Tommaso Labate per il "Corriere della Sera"
renzi toti
«Italia al centro», così, senza articolo determinativo davanti. È la sequenza di tre parole che negli ultimi tre giorni, insieme ad altre combinazioni poi scartate, è rimbalzata di smartphone in smartphone tra i vertici di Italia viva e Coraggio Italia, in un continuo viaggio di andata e ritorno dal telefonino di Matteo Renzi a quelli di Giovanni Toti, Gaetano Quagliariello e Paolo Romani. Perché il cantiere della federazione centrista di cui si discute da mesi, oltre a una serie di tappe non forzate che scandiranno tempi e modi del progetto politico che nelle intenzioni dei fondatori dovrà essere «inclusivo e aperto a chi ci sta», adesso ha idealmente un'insegna.
gaetano quagliariello foto di bacco
E un nome. «Italia al centro», appunto. «Nessuno di noi ha intenzione di bruciare le tappe o voglia di infilarsi in quella che altrimenti risulterebbe un'operazione di nomenclatura», dice a microfoni spenti uno di quelli che hanno istruito il dossier e lavorato sulla ragione sociale della federazione centrista che sta per nascere. Nessuna fretta, insomma. Ma una tabella di marcia, oltre al nome, è stata messa nero su bianco.
PAOLO ROMANI
E porterà, nell'arco di pochissimi giorni, alla formazione di un gruppo parlamentare unitario di settantaquattro effettivi tra Montecitorio e Palazzo Madama. Al Senato, verosimilmente già nella prossima settimana, nascerà un gruppo unico, con l'espediente politico di una federazione tra il gruppo parlamentare di Italia viva-Partito socialista italiano (quindici senatori) e la componente del Misto di cui fanno parte gli eletti della forza politica guidata da Giovanni Toti (nove, tra cui Quagliariello, Romani, Sandra Lonardo Mastella e Mariarosaria Rossi).
giovanni toti matteo renzi
Alla Camera i gruppi di Italia viva (ventinove deputati) e Coraggio Italia (ventuno) sono già due e sottoscriveranno una specie di «patto di consultazione»: ci si muoverà, com' era già successo durante i giorni dell'elezione del presidente della Repubblica, quando il piano A era la candidatura di Pier Ferdinando Casini, come un sol uomo.
O quantomeno questa è l'intenzione di partenza. Ma la strategia parlamentare è soltanto un pezzo, e forse neanche il più significativo, dell'intera operazione, che nei sogni dei fondatori di «Italia al centro» punta a occupare uno spazio tra il «campo largo» a trazione Pd-M5S da una parte e i tormenti del centrodestra a tre punte dall'altro.
pierferdinando casini
Renzi e Toti, destinati a prestare il volto a una specie di «federatore a due teste», non hanno intenzione di saltare neanche una tappa della liturgia tradizionale dei partiti. Anche qui le rispettive agende hanno date cerchiate in rosso: il 26 febbraio è in programma l'assemblea nazionale di Italia viva in cui si deciderà l'approdo alla federazione; a seguire, le componenti di Coraggio Italia (da Cambiamo! di Toti a Idea di Quagliariello) faranno i passaggi politici e formali per decidere di conseguenza.
pierferdinando casini
Il resto è una storia tutta da scrivere, che prenderà forma (e avrà un simbolo) soltanto dopo le elezioni amministrative, appuntamento che la federazione centrista affronterà con le liste civiche. L'esordio, quello vero, è in programma alle prossime elezioni politiche. Quando si sarà sciolto anche il dilemma se l'aggettivo con cui chiamarli sarà diventato «italo-centristi», come suggerisce il nome, oppure «centrali», come sognano loro.