Paolo Rodari per “la Repubblica”
PADRE GEORG E RATZINGER
La richiesta del cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e consigliere del Papa sui temi economici, rivolta a Benedetto XVI affinché si decidesse a scuse esplicite in merito agli errori commessi quando era arcivescovo in Baviera sono state ascoltate nei giorni scorsi al Mater Ecclesiae, la dimora di Joseph Ratzinger nei giardini vaticani da quando nel 2013 ha rinunciato definitivamente al soglio di Pietro.
JOSEPH RATZINGER NEI GIARDINI VATICANI
La sua lettera di perdono diramata ieri dalla Santa Sede, infatti, è figlia anche della pressione di Marx e insieme del mondo ecclesiale tedesco e della stampa internazionale. Ratzinger fatica a parlare, a novantaquattro anni porta sul proprio corpo i segni indelebili della vecchiaia che avanza, ma è lucido e comprende ogni cosa.
Le sue parole, lette in video dal suo segretario e primo consigliere Georg Gänswein, segnano un primo cambiamento di rotta dopo la decisione di qualche settimana fa seguita alla pubblicazione del report esterno alla diocesi di Monaco di rimandare al mittente tutte le accuse. Adesso il Papa emerito e il suo entourage si sono resi conto che un atteggiamento auto-assolutorio non può più reggere.
stefan oster con ratzinger
E agiscono di conseguenza. Per questo, fra l'altro, in via ufficiale è il Vaticano stesso a riconoscere l'importanza dell'uscita. Lo fa Andrea Tornielli con un editoriale su Vatican News nel quale spiega che le parole di Benedetto sono quelle «di un "umile lavoratore nella vigna del Signore" che chiede sinceramente perdono senza sfuggire alla concretezza dei problemi e invita tutta la Chiesa a sentire come propria la ferita sanguinante degli abusi».
E lo fa il suo ex portavoce, il gesuita padre Federico Lombardi, che commenta come in Ratzinger «il servizio della verità è stato sempre al primo posto. Egli - dice - non ha mai cercato di nascondere quello che poteva essere doloroso riconoscere per la Chiesa; non ha mai cercato di dare una bella immagine falsa della realtà della Chiesa o di quello che avviene. Quindi io ritengo assolutamente che non si possa dubitare in nessun modo della sua veridicità ». La lettera di ieri è un primo passo importante, dunque.
JOSEPH RATZINGER
Di fronte al quale, tuttavia, ancora non tutti sono soddisfatti. Come spiega Hans Zollner, teologo e psicologo tedesco, professore presso la Pontificia Università Gregoriana, preside dell'Istituto di Antropologia e uno dei maggiori esperti mondiali nel campo della salvaguardia e della prevenzione degli abusi sessuali, prima di tutto «andrebbe chiesto alle vittime se della lettera di Ratzinger sono contente oppure no».
Dice: «Non sono il giudice del Papa emerito, ma colpisce che abbia ringraziato prima gli amici e solo dopo le vittime. E che, in una visione più teologica che altro, non ammetta nessuna responsabilità personale e non entri nel dettaglio delle accuse che il rapporto tedesco gli muove in modo particolareggiato».
joseph ratzinger
In sostanza, la scelta di Benedetto XVI di redigere un testo spiritualizzante, in un quadro escatologico sulle soglie dell'ultimo miglio della sua lunga e intensa esistenza, non ha colpito positivamente quel mondo tedesco che chiedeva sì delle scuse ma ben circostanziate, punto per punto.
Se da una parte Marx ha portato il Papa emerito a uscire allo scoperto con una dichiarazione pubblica, probabilmente coloro che gli sono più vicini, fra questi anche i teologi tedeschi esperti di diritto canonico che hanno redatto per lui una difesa a beneficio degli avvocati bavaresi, l'hanno invece convinto a rimanere sul generale, a trattare il tema dall'alto senza entrare nel merito.
BENEDETTO XVI LORENZO FESTICINI
Un approccio che sembra essere ancora figlio di una reticenza mista a impreparazione che ha caratterizzato le vicende ecclesiali in merito ai casi di abusi per tutto il Novecento e oltre, fino al pontificato di Giovanni Paolo II compreso nel quale lo stesso Ratzinger ha giocato un ruolo di primo piano come prefetto dell'ex Sant' Uffizio. Benedetto XVI va oggi per i novantacinque anni. Riceve ancora diverse persone, presuli che gli sono più amici. La strategia difensiva che ha adottato è figlia anche dell'influenza che subisce da queste persone.
benedetto xvi riceve francesco
Recentemente, ad esempio, è stato il cardinale conservatore tedesco Gerhard Müller a dire che «contro Benedetto» è in atto «una campagna di "character assassination" ». E ancora: «Non sono proprio quelli che lo beffavano all'epoca come un panzerkardinal che ora criticano invece la sua mancanza di durezza nei confronti dei criminali, sebbene questi casi non forniscano prove, nemmeno deboli, di cattiva e negligente condotta?»