare sarebbe un Conte bis», ovvero una crisi pilotata con un reincarico al premier in carica per formare un governo con maggior numero di ministri della Lega ed esclusioni di peso come quella di Toninelli. Il resto è tutto da vedere. Il Pd comunque è pronto a sparare a pallettoni contro un rimpasto senza un voto di fiducia in Parlamento.

    E come al solito è spaccato.

     

    MARA CARFAGNA MARA CARFAGNA

    Anche dopo il voto di ieri contro la mozione M5S, Luigi Zanda non ha mancato di pubblicizzare urbi et orbis che sarebbe stato meglio uscire «e non sommare i nostri voti a quelli di Lega, Forza Italia e Fdi». Malgrado ciò Zingaretti è contento di esser riuscito a tenere il partito unito e di averlo fatto uscire per un giorno dai riflettori. Ha chiesto a Conte di salire al Colle, e si mostrerà inflessibile sul fatto che «non possono certo pensare di sostituire uno o due ministri senza venire in aula a votare la fiducia ad un Conte bis».

    Insomma ci devono essere tutti i passaggi parlamentari.

     

    luigi zanda luigi zanda

    «Vogliamo vedere Di Maio e i grillini che dicono sì ad un governo con i loro ministri dimezzati e il premier a servizio di Salvini». E sulle modalità di andare incontro ad una sconfitta sicura, anche dalle parti del leader Pd non si esclude nulla. «Abbiamo sempre chiesto le urne. E quando si vota partono tante cose nuove, altri partiti...Magari fra poche settimane o due-tre mesi cambia tutto».

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