GIORGIA MELONI E IL CARTELLO ELEZIONI SUBITO
Emanuele Lauria per “la Repubblica”
Il governo a traino Fratelli d'Italia, ormai, è qualcosa di più di un'idea o di una suggestione. È un cantiere aperto, sul quale Giorgia Meloni e pochi fidati consiglieri lavorano da qualche settimana. C'è solo un'architrave, ovviamente, che però con la crisi di mezz'estate e lo spettro delle elezioni anticipate (fortemente invocate proprio dalla deputata romana) assume contorni più definiti. Certo, bisogna andare a votare e il centrodestra deve presentarsi unito e vincere. Ma intanto le chat dei meloniani ribollono di nomi e deleghe.
Tutto ruota attorno a una convinzione di fondo, che è quella che Guido Crosetto, uno dei fondatori di FdI, ha espresso sabato scorso sulle colonne di Repubblica: «Non è che se il centrodestra vince le elezioni propone Paperino per Palazzo Chigi e Pippo come ministro delle Finanze. Nessuno è così scemo da voler prevalere alle urne per essere cacciato subito con i forconi».
Crosetto Meloni
La traduzione è semplice: ai timori esterni per una carenza di classe dirigente - ritenuti assolutamente immotivati in casa Meloni - la leader è pronta a rispondere proponendo agli alleati una squadra composta in buona parte da tecnici di valore, dal volto rassicurante e non accusabili di vieta appartenenza alla Destra. È l'immagine di un "contro governo dei migliori" che Meloni ha tentato di offrire già con gli inviti alla scintillante convention di fine aprile a Milano.
giulio tremonti
Premessa d'obbligo, fatta da chi conosce bene l'ex ministra della Gioventù: la responsabile del partito che nei sondaggi è ampiamente il primo del centrodestra è convinta che, in caso di affermazione elettorale della coalizione con FdI primo partito, la nomination per Chigi spetti a lei. Malgrado le resistenze, su questo tema, di Salvini e Berlusconi.
giampiero massolo foto di bacco
«Però non è del tutto da escludere che Giorgia - dice una fonte non distante dalla leader - faccia alla fine da kingmaker e indichi lei un altro nome, nel caso in cui ritenga che questo nome rappresenti la soluzione migliore per il Paese». In questo scenario, al momento puramente ipotetico, circolano già le ipotesi Guido Tremonti e Crosetto. Difficile il primo, mentre al secondo potrebbero essere proposti altri incarichi governativi di peso: il ministero della Difesa o l'autorità delegata per la Sicurezza.
elisabetta belloni foto di bacco (2)
Gli altri nomi spendibili, per un esecutivo di centrodestra guidato da Meloni (o da una figura a lei non sgradita), sono quelli di esperti che godono del consenso anche di Lega e FdI. Per gli Esteri si pensa a Giampiero Massolo, presidente dell'Istituto per gli studi di politica internazionale e ad aprile nominato alla guida di Atlantia. In alternativa per la Farnesina il nome di Elisabetta Belloni, attuale direttrice del Dipartimento informazioni e sicurezza.
La candidatura di Belloni era emersa anche prima del rush finale di gennaio per il Quirinale, con il sostegno di Salvini e Conte. Per la Giustizia è in pista la soluzione Carlo Nordio: il magistrato è stato uno degli ospiti d'onore dell'assemblea milanese. Per gli Interni un governo di centrodestra potrebbe puntare su Matteo Piantedosi, prefetto di Roma ed ex capo di gabinetto di Matteo Salvini. Idea che piace a quanti vedono con perplessità, o ritengono destabilizzante, un ritorno in prima persona del segretario della Lega al Viminale.
intervento di carlo nordio
Sul canovaccio di un esecutivo "laico" Meloni potrebbe allargare lo spartito ad aree culturali riformiste: di lì la possibilità, suggestiva, di chiedere al sociologo Luca Ricolfi già invitato alla tre giorni milanese di FdI - la disponibilità ad assumere l'incarico del Lavoro.
Mentre per il ministero dell'Economia una gestione al di sopra delle parti, potrebbe essere proposta a Carlo Messina (Intesa) o Domenico Siniscalco, già ministro del governo Berlusconi. E non è da scartare l'ipotesi che in un eventuale esecutivo di centrodestra possa entrare anche un esponente del governo Draghi: il più amato è Roberto Cingolani, titolare della Transizione ecologica.
matteo piantedosi foto di bacco
Solo congetture. Voci che animano le conservazioni di queste ore, negli ambienti di FdI. L'eventuale successo di un centrodestra unito (altra cosa non ancora certa) di certo aprirebbe la strada a trattative fitte fra i partiti. E difficilmente Meloni, Salvini e Berlusconi rinuncerebbero a ministri politici.
La leader di Fratelli d'Italia, ad esempio, potrebbe portare con sé nell'esecutivo il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida (c'è chi ipotizza per lui i Rapporti con il Parlamento) e Giovan Battista Fazzolari, oggi responsabile del programma di FdI. Due uomini di assoluta fiducia di Meloni che non mancherebbero nella nuova fase istituzionale del partito. Ma in queste ore convulse, con Draghi in bilico, il messaggio che passa è quello di un partito che senza cedere agli estremismi e privilegiando le competenze, è pronto a governare. Cancellando l'immagine di una Destra unfit , inadatta al salto di qualità. Chissà se, e quando, questo progetto diverrà realtà.
CARLO MESSINA domenico siniscalco