Michele Boroni per "Il Foglio"
In questi giorni è stata annunciata una piccola rivoluzione sul mercato dei democraticissimi voli low cost. Michael O'Leary, amministratore delegato e padre padrone della compagnia irlandese Ryanair, ha deciso di rimettere in discussione la strategia low cost che lo aveva contraddistinto negli ultimi vent'anni e che si basa sulla totale assenza di servizi accessori gratuiti (no frills), su funzionalità essenziali e regole ferree con l'obiettivo di mantenere i prezzi bassi.
ryanair voli a prezzi bassiUna serie di deroghe per correggere il tiro e venire incontro alla clientela che, negli ultimi mesi, si era un po' disaffezionata alla compagnia aerea simbolo del low cost. Ecco alcune novità: dal 30 novembre per chi acquista il biglietto direttamente sul sito Ryanair lo farà con un numero inferiore di click (oggi ce ne vogliono ben 17) e potrà correggere entro 24 ore eventuali errori di digitazione (nome, rotta, etc...).
Inoltre ridurrà al minimo i tartassanti annunci pubblicitari a bordo nei voli serali e di prima mattina, limitandosi solo a quelli di sicurezza. Dal primo dicembre saranno poi sensibilmente ridotti tutti quei sovrapprezzi per chi ha dimenticato di stampare la carta d'imbarco (da 70 a 15 euro) e le tariffe sui bagagli in più. Infine, sempre dal primo dicembre, sarà possibile portare a bordo oltre al canonico bagaglio a mano - che non può assolutamente superare i rigidi limiti di peso e altezza - anche un secondo piccolo collo a mano (una borsetta da donna o un sacchetto con acquisti in aeroporto).
RYANAIRChi ha viaggiato con Ryanair conosce bene gli psicodrammi che avvenivano in coda al check in e al gate dell'aeroporto per borse in più o troppo pesanti. Molti analisti e osservatori hanno imputato questo cambio di rotta ai conti e ai risultati economici della compagnia.
Se è vero infatti che Ryanair ha archiviato il semestre con un utile netto in aumento dell'1 per cento rispetto allo scorso anno, l'azienda prevede di chiudere il 2013 con un utile netto compreso tra 500 e 520 milioni di euro, contro la precedente stima di 570-600 milioni. Il motivo di questa revisione al ribasso secondo l'azienda riflette "la continua debolezza dei prezzi dei biglietti e della redditività per passeggero".
Certo, le condizioni economiche poco brillanti dei paesi europei e il tasso di cambio euro/ sterlina più basso influiscono, ma ciò accade in tutto il comparto e anche per tutti gli altri competitor. C'è però un fattore che più di altri pesa su quella perdita di redditività per passeggero e sul calo della crescita del numero di passeggeri (49 milioni, aumentato di circa il 2 per cento, dopo anni di percentuali a due cifre), e che non si legge sui bilanci aziendali.
o leary di ryanair.png CALENDARIO HOSTESS RYANAIRSi chiama reputazione - o meglio brand reputation - ed è quel valore immateriale che, nell'èra dei social network e dell'informazione condivisa, costituisce una risorsa fondamentale per l'azienda, garantendo all'azienda unicità e vantaggi competitivi. La reputation non è facilmente controllabile e manovrabile, e viene creata dalle persone, quelli che ancora molti insistono a chiamare consumatori, che diventano i testimoni principali dell'affidabilità di un brand o di un'azienda.
Provate a dare un'occhiata in rete, sui social network e sui siti di recensione tipo Trip Advisor e troverete migliaia di critiche e commenti insoddisfatti sul trattamento riservato da Ryan Air ai propri clienti (basta dare un'occhiata al sito www.ryanairsucks.com). Poi magari i viaggiatori decidono di volare lo stesso con la compagnia irlandese, per gli indubbi vantaggi economici, ma di certo non acquistano tutti i servizi accessori che, nel modello di business low cost, rappresentano il motore della redditività.
ryanair Aereo RyanairNonostante questo leggero cambio di rotta, la strada per Ryanair è ancora lunga. Di recente il Telegraph ha raccolto i principali disagi che lamentano i passeggeri Ryanair tra cui le lunghe e inutili file per l'imbarco, i reclami fatti a vuoto e certe dichiarazioni sgarbate e sessiste di O'Leary. E tutto questo, nell'amplificazione della rete, fa calare inesorabilmente la reputazione dell'azienda e i suoi risultati economici.