Paola Arosio e Gianluca Semeraro per Reuters
paul singer fondo elliott
“No comment” dal fondo Elliott sulle indiscrezioni circa l’acquisto di un 1% di Mediobanca, finalizzato a una operazione più ampia che porterebbe allo scorporo della quota Generali.
Il fondo al momento non ha comunque approcciato Mediobanca, secondo una fonte vicina a Piazzetta Cuccia. “Per ora nessuno si è fatto sentire e la banca non sa quali possano essere le intenzioni [di Elliott]”. “Mediobanca è aperta a dialogare con tutti gli azionisti”, aggiunge la fonte e lo farebbe dunque anche con il fondo Usa se venisse contattata.
Secondo Repubblica, che conferma con “fonti finanziarie autorevoli” un’indiscrezione apparsa sul sito Dagospia, Elliott avrebbe racimolato l’1% di Mediobanca e punta ad arrotondare la quota per riformare la governance di Piazzetta Cuccia e arrivare alla scissione del 13,2% detenuto in Generali. Il quotidiano non esclude che la volontà di Elliott di entrare nel capitale di Mediobanca possa incontrare quella di UniCredit di cedere il suo 8,7%.
GORDON E PAUL SINGER
Mediobanca ha più volte detto che ridurrà la sua quota in Generali al 10% entro la chiusura dell’esercizio a giugno 2019. Il Ceo Alberto Nagel non ha escluso cessioni di quote maggiori a fronte di una grande operazione “transformational”.
jean pierre mustier e beppe sala con elkette l alce peluche di mustier
Fra le opzioni sul tavolo, è stata anche citata la possibilità di un conferimento dell’intera quota Generali a una holding in cui entrerebbero investitori istituzionali con una quota di minoranza.
L’azionariato Generali ha visto nell’ultimo periodo un rafforzamento della compagine italiana, con Edizione e il gruppo Caltagirone che hanno aumentato le proprie quote fra indiscrezioni di una possibile manovra in chiave anti-scalate.
alberto nagel vincent bollore
Più difficile, almeno per il momento, una manovra sul capitale Mediobanca.
I principali soci di Piazzetta Cuccia sono riuniti in un patto di sindacato che vincola il 28,5% del capitale. Il patto scade a fine 2019, ma è prevista in settembre una finestra per le disdette anticipate e le voci di un possibile disimpegno di UniCredit sono ricorrenti sul mercato.
L’ultima dichiarazione pubblica in tema del numero uno di UniCredit, Jean Pierre Mustier, risale a febbraio. “Siamo contenti di essere il primo azionista, ma se il prezzo dell’azione sale, valuteremo una revisione della nostra posizione”, aveva detto, ribadendo che la partecipazione in Mediobanca non è strategica.
Se le azioni apportate all’accordo scendessero sotto il 25% del capitale, il patto si scioglierebbe.
Paolo Scaroni
I titoli Mediobanca e Generali hanno reagito positivamente alle indiscrezioni.