Estratto dell’articolo di Marco Marozzi per il “Corriere della Sera”
Maurizio Zanfanti - zanza
«Un benefattore», si illumina l’architetto Luca Tausani, creatore di discoteche, colui che tramutò la luciferina Baia degli Angeli di Gabicce nella pacificata Baia Imperiale. Volare con Zanza, il più grande amatore della storia in bikini? «Un mito. La pubblicità di un tempo che fu. Come il Paradiso sui colli di Covignano, la discoteca da cui Umberto Eco paragonava Rimini a Los Angeles. Da anni cade a pezzi», filosofeggia Franco Sangiovanni, scrittore della Dolce Vita che dal Pavaglione di Bologna correva fino a Riccione.
[…] appare il fantasma benigno della Rimini capitale mondiale delle vacanze: Maurizio Zanfanti in arte Zanza, colui che amò «almeno seimila turiste», morto a 63 anni nel 2018, mentre faceva l’amore con una fanciulla assai più giovane. «Caduto sul lavoro», lo onorano al Gran Caffè Vergari, via Rimini, Riccione, dove superstiti latin lover si riuniscono per giocare a carte.
Maurizio Zanfanti Zanza
Zanza è la riviera che sognava di potere tutto. I pullman dai paesi scandinavi arrivavano fin davanti ai locali dove lavorava. Carichi di ragazze. Zanza era il «buttadentro». La sua mamma, Teresa Succi, ha chiesto di ricordarlo: Rimini gli dedichi una strada, almeno una targa. Ha aiutato tanto il turismo».
«Mi sembra troppo poco — rilancia Giuliano Lanzetti, figlio di Walter, il padrone del Blow up, il piccolo night dove lavorava Zanza —. Ha dato un contributo fondamentale. Non solo nei suoi trent’anni di attività: ancora oggi registi, documentaristi e inviati mi chiamano per farmi raccontare la storia di Maurizio. Gli venga dedicata una statua o un busto, sono pronto a pagarla di tasca mia, da erigere nella nuova rotonda di Bellariva che è ancora senza nome».
Maurizio Zanfanti Zanza
L’Arci Gay non ci sta. «È un mito da cui Rimini deve staccarsi», dice. La riviera della politica rimugina, Riccione è commissariata, Rimini cerca di conciliare simboli anche popolani con la grande storia di Fellini. Tutti parlano di «qualcosa da inventare per rilanciare il turismo».
Il Blow up è chiuso, scantinato buio e intrigante, Tausani voleva farci una parete su Zanfanti, «un maestro, tanti lo hanno seguito imitato, era il dopo Vitelloni». Un’epoca è finita come per l’elegante Embassy dove furoreggiava Silvio Berlusconi. Gli anni d’oro si sono ristretti anche per le discoteche sui colli. Zanza è rimasto nella leggenda.
Maurizio Zanfanti Zanza
«Aveva cominciato a 15 anni — sospira Ivano Moscato, amico di sempre —, aveva imparato le lingue nei locali, poi era andato in Svezia, Norvegia, Finlandia, si era perfezionato. Era portato. Trattava bene le donne. Era gentile». Ai giornali locali arrivano ancora lettere di protesta perché la parrocchia dove aveva fatto cresima e comunione non lo aveva voluto per il suo funerale. La Curia riminese fu costretta a un comunicato per spiegare che era stata la scelta di un prete singolo. «Italienischer Papagallo machte amore mit 6.000 fräulein» titolò la Bild .
«Una statua sarebbe un richiamo potentissimo anche per il turismo», sogna l’amico «Coccola». «Un pierre unico, uomo di pubbliche relazioni senza saperlo, che ha reinventato il mito delle riviera quando dopo i vitelloni anni 50-60 sembrava dominio dei ricchi bolognesi», storicizza il colto Tausani. […]
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