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    RICORDATE LA DENUNCIA DI ABUSI SESSUALI MOSSA DA UNA SUORA AL PRETE PSICOLOGO, PADRE GIUSEPPE SALONIA? IL CASO È CHIUSO: LA DENUNCIA DELLA RELIGIOSA E’ ARRIVATA FUORI TEMPO MASSIMO, OLTRE I 5 ANNI DAI FATTI CONTESTATI - PADRE SALONIA HA NEGATO LE VIOLENZE ANCHE SE NELL'INTERROGATORIO HA CONFERMATO DI AVERE AVUTO IN PASSATO UNA RELAZIONE CON UN'ALTRA SUORA, SUA EX PAZIENTE


     
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    Franca Giansoldati e Giuseppe Scarpa per www.ilmessaggero.it

     

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    Per la giustizia italiana la storia è risolta. Prosciolto. Padre Giuseppe Salonia – il prete psicologo accusato di molestie da una suora che aveva in terapia dal 2009 al 2013 – è stato scagionato. I suoi avvocati si sono battuti per il «non luogo a procedere per la tardività della querela e perché il fatto non sussiste». I magistrati hanno accolto solo la prima ipotesi, quella relativa ad una denuncia arrivata fuori tempo massimo. «Querela tardiva – scrive il giudice Daniela D'Auria – il merito della questione oggetto del procedimento non può essere esaminato».

     

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    Nella sentenza si legge che la «natura abusiva delle condotte poste in essere da Salonia (secondo quanto sostenuto dalla suora) era stata percepita dalla denunciante solo nel settembre 2017» quando suor Lucia – il nome è di fantasia – aveva preso coscienza, secondo la versione offerta dalla religiosa, che «non esistono terapie psicologiche che prevedono contatti intimi tra psicoterapeuta e paziente, e che questi sono severamente vietati non solo dal codice penale ma anche dalle regole deontologiche». Sicché per la legge la denuncia della religiosa essendo tardiva decade. «E' da considerarsi tale in quanto sporta dopo oltre 5 anni dai fatti».

     

    Dal punto di vista giudiziario l'epilogo è chiarissimo. Il frate è stato sgravato da ogni imputazione eppure questa è una storia che lascia dietro a sé una scia di dubbi, soprattutto se si mettono a confronto le due narrazioni: la posizione della suora e quella del religioso. Le loro versioni per come affiorano dalle carte, dagli interrogatori, dall'incidente probatorio e, in ultima istanza, dalla sentenza che dal punto di vista tecnico – ripetiamo- scagiona pienamente padre Salonia, sono totalmente divergenti.

     

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    Il fatto è che suor Lucia, come ha spiegato lei stessa nell'incidente probatorio, per lungo tempo era come paralizzata, prostrata, indebolita. Incapace di reagire e mettere a fuoco. Ed è per questo che ha impiegato parecchio tempo a realizzare che la terapia psicologica corporale sfociata in atti sessuali che le sarebbe stata praticata era una violenza. Nell'incidente probatorio suor Lucia ha raccontato la sua versione. «Mi prenderò cura di te».

     

    «Quando il corpo impara poi non dimentica più» si sentiva dire dal frate terapeuta.

    Davanti ai magistrati il religioso non ha mai deflettuto e ha sempre rigettato la versione della suora. Anche se nell'interrogatorio ha confermato di avere avuto in passato una relazione con un'altra sua ex paziente, che chiameremo suor Anna, e che proprio questo era stato denunciato in Vaticano.

     

    Nell'interrogatorio ha spiegato di avere però anche parlato personalmente con il Papa «moltissime volte» a Santa Marta, poiché erano arrivate contro di lui delle lettere che contenevano imputazioni imbarazzanti sul suo passato e che queste false accuse lo avrebbero ostacolato a diventare vescovo.

     

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    Dalle carte si legge che Un giorno Papa Francesco lo chiama e gli dice, secondo la versione di Salonia. «Abbiamo delle lettere che parlano di abusi e di altre cose». Aggiungendo: «sai ti massacrano». Salonia prosegue: «Il Papa dopo 10 minuti capisce subito che sono calunnie, perché lo dice lui. Mi aggiunge: Io capisco che ce l'hanno con te e ti massacreranno coi i giornali anche se non c'è niente di vero. Poi ad un certo punto alcuni vescovi insistono. Santità non possiamo chiudere il discorso di non consacrarmi? Allora il Papa dice: Organizza. Il Papa aggiunge: queste lettere rendono difficile consacrarti, anche se non c'è niente di reato».

     

    Il Papa lo aveva nominato tre anni fa vescovo ausiliare di Palermo. La nomina era stata annunciata poi era stata ritirata all'ultimo senza spiegare il motivo. Padre Salonia incontra a Palermo Papa Francesco nel 2018 quando va in visita pastorale in Sicilia. Un incontro brevissimo organizzato dal vescovo Lorefoce. Nel frattempo padre Salonia riprende la sua attività di conferenziere, professore universitario, terapeuta. Pubblica anche articoli sull'Avvenire e libri con la Libreria Editrice Vaticana.

     

    PADRE GIOVANNI SALONIA PADRE GIOVANNI SALONIA

    Suor Lucia, invece, si chiude in un silenzio doloroso anche perchè in Vaticano il procedimento avviato sulla sua denuncia va avanti ma a farne le spese pare sia solo un frate siciliano che aveva accusato padre Salonia per degli abusi sulla suora. Per l'avvocato del frate, il penalista Pierpaolo Dell'Anno «la vicenda di Padre Salonia può forse inquadrarsi all’interno delle lotte intestine Vaticane suscitate dalla sua nomina a Vescovo ausiliario di Palermo. In questa ottica Padre Salonia legge la denuncia presentata dalla Suora.

     

    PADRE GIOVANNI SALONIA PADRE GIOVANNI SALONIA

    La tesi sostenuta dalla religiosa viene totalmente sconfessata dal Gup di Roma. È impossibile - sottolinea il penalista - vista l’assoluta carenza di deficit cognitivi e le (asserite) doglianze manifestate dalla stessa religiosa nel corso della terapia, che la stessa abbia preso cognizione più di 5 anni dopo il termine della terapia, di una qualche indimostrata (o meglio indimostrabile) commissione di atti sessuali contro la sua volontà e tale accertamento d’impossibilità è stato correttamente effettuato dal Gup con una decisione invero apprezzabile e che mette in luce, a parere di chi scrive, dei chiari profili di inattendibilità della denunciante».

     

     

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