LA MOSTRA ALLA FONDAZIONE PRADA
https://www.fondazioneprada.org/project/recycling-beauty/
fondazione Prada Recycling Beauty
“Recycling Beauty” è un’inedita ricognizione dedicata al tema del riuso di antichità greche e romane in contesti post-antichi, dal Medioevo al Barocco. Una mostra a cura di Salvatore Settis e Anna Anguissola con Denise La Monica il cui progetto allestitivo è ideato da Rem Koolhaas/OMA.
La premessa di questa ricerca è la necessità di considerare il classico non solo come un’eredità del passato ma come un elemento vitale in grado di incidere sul nostro presente e futuro. Attraverso un innovativo approccio interpretativo e una modalità espositiva sperimentale, il patrimonio antico, e in particolare quello greco-romano, diventa, per usare le parole di Settis, “una chiave di accesso alla molteplicità delle culture del mondo contemporaneo”.
fondazione Prada Recycling Beauty
“Recycling Beauty” intende focalizzare l’attenzione sul momento in cui il pezzo antico abbandona la propria condizione iniziale o di rovina e viene riattivato, acquistando nuovo senso e valore grazie al gesto del riuso.
fondazione Prada Recycling Beauty
Evidenziando l’importanza dei frammenti, del riuso e dell’interpretazione, “Recycling Beauty” contribuisce a considerare il passato come un fenomeno instabile in costante evoluzione. La mostra ospita oltre cinquanta opere d’arte altamente rappresentative provenienti da collezioni pubbliche e musei italiani e internazionali come Musée du Louvre di Parigi, Kunsthistorisches Museum di Vienna, Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, Musei Capitolini, Musei Vaticani e Galleria Borghese di Roma, Gallerie degli Uffizi di Firenze e Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Quirino Conti
RICICLANDO LA BELLEZZA DEL PASSATO
Quirino Conti per Dagospia
“Si dice che il presente sia l’epoca dell'ermeneutica. Non perché soltanto oggi si pratichi l’interpretazione (l’atto elementare del nostro rapporto con il mondo). Ma, al contrario, proprio perché oggi abbiamo una più lucida consapevolezza di questo suo carattere di necessità universale. In questo senso la filosofia attuale è ampiamente pensiero ermeneutico.” (Antonio Bonora)
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Cosicché, mentre sui sette colli ci si trastulla ancora nelle solite asperrime spremiture di Arte Contemporanea (“Più sono brutti, più piacciono”, Pablo Picasso), nell'efficiente seppur tristissima Milano della Moda, per la seconda volta si sperimenta davvero, con un segnale di maturità critica senza precedenti. E proprio sui materiali che, praticamente estranei alla capitale lombarda, a Roma avrebbero dovuto essere pane quotidiano e linguaggio comune.
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Dunque, per la seconda volta con Salvatore Settis e la regale committenza di Miuccia Prada, dando conto – in un allestimento già di per sé esemplare – di quale inesauribile bacino di complessità ereditata sia l'Antico: in questa davvero nuova occasione come recupero e riciclo di se stessa.
Di modo che il ruolo che spetterebbe per natura all'Urbe viene assunto (o per meglio dire scippato) dalla metropoli meneghina, divenuta un rinato, singolarissimo Winkelmann pur tra freddo aziendalismo e dura imprenditorialità.
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Ancora una volta merito dello Stile e della Moda – come in una rinata Firenze medicea –, con Giorgio Armani che, già al colmo della gloria, profetizzava di non potersi in alcun modo immaginare con il suo lavoro ospite della Capitale, tra tanti stimoli archeologici. Il suo milanesismo era dunque anche una presa di distanza dall'euforia del rudere.
Ora, nello stupore di ogni genere cosiddetto stilistico – e con le morigerate giacche del mistico Formigoni ancora nella memoria!-, proprio lì, con l'imprevedibile svolta di Prada, si sta da tempo frequentando davvero felicemente la Modernità senza prevenzioni o mefitiche ossessioni di antiprovincialismo estetico.
fondazione Prada Recycling Beauty
Dunque, ecco Recycling Beauty, con preziosi esemplari di antichità (riciclate) che inutilmente hanno continuato a splendere sotto gli occhi di studiosi locali con tanto di incarichi ufficiali, appassionati unicamente di cortocircuiti e confronti con ogni genere di forzatura purché remunerativa e snob, senza un briciolo di autenticità appunto ermeneutica.
In una stagione senza più committenti credibili e nella quale neppure la cattolicità sa più essere appaltatore, se non degli impressionanti occhioni musivi dell'onnipresente padre Rupnick. Una specie di ubriacatura fumettistico-giapponesizzante da incompetenza e inadeguatezza. Dopo l'ultimo sprazzo di vitalità religiosa dato dai monocromi di Mark Rothko e dalla sbandata formale di Twombly per il Pulsone della chiesa dei Filippini.
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Sarà per mancanza di fede o di finalità, certo è che Roma, neppure con il suo impareggiabile cardinal Ravasi, riesce più a leggere i segni dei tempi.D'altro canto, come non restare di stucco di fronte ai guizzi segnaletici dell'ambiente, specie delle frequentatrici del corner artistico capitolino?
Curatrici, direttore o galleriste, storiche o semplici ricche velleitarie à la Madame Verdurin, promotrici di sé con quell'aria ermetica di non voler dire le ragioni di se stesse e dei propri protégé locali. Incomparabili per nichilismo deliberato, e mai una sola volta per onestà e competenza.
Franceschini, Prada, Settis
In tenuta da raccogliticcio stilistico raccattato per due lire da qualche amica: divorziata, ora stilista, specializzata in pulloverini troppo scollati e gonnelle traballanti, di ispirazione malamente Miu Miu.Per non dire di giovanottoni eternamente trentenni appassionati solo di stracci e di caste single vestite per non piacere che a loro.
fondazione Prada Recycling Beauty
E così, dopo la discussa operazione Torlonia, Milano si pappa Settis con Prada generosa equilibrista di una bellezza nuova su basi promozionali addirittura archeologiche. Pertanto, mentre con la prima esplorazione dell'Antico ci si sbalordiva di fronte alle sue più diverse scale e ai suoi più diversi ridimensionamenti, qui, ora, si è alla ricerca di un riciclo materiali (per tonnellate di marmo) che sul Campidoglio e in molti cortili aristocratici dovrebbero essere di casa.
Miuccia Prada e Patrizio Bertelli
Bellissimo. Del resto, con il professor Settis non si scherza. Dalla Normale a Miuccia Prada, altro che la Rometta (“fracassona e provinciale”, Truman Capote), di casa nostra, e le più seriose sciocchezze spacciate per cultura: tanto per organizzare un buffet e, con un bicchiere in mano, meritarsi una citazione del solito carnet giornalistico.
fondazione Prada
Ah, il ricordo di Giuliano Briganti!