CARLO NORDIO SERGIO MATTARELLA
1 - PAROLA AL COLLE
Estratto dell’articolo di Ugo Magri per “la Stampa”
Riassorbite le 17 ore del volo di ritorno dall'America Latina, Sergio Mattarella ha iniziato a studiare il testo della riforma Nordio: una decina di articoli varati a metà giugno dal Consiglio dei ministri, passati ai «raggi x» dalla Ragioneria generale (mancavano alcune coperture finanziarie), approdati con forte ritardo al Quirinale mentre il presidente ancora si trovava in Cile.
giorgia meloni carlo nordio
Legittimo a questo punto chiedersi se e quando Mattarella autorizzerà il governo a presentare il testo davanti alle Camere: domanda che si giustifica alla luce dalle tensioni scatenate dal disegno di legge dove si cancella il reato di abuso d'ufficio, si stringono le maglie delle intercettazioni, si frena l'applicazione delle misure cautelari, viene vietato il ricorso in appello contro i proscioglimenti da certi reati. […]
quest'attesa su cosa farà il presidente, se firmerà o meno il ddl della discordia, viene liquidata sul Colle con vivo stupore. Sorprende lassù che non si colga la differenza tra i decreti legge (destinati a entrare immediatamente in vigore) e i propositi di riforma racchiusi in un disegno di legge. Nel primo caso il controllo presidenziale è sempre stringente perché, una volta emanato, il decreto può avere conseguenze gravi e irreparabili; più d'una volta un decreto legge è stato rispedito al mittente.
mattarella csm
Nel caso dei ddl (come appunto la riforma Nordio) si tratta invece di proposte rivolte al Parlamento che deciderà con calma, magari non prima di avere riscritto l'articolato da cima a fondo (tra parentesi: è lo stesso esecutivo, talvolta, a cambiare in corso d'opera). In teoria potrebbe perfino accadere che, strada facendo, la voglia di riforma sfumi e non se ne faccia più niente. Insomma, obiettano i giuristi di casa al Quirinale, la controfirma presidenziale ai disegni di legge è praticamente un obbligo costituzionale, tant'è vero che in 75 anni di Repubblica non è mai stata negata; il capo dello Stato potrebbe mettersi di traverso soltanto se il disegno di legge fosse (o apparisse) francamente eversivo.
GIORGIA MELONI CARLO NORDIO
Ma allora, se firmare è quasi un atto dovuto, come mai Mattarella non se ne libera in fretta? Per quale motivo intende dedicarci, a quanto risulta, i prossimi giorni? […] la risposta ha molto a che fare con la «moral suasion» quirinalizia, vale a dire con l'arte di suggerire, consigliare e a volte limitare i danni senza darne pubblicità. Qualora dall'esame della riforma emergessero problemi di costituzionalità, ad esempio, si può star certi che il presidente troverebbe un modo di farlo presente al governo affinché vi metta riparo. Ultimo dubbio: se Mattarella firmerà la riforma Nordio, significherà che è d'accordo col contenuto? Niente affatto, rispondono gli addetti ai lavori. Autorizzare il Parlamento a discuterne non implica alcuna condivisione, nel bene e nel male.
2 - TEMPI LUNGHI LA RIFORMA SLITTERÀ ANCORA
Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “la Stampa”
FABIO PINELLI E SERGIO MATTARELLA
Sarà perché dopo la tempesta della settimana scorsa, un po' da tutte le parti si invoca una tregua. E la classica "pausa di riflessione", in attesa che si pronunci il Quirinale, chiamato in causa soprattutto dai magistrati contro riforme considerate "punitive", e attualmente alle prese con il testo della "mini" riforma Nordio, approvata in Consiglio dei ministri dopo la morte di Berlusconi. "Mini" nel senso che tra i temi discussi in questi giorni, a cominciare dalla separazione delle carriere, e quelli messi per iscritto nel testo uscito da Palazzo Chigi c'è un notevole divario: l'argomento più contestato, dalle toghe, ma paradossalmente più facile da far passare in Parlamento, grazie al consenso che trova anche nelle file dell'opposizione, è l'abolizione del reato di abuso d'ufficio, mentre è prevedibile battaglia nelle aule per la limitazione delle intercettazioni e per le modifiche all'avviso di garanzia.
magistrati inizio anno giudiziario
[…] a Palazzo Madama in commissione la riforma non arriverà prima della fine del mese. E tra audizioni, urgenze varie (decreti legge) che prevalgono sul lavoro dedicato ai normali disegni di legge, e vacanze dei senatori, non si entrerà nel vivo prima di settembre. In Parlamento giacciono anche quattro proposte di legge che riguardano la separazione delle carriere: in questo caso si tratta di modifiche costituzionali, che richiedono il percorso rafforzato previsto dall'articolo 138 (quattro votazioni a intervalli non inferiori a tre mesi e referendum se l'approvazione non avviene con una maggioranza di due terzi). Insomma […] la giustizia, dopo i fuochi di luglio, tornerà ad essere uno dei tanti disegni di legge sommersi tra le carte delle Camere. […]