Franco Giubilei per “La Stampa”
IL FRECCIAROSSA CHE HA TRAVOLTO ALESSIA E GIULIA PISANU A RICCIONE
Per dare un'idea della violenza dell'impatto del Frecciarossa contro le due ragazze, il riconoscimento dei cadaveri è stato possibile solo grazie al cellulare di una di loro, ritrovato a centinaia di metri di distanza fra i poveri resti disseminati lungo i binari della stazione di Riccione.
Amiche per la pelle oltre che sorelle di sangue, lo dice la più grande, Giulia Pisanu, 17 anni, attraverso quei confessori pubblici che sono i social, Instagram in questo caso: «Una sorella come migliore amica», per poi aggiungere «a volte credo che mia sorella sia la mia unica ragione di vita».
Ora si tratta di capire cosa sia venuto in mente a lei e ad Alessia, quindici anni, di avventurarsi sui binari senza curarsi dei pochi presenti che urlavano loro: «Fermatevi! Non fatelo!».
ALESSIA E GIULIA PISANU
Quanto fossero consapevoli del pericolo lo diranno gli esami tossicologici, ma un uomo in attesa del treno che le ha incrociate ha raccontato che gli erano sembrate «non in sé». Magari erano stanche, dopo tutto avevano passato la notte per locali, magari hanno semplicemente fatto una cosa stupida, come capita a volte a quell'età e non solo a quell'età, o forse avevano bevuto, ma questo elemento potrà essere appurato solo dagli esami dei medici legali.
GIULIA PISANU
Di certo avevano avuto una serata complicata, come risulta dal racconto di un testimone al Corriere di Romagna: «Stavo caricando il distributore delle bibite, erano circa le 6,30 quando mi si è avvicinata una bellissima ragazza vestita di nero che mi ha chiesto qualcosa, ma ho subito capito che non era in sé.
Mi ha detto che non aveva soldi e che le avevano rubato il telefonino. Successivamente si è allontanata di due metri e si è incontrata con una sua amica (la sorella) vestita con uno spolverino verde e con gli stivali in mano, quando all'improvviso si sono dirette al binario 2 dove era fermo il treno per Ancona.
Quando ho capito cosa volessero fare ho urlato, tutti dietro di me hanno urlato, ho sentito il fischio fortissimo del treno e una botta tremenda. Poi non ho capito più nulla, tutti urlavano».
Il resto è l'orrore di un gesto avventato che in pochi secondi si trasforma in morte, secondo il racconto della barista del bar della stazione al CorriereTv: «Verso le 7 sono entrate qui, era presto, hanno chiesto del bagno ma noi non lo abbiamo il bagno. Poi sono andate via, ho sentito il titolare gridare, ho alzato lo sguardo e ho visto il Frecciarossa arrivare e una delle due ragazze era seduta sui binari mentre l'altra cercava di farla alzare: poi è saltato tutto, tutto».
ALESSIA PISANU
L'urto fortissimo, i corpi che volano via, i primi soccorritori che arrivano sul posto, il traffico ferroviario che si inchioda per ore e lo strazio immenso del padre, Vittorio Pisanu, precipitatosi in stato di choc da Castenaso, nel Bolognese, il paese delle due vittime, accompagnato da due amici.
Le hanno viste ondeggiare, barcollare, andare insieme incontro alla morte con la stessa confidenza con cui condividevano ogni cosa. Ancora i social a testimoniare il dialogo fitto fitto fra sorelle a suon di rimandi alla musica del cuore, fosse Tedua o Jake La Furia. Vacanze insieme in Sardegna, in Costa Rei, dopo la fine dell'ultimo anno scolastico, tutto accompagnato da immagini, come sempre. La più grande studiava a una scuola per parrucchieri, l'altra ragazza frequentava una scuola superiore.
sorelle investite dal treno a riccione 1
Al loro paese le conoscevano tutti e non si capacitano: abitavano in una casa di fronte alla chiesa della piccola frazione di Madonna di Castenaso col padre, titolare di un'azienda di trasporti e traslochi. Una vita simile a quella di molte altre coetanee, nessun disagio apparente. Al dolore di familiari e amici si è aggiunto il cordoglio delle istituzioni locali: per la sindaca di Riccione, Daniela Angelini, «è stato un brutto risveglio, è sconcertante quello che è accaduto, lo dico come mamma prima ancora che come prima cittadina.
sorelle investite dal treno a riccione 2
È una disgrazia che tocca gli animi e i sentimenti di tutti». Ora tocca agli investigatori, che si serviranno anche delle immagini della videosorveglianza per ricostruire le cause dell'incidente: «È troppo presto per poter parlare di dinamica», avverte il questore di Rimini, Rosanna Lavezzaro. Il fatto che siano scivolate è dato per improbabile, sembra plausibile invece che si sia trattato di un attraversamento incauto dei binari. Quel che è certo è che l'incolpevole macchinista si è visto comparire davanti una delle ragazze, poi l'altra, tentando una frenata impossibile.
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