renzo arbore
La nota Rai: "Per Arbore, affetto e gratitudine"
La Rai ha voluto rendergli omaggio con una nota: “Buon compleanno a Renzo Arbore, con grande affetto e altrettanta gratitudine per aver messo la sua passione, il suo straordinario talento, la sua sconfinata capacità di spettacolo a disposizione della Rai e del pubblico italiano“. Così la Presidente Rai Marinella Soldi e l’Amministratore Delegato Roberto Sergio nel messaggio di auguri rivolto a Renzo Arbore nel giorno del suo ottantaseiesimo compleanno. “Ci auguriamo che Renzo voglia continuare a deliziarci e stupirci con quell’ironia e quel gusto del gioco che hanno contribuito a creare un'immagine del servizio pubblico allegra, festosa e veramente di tutti. La Rai è e sarà sempre la sua casa”.
IL GRANDE AMORE: MARIANGELA MELATO
Estratto da corriere.it
dago arbore quelli della notte
Il grande amore della vita di Arbore è stata l’attrice Mariangela Melato, scomparsa nel 2013. «È stata la donna più importante, mi ha dato la ragione interiore, il significato più profondo della vita personale. Pensavamo di sposarci, poi gli impegni artistici dividono per tanti motivi: lei andò in America, io rimasi a Roma, ci siamo allontanati e ci siamo ritrovati negli ultimi anni con un nuovo fuoco di passione assolutamente ardente». Il matrimonio mancato è un rimpianto ancora oggi: «È stato il grande errore della mia vita. Mia madre mi aveva già preparato i documenti».
RENZO ARBORE
Estratto dell’articolo di Andrea Greco per “OGGI”
arbore e dago il peggio di novella 2000
Il più giovane di tutti gli uomini di spettacolo italiano compie 86 anni. Ironico, colto, leggero, elegante, con i suoi programmi ha rivoluzionato la radio e la televisione, evitando ogni scorciatoia per affidarsi a idee e fantasia.
Renzo Arbore non ci ha mostrato ciò che siamo, ma ciò che vorremmo o dovremmo essere. Inutile cercare nella sua lunga carriera una frase scortese, un attacco personale, una polemica scomposta.
Generoso come pochi altri, ha scoperto e dato spazio a mille volti: da Nino Frassica a Roberto Benigni, da Milly Carlucci a Ilaria D’Amico. Abbiamo sentito alcuni di loro per farci svelare il segreto di Arbore, e tutti sono arrivati alla medesima conclusione. il segreto di Arbore è Arbore.
ANDY LUOTTO
dago arbore quelli della notte
«Come ho conosciuto Renzo, anzi, come Renzo abbia conosciuto me resta un mistero. Era la metà degli anni Settanta e vivevo in un appartamentino nell’estrema periferia di Roma. Un giorno, forse era il 1974, mi arrivò una sua telefonata. Il punto è che io, il telefono, non lo avevo. Infatti chiamò il bar Rico, sotto casa mia, e da lì mi vennero a citofonare: “Andy, viè giù che ce sta un certo Arbore che te cerca”. Ero da poco tornato dal Sudan con una marea di debiti. Ero andato per girare dei documentari ma il mio socio scappò con la cassa, lasciandomi in un mare di guai. Mi mantenevo vendendo sacchetti dell’immondizia nei mercati.
dago, carosone, arbore, premio orso alla cabala
Renzo mi disse in seguito che qualcuno gli aveva raccontato delle mie performance da imbonitore ed era curioso di conoscermi. Dopo quella telefonata scomparve. Passarono un paio d’anni e si rifece vivo, convocandomi per un surreale colloquio di lavoro che ebbe come teatro la sua Fiat 500.
Lo accompagnai prima in banca, poi in lavanderia, scherzammo un po’ e finito il giro decise che io, nel suo nuovo programma, che poi sarebbe stato L’Altra Domenica, avrei dovuto interpretare la parte di un suo lontano cugino italoamericano capace di esprimersi solo con due concetti: “Buono” e “No buono”. Fu un successo clamoroso e una svolta per me. La Rai mi pagava poco, 40 mila lire a puntata, ma grazie a quella visibilità arrotondavo facendo cabaret e ospitate in discoteca. […]
LORY DEL SANTO
isabella rossellini roberto d'agostino renzo arbore
«Ero in un ristorante romano con un amico, una domenica sera, quando mi accorsi che in un tavolo vicino c’erano Renzo Arbore, Roberto Benigni e Luciano De Crescenzo. Appena li ho visti ho cominciato a pensare a una strategia per andarmi a presentare e salutarli. Sapevo che piantare in asso il mio cavaliere sarebbe stato molto maleducato, però era anche un’occasione che non potevo lasciarmi sfuggire. Così mi sono alzata con una scusa e ho abbordato Roberto Benigni: “Salve, si ricorda di me? Al Grand Hotel di Milano le ho recuperato la penna che aveva dimenticato al bar...”.
Forse si ricordava, forse ha fatto finta di ricordarsi, ma comunque è stato gentile: un primo passo lo avevo fatto, così sono riuscita a presentarmi a tutta la tavolata e ho salutato per andare in bagno.
Quando sono uscita ho trovato De Crescenzo lì, davanti alla porta, ad aspettarmi. “Signorina, mi darebbe il suo numero di telefono? Abbiamo dei progetti di lavoro...”. Sembrava una frase di circostanza, e invece dopo qualche tempo Arbore mi chiamò per una comparsata e poi divenni la valletta di Tagli, ritagli e frattaglie. Una volta ho trovato anche il coraggio di confessare a Renzo quanto gli fossi grata: “Senza di te non ce l’avrei mai fatta”. Ma lui anche in quell’occasione fu signorile, dolce. Mi rispose: “Lory, ce l’avresti fatta comunque, non è merito mio”».
renzo arbore mariangela melato
MAURIZIO FERRINI
«Se penso a Renzo mi viene in mente un momento magico: lui seduto nel salotto dei miei genitori in Romagna, con davanti un piatto di tagliatelle. Era andata così: dopo Quelli della notte lui voleva assolutamente essere invitato dai miei per un pranzo romagnolo. Era curiosissimo di conoscere il mio papà, anche perché sapeva che il personaggio che interpretavo era ispirato a lui, tornitore meccanico comunista, onesto e buono fino al midollo, caparbio ma accomodante: proprio da quest’ultimo tratto del carattere distillai il tormentone “Non capisco ma mi adeguo”. […]
NINO FRASSICA
«Ho guardato con attenzione Renzo al lavoro, per imparare e assorbire, e mi sono convinto che il suo segreto sia la musica: lui, qualsiasi cosa faccia, si comporta come un direttore d’orchestra. Di una persona o di uno spettacolo, quello su cui si concentra è il ritmo, il feeling. Sa quando deve far partire un assolo, quando è bene rallentare e quando schiacciare sull’acceleratore.
arbore e l'orchestra italiana
Quando registravamo Indietro tutta! di scritto non c’era nulla, perché non era possibile scrivere quello che voleva da noi, eppure tutto funzionava grazie alla sua sensibilità per l’improvvisazione. Persino il giudizio sulla puntata non era delegato a riunioni e analisi dei dati.
Per sapere se eravamo andati bene o male, appena si spegnevano le telecamere ci guardavamo un istante e sapevamo se eravamo stati da 6 o da 10. Però, credo che alla base di tutto ci sia un meccanismo di selezione: lavora solo con persone che frequenterebbe anche fuori scena, con le quali andrebbe a cena».
GEGÈ TELESFORO
dago arbore
«Il tratto più affascinante, adolescenziale e romantico di Renzo è la sua inossidabile e compulsiva passione per le puttanate, non trovo un altro termine che renda così bene l’idea. È perennemente a caccia di chincaglieria, cibi in scatola, oggetti inutili: quando siamo in tournée lui visita in ogni città negozietti etnici, supermercati e rigattieri alla ricerca di qualcosa da portare a casa. In tanti anni di tour, avendo anche una prodigiosa passione per la cucina regionale, ha tessuto una fitta rete di spacciatori di specialità introvabili che incontra ai margini dei concerti o negli alberghi dove facciamo tappa.
A volte le conseguenze sono disastrose. Anni fa, in Calabria, ritornò in hotel dopo un concerto con due sacchetti di lumache, di cui va ghiotto, recuperate chissà come. La mattina dopo, quando si è svegliato, le lumache erano in fuga per tutta la camera e per recuperarle abbiamo impiegato alcune ore, in una situazione così assurda che non riuscivamo a smettere di ridere. Quando uno pensa al dietro le quinte dei tour di successo immagina donne, feste e champagne. Ecco, quando si sta con Renzo può invece capitare che il backstage sia una titanica caccia alla lumaca, perché quando si lavora con lui bisogna sempre aspettarsi l’inaspettato, e questo lo rende unico e insostituibile».
RENZO ARBORE
MARISA LAURITO
«Sapendo quanto sia scaramantico Renzo, non vorrei che questa raccolta di aneddoti e ricordi lo porti istintivamente a toccare ferro. Quindi come prima cosa gli faccio gli auguri per i suoi strepitosi 86 anni, e brindo a tutte le serate, i viaggi, i concerti e le feste di Natale che abbiamo condiviso. Assieme a Luciano De Crescenzo loro sono stati la mia seconda famiglia, quella i cui membri li scegli per affinità e simpatia.
RENZO ARBORE
Avere amici così, conservare nitida la memoria del viso indolenzito, dal troppo ridere, per giorni e giorni, è stata una grande fortuna. Come si dice a Napoli, tenevamo la capa fresca, eravamo senza pensieri, non c’erano invidie: il successo arrivava da solo, bussava alla porta mentre noi ci divertivamo, non eravamo noi a inseguirlo. Renzo ha tante grandi qualità e un difetto: a volte pretende di insegnarmi come si fanno i piatti napoletani, ma lui è di Foggia, e che ne sa?».
ISABELLA ROSSELLINI
(...) Renzo è fantasioso, pieno di senso dell’umorismo, ma ciò che lo rende unico credo sia questa grazia che rende tutto leggero».
ARBORE SORELLA BANDIERA
ILARIA D’AMICO
«Se non fosse stato per lui farei il magistrato o l’avvocato o chissà. Mancavano quattro esami alla mia laurea quando un amico comune mi segnalò a Renzo, lui guidava Rai International e cercava un volto fresco, nuovo da affiancare a Gianfranco De Laurentis a La Giostra del Gol, indirizzata agli italiani all’estero (...)
marisa laurito renzo arbore gianni mina arbore telesforo verdone garibaldino arbore lucio dalla renzo arbore piero angela renzo arbore foto di bacco (2) renzo arbore foto di bacco (1) nino frassica renzo arbore arbore quelli della notte nino frassica renzo arbore RENZO ARBORE MENO SIAMO MEGLIO STIAMO arbore 55 renzo arbore f.f.s.s., cioe che mi hai portato a fare a posillipo se non mi vuoi piu bene? 2 Gianni Mina con Renzo Arbore, Fiorella Gentile, Michael Pergolani, Maria Gentile, Fabrizio Zampa, Irene Bignardi e Mario Marenco - l'altra domenica