1. RENZO PIANO VUOLE IL ''PRIDE'' DELLE PERIFERIE. POTEVA FARE QUALCOSA MENTRE IL PARLAMENTO SE NE OCCUPAVA
DAGONEWS
renzo piano in senato in una delle rarissime apparizioni
Chi legge oggi l'intervista accorata di Renzo Piano ''Repubblica'' potrebbe pensare che il grande architetto abbia dedicato gli ultimi vent'anni della sua vita al tema delle periferie italiane. Invece il genovese (o meglio, parigino) senatore a vita si è tenuto bene alla larga dal tema quando ne ha avuto l'occasione istituzionale.
Non molti sanno che nella scorsa legislatura (la XVII) era stata istituita la Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie. Nata nel luglio 2016, alla fine del 2017 ha presentato il suo rapporto conclusivo, dopo 13 mesi in cui 20 deputati hanno fatto
''12 sopralluoghi sul campo e 32 riunioni per ascoltare i soggetti coinvolti. Tra questi i comitati dei residenti e le istituzioni presenti sul territorio, come sindaci, assessori, prefetti e questori. Ma anche esperti e analisti competenti sui temi del disagio sociale e della marginalità.
renzo piano in senato in una delle rarissime apparizioni
82 i soggetti istituzionali, gli esperti e le associazioni ascoltati nel corso delle riunioni in commissione. L’indagine ha portato nelle aule parlamentari le testimonianze degli abitanti delle periferie urbane e delle loro associazioni, con 131 incontri sul territorio e 44 in commissione, raccogliendone le istanze e mettendole a confronto con le politiche adottate dai diversi livelli istituzionali.'' (Fonte: Openpolis)
In quel periodo, i componenti hanno contattato l'ufficio del senatore a vita Piano per coinvolgerlo, senza ottenere risposta. Non si è concesso per un'audizione, per una missione, per inviare una riga di testo a supporto dei lavori.
Nell'intervista a Francesco Merlo – dopo aver precisato che ''Non è certo una legge che ho scritto io, e conosco solo una piccola parte dei microprogetti" – aggiunge però che la legge è ''ispirata al mio lavoro di senatore a vita''. Caspita! Eppure dalla sua nomina nel 2013, il suo ufficio a Palazzo Giustiniani è rimasto quasi sempre deserto, e il suo ''lavoro di senatore a vita'' si può riassumere nell'aver sostituito la vecchia scrivania in legno massello con un tavolo di compensato, aver scattato alcune foto con un gruppo di giovani architetti, e nell'aver partecipato a 8 votazioni in 5 anni, ovvero lo 0,04% del totale (17.897).
renzo piano in senato in una delle rarissime apparizioni
Certo, i senatori a vita non devono mica stare lì a fratturarsi le dita per votare tutti i provvedimenti, ma la media di Piano è forse un record storico. Per inciso, nell'attuale legislatura il suo tabellino delle presenze non impegna in complicati calcoli decimali, registrando un rotondo e architettonico zero.
Le attività del gruppo nato nel mitico – forse mitologico – ufficio G124 di Palazzo Giustiniani, composto da architetti stipendiati con il suo stipendio da senatore, sono ferme (secondo il sito) al febbraio 2017. La rivista ''Periferie'' che avrebbe dovuto raccontarne le gesta, sembrerebbe essere uscita in solo numero, nel 2014. Insomma, l'interesse e l'impegno (professionali) di Piano per le periferie non sono in dubbio. La sua dedizione ''istituzionale'', tolti gli slanci iniziali e le photo-opportunity, un po' meno…
in testa all home page del gruppo di renzo piano c e una rivista del 2014
2. PIANO: “TORNATE INDIETRO, PRONTI A ORGANIZZARE UN PERIFERIA PRIDE”
Estratti dall'intervista di Francesco Merlo per ''la Repubblica''
"Voglio cominciare dalla fine e appellarmi al governo, ai deputati della maggioranza, al Parlamento. Ovviamente so che gli appelli sono pericolosi".
Coinvolgono i sentimenti e dunque rischiano la retorica.
"Ma qui non c'è il minimo sospetto di retorica e neppure di demagogia perché queste non sono le grandi opere di cui si sta discutendo in questi giorni, Tav, Tap... Questi sono piccoli progetti, tanti piccoli progetti, circa 120. Proprio il contrario della grandeur. Insomma hanno bocciato quel rammendo delle periferie che gli studenti italiani nel 2014 scelsero in maggioranza come tema della maturità. Il rammendo significa cantieri leggeri, interventi d'amore che riqualificano. Per esempio, una stazione di autobus in periferia è già aggregazione sociale. E i passaggi per i disabili a Milano, l'illuminazione, i marciapiedi ...".
Non hanno bocciato solo 120 miniprogetti, ma un'idea di futuro?
napolitano renzo piano
"Hanno bocciato, spero senza capirlo, la vita associata, la città, e anche il pensiero, che oggi sta di fianco, è laterale e fuori norma, diverso e sorprendente, il pensiero che si spinge oltre il Centro delle abitudini consolidate e dei simboli stereotipati. Hanno bocciato l'intelligenza che oggi è periferia. E posso ben dirlo io che sono nato nella periferia di Genova dove "le montagne - dicevano i rivali veneziani - sono senza alberi e il mare senza pesci".
A Roma, al Tufello...
"... già, ricordi quando siamo andati insieme e abbiamo scoperto che il Tufello affascina gli artisti perché è un luogo dove ancora si costruiscono i sogni? Le città del mondo sono civili perché sviluppano le periferie. A Parigi ho progettato nella periferia Nord il tribunale e nella periferia Sud l'università. E così in America, e dovunque. Quella legge era la premessa a tutto questo. Era infatti una legge di rammendo, poi sarebbero venute le infrastrutture, e gli ospedali, le biblioteche, l'architettura della vita associata".
napolitano renzo piano
Dunque hanno bocciato la civiltà e l'architettura. C'è ancora spazio per un appello pragmatico? Davvero pensi che questo governo possa tornare indietro?
"Sì. Perché nella legge che hanno bocciato c'erano, e lo dico senza ruffianeria, anche i loro valori. Penso, e spero, che non si siano bene accorti di quel che facevano, che non abbiano riflettuto abbastanza, che abbiano pasticciato proprio perché le loro intenzioni erano buone.
Volevano finanziare i Comuni virtuosi e non hanno valutato la gravità del danno che provocavano. Capita, quando si spostano soldi, di fare alla fine più male che bene. Ecco: 'tolgo i soldi alle periferie così aggiusto i tombini del centro' è quanto di peggio si possa fare. E non perché i tombini del centro non debbano essere aggiustati".
(…)
Un danno che senti personale?
renzo piano
"Lì per lì mi sono sentito perso. Poi ho cercato di capire e ho recuperato concretezza e speranza. Non è certo una legge che ho scritto io. E conosco solo un piccola parte di tutti quei microprogetti. Ma so che quella legge è ispirata al mio lavoro di senatore a vita. Quando accettai la carica, e ci pensai molto, lo feci perché speravo di accendere piccoli lumi nelle coscienze. Ebbene, quella legge era un lumicino. Per la prima volta infatti nel nostro paese invertiva la tendenza generale all'indifferenza verso le periferie. Cinque anni fa se ne parlava poco.
Ma io, che me ne occupo da tutta la vita, sapevo che la periferia è la terra di frontiera che accende l'immaginazione, eccita il desiderio, quella vita che sta ai margini della vita ma è più vita della vita. Le periferie sono le città che faremo, quelle che lasceremo, che parleranno di noi. Ad Atene i governanti giuravano di restituire la città migliore di come la prendevano. In greco dicevano "più bella". È il termine giusto".
Ricordo quando arrivasti in Senato e buttasti via l'arredamento di solenne legno scuro portando solo un tavolo rotondo di compensato. Si chiama Progetto G124, dal nome della stanza che ti è stata assegnata a Palazzo Giustiniani.
RENZO PIANO IN BARCA A VELA
"Abbiamo lavorato benissimo con sei giovani architetti".
Ai quali hai destinato il tuo stipendio da senatore a vita. Anche in questo c'è qualcosa di grillino?
"Forse sì, se la logica grillina è quella della cessione del denaro. Voi giornalisti ci avete visto al lavoro. Attorno al quel tavolo abbiamo progettato tanti piccoli interventi, e quel tavolo rotondo ha ispirato quella legge che si chiama appunto "riqualificazione urbana e sicurezza delle periferie"".