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    1. RENZI VOLEVA STRAVINCERE PUNTANDO SULLA PAURA E SU MERCATI INSTABILI. HA PERSO PER LA SUA TRACOTANZA. TRA VIAGGI IN ELICOTTERO E VOLI DI STATO, È ARRIVATO PERFINO A MORTIFICARE IL SUO UOMO PIÙ ILLUSTRE, IL MITE PADOAN 2. DIRETTORI DI TG E QUOTIDIANI 'STOLCHIZZZATI' DA FILIPPO SENSI E SIMONETTA ERCOLANI. EPPURE MATTEO È SICURO DI RISORGERE PARTENDO DA UN 25 PER CENTO DI VOTI PERSONALI


     
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    Luigi Bisignani per Il Tempo  

     

    MATTEO RENZI E ANTONELLA MANZIONE MATTEO RENZI E ANTONELLA MANZIONE

    Renzi voleva stravincere puntando sulla paura e su mercati instabili. Ha perso per la sua arroganza. Tra viaggi in elicottero e voli di Stato, è arrivato perfino a mortificare il suo uomo più illustre, il mite Padoan, facendolo ricevere alcune volte dall’inesperto Segretario generale della Presidenza Paolo Aquilanti, piazzato lì dalla stella che fulgeva a Palazzo in quel momento, Maria Elena Boschi.

     

    Eppure, smanioso di piacere, non coglieva che a Piazza Colonna, la frustrazione degli alti dirigenti si tagliava con il coltello, tutti basiti davanti all'improvvisazione di una 'zarina', tanto lavoratrice quanto contorta e incapace di fare squadra come Antonella Manzione, a capo dello strategico Ufficio legislativo.

     

    RENZI E BOSCHI Tramonti toscani RENZI E BOSCHI Tramonti toscani

    La 'vigilessa' non ha voluto raccogliere attorno a sé alcune delle intelligenze più vive della stessa Presidenza, del Consiglio di Stato e dell'Avvocatura ed i risultati sono ormai sotto gli occhi di tutti. Il Premier, nonostante i faticosi sforzi di raccordo che hanno tentato l’infaticabile Luca Lotti e un abile tessitore come Graziano Delrio, avrebbe dovuto capire che i provvedimenti emessi non dovevano essere solo 'slide' o ‘tweet’, ma atti scritti in modo impeccabile per evitare che Tar, Consiglio di Stato e Corte Costituzionale li bocciassero, gettando nel caos non solo l'amministrazione pubblica ma anche il sistema delle banche popolari.

    PAOLO AQUILANTI PAOLO AQUILANTI

     

    RENZI PADOAN RENZI PADOAN

    Sentenze che sono state dei veri e propri cartellini rossi per una squadra di Governo completamene inadeguata. Da Marianna Madia, responsabile di avergli messo contro il pubblico impiego e l'alta dirigenza, a Beatrice Lorenzin, fino all'inesistente Gian Luca Galletti. Probabilmente la colpa non è neppure loro, ma della ‘velocità’ di un Presidente abituato più a correre che a riflettere, avvezzo a decidere in base soltanto al proprio poderoso istinto, che stavolta però l’ha tradito.

     

    RENZI SENSI RENZI SENSI

    Occorreva che, come predicava invano quel galantuomo del sottosegretario Claudio De Vincenti, i provvedimenti circolassero tra i Ministri e venissero discussi anche nei pre-consigli, convocati solo per pochi minuti e senza che girasse una sola ‘carta’. Un affronto al buon governo anche la malsana abitudine di mettere solo sui monitor dei Ministri i testi da discutere, pochi attimi prima che l'esecutivo si riunisse.

     

    Un metodo che produce confusione su cui, anche volendo, i Ministri non sono in grado di intervenire. O il troppo cincischiare con gli apparati più delicati dell’Intelligence, imponendo nomine clientelari. Renzi non l’ha voluto capire, eppure i segnali c'erano tutti, e ha sfidato il mondo convinto che la sua assillante presenza su tutti i Tg messa in piedi da Filippo Sensi, da Simonetta Ercolani e da un americano strapagato potesse essergli utile.

     

    Alla fine di "Politics", Renzi è andato via con Campo Dall’Orto, il portavoce di Palazzo Chigi, Filippo Sensi e Luigi Coldagelli, capo ufficio stampa della Rai nonché amico di Sensi - Fattoinsider Alla fine di "Politics", Renzi è andato via con Campo Dall’Orto, il portavoce di Palazzo Chigi, Filippo Sensi e Luigi Coldagelli, capo ufficio stampa della Rai nonché amico di Sensi - Fattoinsider

    E' stato un boomerang, così come aver puntato su manager inadeguati, a partire da Antonio Campo Dall'Orto che anziché aprire la Rai al nuovo, l’ha definitivamente affossata. Ma tutti quei renziani dell’ultima ora che già si stanno allontanando tengano a mente che Renzi da ferito è capace di dare il suo meglio. Da Gianni Letta a Fedele Confalonieri, da Denis Verdini allo stesso Sergio Mattarella sono ancora in molti convinti che quei milioni di voti serviranno, se usati senza tracotanza, a battere Beppe Grillo alle prossime elezioni anticipate, già fissate per l’anno prossimo. Forse Matteo dovrebbe riesumare  il suo vecchio #cambiaverso.

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