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    RETE BUCATA - IL PIANO DI PORTARE INTERNET SUPERVELOCE IN TUTTA ITALIA SLITTA DI UN ANNO, CON OLTRE 6-700MILA FAMIGLIE CHE DOVRANNO ATTENDERE LA METÀ DEL 2025 PER AVERE LA BANDA ULTRA-LARGA - LA CORTE DEI CONTI HA CRITICATO IL "SENSIBILE RITARDO" NELLA REALIZZAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE DIGITALI E HA CHIESTO AL MINISTERO DELLE IMPRESE BY URSO DI "GARANTIRE CHE LE ATTIVITÀ RESIDUE VENGANO REALIZZATE SULLA BASE DI UN'EFFICIENTE PIANIFICAZIONE" - I MOTIVI DEI RITARDI SONO…


     
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    Estratto dell'articolo di Paolo Baroni per "la Stampa"

     

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    Scarsità di manodopera e infiniti intoppi burocratici: per questo il piano per portare la banda ultra-larga nelle cosiddette aree bianche, dove i privati non investono perché per loro non è conveniente, segna il passo. Col risultato che circa 6-700 mila famiglie dovranno attendere la metà del 2025 per poter disporre di una connessione ultra-veloce (1 Giga al secondo) per accedere ai nuovi servizi web. Il ritardo rispetto ai piani iniziali che parlavano di settembre 2024, insomma, è quasi di un anno.

     

    […] Andavano infatti posati circa 90 mila chilometri di fibra e a fine febbraio Open Fiber era arrivata a 76.200 (85% del totale). Per questo la società controllata da Cassa depositi e prestiti (Cdp) che ha vinto le gare, a fine gennaio ha inviato un nuovo piano a Infratel, la società controllata da Invitalia e dal ministero delle Imprese e del Made in Italy che svolge il ruolo di soggetto attuatore del progetto.

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    Stando agli ultimi aggiornamenti, attualmente risulta completata o in via di completamento la copertura di sole sette regioni (Friuli-Venezia Giulia, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata e Sicilia), mentre le altre lo saranno solamente entro la metà 2025. […] I nuovi obiettivi prevedono di raggiungere entro fine anno una copertura pari al 90% dei 7.413 Comuni interessati rinviando poi alla metà del 2025 il completamento della quota residua.

     

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    La Corte dei Conti con una delibera adottata a fine febbraio e resa nota ieri ha stigmatizzato il «sensibile ritardo» nella realizzazione delle infrastrutture digitali legate al Piano Banda Ultralarga (BUL), […] e per questo ha chiesto al ministero delle Imprese di «porre in essere tutte le azioni necessarie a garantire che le attività residue vengano realizzate sulla base di un'efficiente pianificazione». […]

     

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    […] A fine 2023 - evidenzia la Corte - risultavano coperte in Ftth (fibra) circa 3,4 milioni di abitazioni (il 54% del target finale) e 18.616 tra sedi della Pa ed aree industriali (62%), oltre a 437.000 unità immobiliari in fase di collaudo (7%) e più di 2,2 milioni in fase di lavorazione (36%). Lievemente migliori i dati di Open Fiber che sommando fibra e wireless parla di 4,4 milioni di immobili collegati alla banda ultra-larga e quindi «vendibili» a fine 2023 (70% del target) diventati poi 4,54 milioni a febbraio 2024. I ritardi registrati finora – spiega la Corte dei Conti- sono stati governati con il ricorso all'istituto delle penali che, a fine 2023, risultano applicate per un importo complessivo di 54,6 milioni di euro: il 31,8% ha riguardato ritardi nella progettazione definitiva, il 43,3% quella esecutiva ed il restante 24,9% le attività di collaudo.

     

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    Essenzialmente due i motivi del ritardo del piano BUL: la carenza di forza lavoro, che ha inciso in particolare sugli interventi nelle regioni del Centro Nord, ed una grande complessità dell'iter autorizzativo. A rallentare il piano, ricorda il Mimit sul proprio sito, il ritardo nella concessione di permessi e autorizzazioni a livello locale. […]

     

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