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    "ANDREMO AL QUIRINALE SENZA PREGIUDIZI, NON METTEREMO VETI E NON FAREMO NOMI" - RENZI TIENE LE CARTE COPERTE SU CONTE E TERESA BELLANOVA SUBITO SPARIGLIA: "PER NOI C'E' CONTE MA NON SOLO LUI…" - MATTEUCCIO DEVE DECIDERE SE VINCERE (UN CONTE TER CON "GIUSEPPI" DEPOTENZIATO E IMBRIGLIATO) O STRAVINCERE (UN ALTRO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO) - POTREBBE ANCHE LASCIARE CHE SIANO ALTRE FORZE POLITICHE A CHIEDERE LA TESTA DI CONTE…


     
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    Emanuele Lauria per "la Repubblica"

     

    renzi conte renzi conte

    «Al Quirinale senza pregiudizi ». La sua e-news, alle sette della sera, rompe qualche giorno di insolito silenzio: Matteo Renzi torna a farsi sentire, dopo aver imposto il massimo riserbo anche ai suoi, per mandare un messaggio ecumenico che in realtà è solo un modo per iniziare la partita. Una partita che può portare al Conte-ter ma anche oltre.

     

    La delegazione di Italia Viva, che salirà domani pomeriggio al Quirinale e che sarà guidata dall' ex premier, confermerà a Mattarella la posizione espressa nell'ultimo documento unitario stilato una settimana fa, dopo la riunione dei gruppi: Iv non porrà veti ma non farà neppure nomi. Non chiuderà la porta alla riconferma dell' avvocato «anche se qualsiasi nuovo governo da lui eventualmente presieduto - fa sapere il coordinatore Ettore Rosato - dovrà essere diverso per metodo e sostanza dal precedente».

    conte renzi conte renzi

     

    Però, come precisa l'ex capodelegazione Teresa BellaNova, «per noi c' è Conte ma non solo lui». Alla fine, spiega Ivan Scalfarotto, «il nome del premier sarà solo la conseguenza della maggioranza che si profilerà».

     

    Sono giorni di malcelata soddisfazione in casa renziana. Le pur auspicate dimissioni di Conte hanno finito per sorprendere il senatore di Rignano sull' Arno, rientrato di tutta fretta dall' Arabia: il leader di Iv avrebbe dovuto partecipare di presenza, a Ryad, a una conferenza sull' innovazione organizzata da un istituto (di cui fa parte) controllato dal fondo sovrano saudita.

     

    GIUSEPPE CONTE - MATTEO RENZI GIUSEPPE CONTE - MATTEO RENZI

    «Non è una conferenza da 50 mila euro ma un evento internazionale cui partecipano esponenti del mondo della finanza, dell' innovazione, della politica », precisa lo staff di Renzi per placare le polemiche sollevate da un articolo del Domani. Ma, appena tornato, il senatore ha voluto festeggiare, almeno virtualmente, la tenuta dei suoi gruppi: «Grazie ai parlamentari che hanno sopportato le pressioni di questi giorni», scrive Renzi.

     

    Con riferimento, fa sapere chi gli sta vicino, «a chiamate arrivate a diversi senatori dalla presidenza del Consiglio. Anche direttamente dal suo principale inquilino». Vero o meno, poco importa. Iv ha fatto registrare poche perdite durante i voti di fiducia: uno al Senato, due alla Camera. E ha ottenuto quello che era un obiettivo: il passo indietro di Conte.

    Che se n'è andato, infierisce Renzi, «semplicemente perché non aveva i numeri. Arriva un momento in cui la verità si afferma sulle veline».

    renzi bonafede conte renzi bonafede conte

     

    Quei numeri, secondo l'ex Rottamatore, il premier dimissionario non li avrà neanche nei prossimi giorni, malgrado il cantiere aperto dei Responsabili. E se li avrà, non saranno larghissimi. Probabile che Italia Viva sarà ancora determinante per un nuovo governo. E allora Matteo Renzi si sente nella posizione di quel giocatore che sta vincendo una gara, a fatica, e deve decidere se difendere il risultato minimo (un Conte ter che recepisca le sue indicazioni) o puntare al successo largo, ovvero al cambio di premier che in cuor suo ha sempre auspicato.

     

    La strategia è questa: sì a «un governo serio, di legislatura, europeista», senza chiusure preconcette verso chi dovrà guidarlo. Andrebbe bene anche Conte, a patto che si rimangi l'anatema pre-crisi («Se si sfila, mai più un esecutivo con Iv») e che raccolga l' invito a cambiare praticamente quasi tutto.

     

    renzi mattarella renzi mattarella

    Ieri, nella sua e-news, l'ex Rottamatore ha messo nel mirino un Recovery «non ancora all'altezza delle aspettative» e la gestione dei vaccini del commissario Arcuri: «Mostra evidenti ritardi, come già era accaduto per le mascherine, per i tamponi, per i banchi a rotelle». Chiedendo quasi la testa del ministro Bonafede: «La condizione è una visione garantista e non giustizialista». «Serve un salto di qualità», conclude.

     

    E allora, niente veti né pregiudiziali anche di fronte a un Conte-ter è la posizione da sottoporre stasera ai parlamentari, fra cui non mancano le "colombe" che spingono per dare un'altra chance al premier dimissionario. Però se dalle consultazioni dovesse venir fuori una maggioranza non abbastanza solida, se da nuovi innesti al centro venisse la richiesta di discontinuità, se si profilasse il voto come unica alternativa a Conte (e la prospettiva farebbe esplodere per primi i 5Stelle), Matteo Renzi appoggerebbe volentieri una soluzione diversa, un nome sussurrato a più riprese: quello di Dario Franceschini.

    teresa bellanova in senato teresa bellanova in senato

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