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    REPRESSIONE A PIENO REGIME – ALTRI DUE RAGAZZI DI 26 ANNI SONO STATI CONDANNATI ALLA FORCA DAL GOVERNO IRANIANO – TRA DI LORO C’È AMIR NASR-AZDANI, PROFESSIONE CALCIATORE, PUNITO PER AVER PARTECIPATO ALLE PROTESTE PER ROVESCIARE IL REGIME TEOCRATICO DI ALI KHAMENEI – LA NOTIZIA DELL’ARRESTO SAREBBE STATA NASCOSTA FINO A CHE L’ATLETA NON HA PARLATO CON UN SUO PARENTE (CHE È STATO MINACCIATO DI MORTE SE AVESSE SPIFFERATO LA NOTIZIA) – L’ALLARME: DALL’INIZIO DELLE PROTESTE SONO STATI UCCISI 44 MINORENNI…


     
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    Maurizio Stefanini per “Libero quotidiano”

    Amir Nasr-Azadani Amir Nasr-Azadani

     

    Amir Nasr-Azadani, 26 anni, era calciatore. Hossein Mohammadi, anche lui 26 anni, era attore teatrale. Secondo quanto riferisce la Bbc, sono tra i condannati a morte per avere partecipato alle proteste contro il regime iraniano. Amir Nasr-Azadani, sempre secondo la Bbc, è stato accusato di tradimento, dopo essere stato arrestato lo scorso 27 novembre con l'accusa di essere membro di un «gruppo armato e organizzato che opera con l'intenzione di colpire la sicurezza della Repubblica islamica dell'Ira»".

     

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    Secondo il capo del tribunale di Isfahan Asadollah Jafari, l'ex calciatore delle squadre di serie A Sepahan e Tractor è «uno dei nove imputati nel caso in cui tre agenti di sicurezza sono stati martirizzati durante i disordini del 25 novembre». Alcuni ex atleti e calciatori iraniani, tra cui Ali Karimi e Mehdi Mahdavikia, hanno chiesto il rilascio del giovane giocatore.

     

    Secondo IranWire, una delle testate della diaspora iraniana, la notizia del suo arresto era rimasta segreta fino al momento in cui il calciatore non è stato con uno dei parenti di Nasr Azadani ha anche aggiunto che la sua famiglia, ignara dei motivi dell'arresto, era stata minacciata dalle forze di sicurezza nei giorni successivi: qualora avessero reso pubblica la notizia, al 26enne sarebbe stata comminata la condanna più severa possibile.

     

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    L'atleta 26enne, costretto a fermarsi nei mesi scorsi dopo essersi infortunato, ha partecipato alle proteste di Isfahan ma non sarebbe stato coinvolto nell'uccisione di un agente della milizia, fatto per il quale sono state emesse diverse condanne a morte contro manifestanti della città.

     

    L'esecuzione dell'attore Hossein Mohammadi sarebbe imminente, scrive su Twitter il reporter di Bbc Monitoring Khosro Kalbasi Isfahani postando le immagini dell'artista durante uno spettacolo in teatro. Mohammadi è stato arrestato il 5 novembre ed è una delle 5 persone per le quali è stata decisa la pena capitale da un tribunale di Karaj, città nel nord dell'Iran.

     

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    C'è invece speranza per il 23enne Mahan Sedarat Madani, accusato di «aver mosso guerra a Dio» per aver preso parte alle manifestazioni, brandendo un coltello. L'agente Mohammad Reza Qonbartalib, che aveva sporto denuncia contro di lui, ha infatti annunciato su Twitter la «sospensione e il rinvio» dell'esecuzione della condanna a morte per il giovane, che sabato sembrava imminente.

     

    Il poliziotto dopo aver testimoniato contro di lui in tribunale alla notizia della condanna alla pena capitale ha detto di averlo perdonato e che avrebbe cercato di fermare l'esecuzione. La magistratura iraniana non ha però ancora confermato la sospensione della pena. In precedenza l'agente in un altro tweet, poi cancellato, aveva annunciato il rinvio dell'esecuzione di 48 ore. Le due nonne di Mahan Shanno chiesto alle autorità di Teheran di risparmiare la vita del nipote con un video, fatto circolare sui social network.

     

    Ma anche i bambini vengono uccisi nella repressione. Ben 44, secondo una lista che è stata compilata da Amnesty International, con nomi e dati. Oltre 30 di loro, si legge nel rapporto, sarebbero stati uccisi da proiettili sparati al cuore, al capo e ad altri organi vitali.

     

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    Altri quattro sono stati uccisi «da pallini di metallo esplosi da breve distanza; cinque, tra cui una ragazza, sono morti a seguito di pestaggi; infine, una minorenne è morta dopo essere stata colpita al capo da un candelotto lacrimogeno». L'età di 39 delle vittime di sesso maschile andava dai due ai 17 anni; una bambina aveva sei anni, le altre quattro tra i 16 e i 17 anni. I minorenni rappresentano finora il 14% del totale delle persone uccise durante le manifestazioni che scuotono il Paese da mesi, scatenate dalla morte della giovane Mahsa Amini, arrestata a settembre per aver indossato male il velo.

     

    La Corte Suprema dell'Iran ha emesso nei giorni scorsi la sentenza di esecuzione anche di Mohammad Broghani, accusato di «guerra contro Dio» e condannato a morte per la sua presunta partecipazione alle proteste. Gli è stato negato l'accesso ad un avvocato. Lo scrive su Twitter sempre Khosro Kalbasi Isfahani. In un altro messaggio sul social il reporter riferisce che un membro del Parlamento ha protestato per l'esecuzione del manifestante Mohsen Shekar di due giorni fa lamentandone la «lentezza» perché nella Sharia «le esecuzioni devono essere eseguite istantaneamente».

     

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    Evoca quasi una vecchia storia di Paperino in cui il personaggio disneyano finito sotto processo in Asia centrale dopo l'arringa dell'accusa «chiedo la condanna a morte» si sentiva così difendere dall'avvocato: «chiedo che la condanna a morte sia eseguita il più presto possibile per abbreviare al massimo le sofferenze dell'attesa». Purtroppo, però, qua non ci troviamo di fronte a una barzelletta macabra, ma a un regime refrattario a qualunque senso del ridicolo.

     

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    A rischiare la condanna a morte, in totale, sarebbero 24 persone. L'osservatorio per i diritti umani Iran Human Rights Monitor, parla addirittura di 39 persone, di cui fornisce i nominativi. La storia di qualcuno di loro è raccontata sui social, sotto l'hashtag #saytheirname. A parte i già citati, c'è ad esempio Mohammed Ghobadlou: affetto da disturbo bipolare, da settimane lasciato senza farmaci.

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