STADIO ROMA
Annalisa Cuzzocrea per la Repubblica
I vertici del Movimento 5 stelle continuano a sperare che la vicenda giudiziaria che ha portato in carcere il presidente dell' assemblea capitolina Marcello De Vito non si allarghi. Che i presunti episodi di corruzione restino isolati e non facciano cadere altri pezzi della sempre traballante giunta di Virginia Raggi.
Per ora, non hanno neanche messo in discussione la necessità di andare avanti con il progetto dello stadio della Roma: «Se lo facessimo vi faremmo contenti - diceva pochi giorni fa il senatore Emanuele Dessì ai cronisti - potreste scrivere che non siamo capaci di mandare avanti un progetto pulito». Stessa determinazione, nelle parole del vicecapogruppo alla Camera Francesco Silvestri, referente a Montecitorio per tutti i problemi di Roma Capitale. Ma far finta di niente non sarà facile. Perché ci sono già alcuni consiglieri pronti a dare battaglia sulla procedura. Appoggiati da esponenti M5S che hanno lottato contro il progetto in passato e sono pronti a tornare a farlo.
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Approfittando del voto sulla variante urbanistica previsto in assemblea: una procedura che - secondo i falchi M5S - consentirebbe a Parnasi, a processo per corruzione, di ottenere una plusvalenza di 80 milioni di euro in base al contratto condizionato sottoscritto a Boston con le società del patron della Roma James Pallotta.
stadio della roma
« Più che l' arresto di De Vito, sono le parole del pm Paolo Ielo a metterci in allarme, visto che l' interesse pubblico del progetto potrebbe essere messo in discussione», dice il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Devid Porrello. « Abbiamo già sufficienti elementi per chiederci se abbia senso andare avanti con questa storia. Fermare l' intero progetto stadio non sarebbe una sconfitta, ma la giusta presa di posizione davanti a fatti tutti da chiarire per la tutela dell' amministrazione e del Movimento».
Porrello è vicino a Roberta Lombardi e a quell' ala dei 5 stelle che non ha mai fatto sconti a Virginia Raggi. E che per questo è stata molto attaccata, anche sul blog.
MARCELLO DE VITO ROBERTA LOMBARDI
Le voci tornate a girare su un coinvolgimento dell' ex candidata regionale, alimentate dai nemici interni, sono però smentite dalle carte allegate all' ordinanza che motiva l' arresto di De Vito, a lungo suo braccio destro. L' unica cosa trovata, nelle chat tra l' ex presidente dell' assemblea capitolina e Giulio Mangosi, cugino di Luca Parnasi e responsabile della comunicazione e delle relazioni esterne del gruppo, riguarda un' intervista uscita sul Romanista durante la campagna elettorale di Lombardi per il Lazio. Nulla che in procura abbiano considerato rilevante. Almeno secondo quanto si legge nell' ordinanza dei carabinieri, che dopo aver mostrato qualche chat whatsApp, conclude: « Si precisa che non sono state acquisite evidenze che documentino la consapevolezza da parte di Roberta Lombardi delle attività svolte dalla consorteria capeggiata da Parnasi in relazione alla sua campagna elettorale».
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