1 – GOVERNO, PROVE DI RIMPASTO TRIA VERSO L' ADDIO A GENNAIO LA LEGA VUOLE I TRASPORTI
Ilario Lombardo per “la Stampa”
tria cerca le coperture
T utto ruota intorno a Giovanni Tria. A quello che farà o a quello che non farà il ministro dell' Economia. A Palazzo Chigi, sponda M5S, sono abbastanza certi: andrà via, dicono, a inizio gennaio.
Si dimetterebbe dopo il bombardamento durato mesi che i grillini hanno scatenato contro i suoi uomini al Tesoro, nonostante alla fine sia riuscito a portare i gialloverdi su posizioni meno esplosive sul deficit. Un risultato che potrebbe anche bastargli per avere l' onore delle armi all' indomani dell' approvazione della manovra. È la scommessa dei 5 Stelle. Di certo, come ha confidato ad amici parlamentari, non reggerebbe un' altra sessione di bilancio di fuoco come questa.
MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE
Dal destino del ministro dell' Economia dipende il resto del rimpasto che da ieri non è più un tabù, visto che, al netto di una diplomatica smentita, anche Giuseppe Conte ieri l' ha evocato, auspicando che sia «condiviso e che non destabilizzi l' esperienza di governo». Il premier non parla a caso anche quando affronta l' ipotesi del «tagliando» del contratto tra Lega e M5S. Il tema c' è e se ne parla a Palazzo Chigi. I prossimi mesi saranno cruciali per gli equilibri di governo, appeso alla prospettiva di una probabile affermazione del Carroccio nel voto europeo.
tria zzzzz
Grillini e leghisti devono trovare nuove ragioni per stare insieme, temi su cui riscrivere il patto per rendere più lunga la vita dell' esecutivo. Ma soprattutto i 5 Stelle sentono l' urgenza di un cambiamento in corsa nella speranza di gestire il successo di Salvini. In questo quadro non deve apparire troppo strano che sia il M5S a spingere per un rimpasto light, mentre la Lega sembra più fredda e vorrebbe rinviare tutto a dopo le urne. «Non c' è fretta» va ripetendo Salvini consapevole che l' effetto domino che innescherebbe l' abbandono di Tria farebbe emergere i reali contrasti di una convivenza sempre meno facile.
conferenza stampa di fine anno di giuseppe conte 6
La preda ambita dal Carroccio è quella che dal primo giorno in cui è nato il governo, Salvini si è lasciato sfuggire. Un ministero economico che paradossalmente non sia il Tesoro. Come all' origine dell' esperienza sovranista, la Lega punta alle Infrastrutture, in subordine allo Sviluppo economico, anche se sa bene che è al limite dell' impossibile smembrare il superministero che Luigi Di Maio si è cucito addosso. L' obiettivo è la poltrona di Danilo Toninelli, il ministro che è stato più volte messo nel mirino.
DANILO TONINELLI
Con il maxi piano di investimenti promesso dal governo, il 2019 sarà un anno in cui si giocherà molto sul piano infrastrutturale. Ma proprio per questo, e perché il 2019 è anche l' anno della ricostruzione del ponte di Genova, né Conte né Di Maio vogliono cedere una casella tanto fondamentale. Piuttosto il M5S è disposto a lasciare alla Lega il dopo Tria. Un' offerta che però non alletterebbe troppo Salvini, non ora e non in queste condizioni. Entrambi, grillini e leghisti, considerano infatti il Tesoro "commissariato" dal Quirinale. La Lega otterrebbe al massimo un tecnico di area, o come dicono i 5 Stelle, «un altro Tria».
il ministro elisabetta trenta (3)
Meglio le Infrastrutture allora, sta ragionando Salvini, una vera e propria cabina di regia per recuperare le simpatie delle imprese che considerano una disgrazia la rimessa in discussione delle grandi opere come il Tav. Ma i nomi in ballo per il rimpasto non si limitano solo a Toninelli e Tria. Non è in cima alla lista ma Savona, insoddisfatto per un negoziato con l' Ue che ha un po' sgonfiato a colpi di spread le sue teorie, potrebbe andar via.
Di Maio, poi, ormai fatica a nascondere la distanza da Elisabetta Trenta, la ministra della Difesa che piace poco ai grillini, almeno a quelli che ricordano le battaglie antimilitariste del M5S. Salvini invece sarebbe pronto a rinunciare al suo fidatissimo Lorenzo Fontana, piazzato senza troppo entusiasmo alla Famiglia. Il leader lo vorrebbe sul campo per le Europee. Grazie alla sua lunga esperienza all' europarlamento dove ha costruito un' importante rete di contatti, il vicepremier lo considera il più adatto per mettere in piedi l' internazionale sovranista.
2 – TONINELLI, LEZZI E TRENTA MINISTRI A RISCHIO «RIMPASTO»
Pasquale Napolitano per “il Giornale”
conte tria moavero 1
Al netto della precisazione di Palazzo Chigi, dopo le parole del premier Giuseppe Conte (sulle possibilità di un rimpasto e di un tagliando al contratto), l' ipotesi di rivedere la squadra di ministri è sul tavolo del governo. C' è un primo nodo da sciogliere: i tempi. L' idea del M5S è di accelerare: incassato il voto sulla manovra, i grillini vorrebbero rimescolare le carte nell' esecutivo con due-tre cambi. Ovviamente, prima del voto alle europee, che potrebbe cambiare gli equilibri nella maggioranza gialloverde.
toninelli esulta
L' obiettivo è arrivare con l' accordo chiuso alle elezioni, senza poi dover riaprire le trattative. Dal proprio canto, la Lega vuole attendere l' esito della tornata elettorale prima di ridiscutere la squadra di governo. È chiaro che un successo elettorale del Carroccio rimetterebbe in gioco anche la poltrona di Conte a Palazzo Chigi. Ma soprattutto un' affermazione del centrodestra aprirebbe a nuovi scenari. Prima o dopo le Europee, le poltrone che scottano si conoscono.
lezzi
I ministri bocciati sono noti. Nella pattuglia pentastellata sono tre le teste che potrebbero saltare: Danilo Toninelli, Elisabetta Trenta e Barbara Lezzi. Il ministro del Lavoro e Sviluppo economico Di Maio vorrebbe affidare al fidatissimo, Riccardo Fraccaro, ora ministro per Rapporti con il Parlamento, la guida delle Infrastrutture e dei Trasporti al posto di Toninelli. L' attuale titolare dei Trasporti verrebbe retrocesso in Parlamento.
danilo toninelli gianfranco battisti
Ma l' opzione Fraccaro, molto stimato anche negli ambienti leghisti, è valutata anche per un eventuale cambio al ministero della Difesa: la Trenta non ha convinto Di Maio. A traballare c' è anche la poltrona del ministro del Sud, Barbara Lezzi: l' ala vicina al presidente della Camera Roberto Fico vorrebbe sostituirla con Carla Ruocco, presidente della commissione Finanze alla Camera dei Deputati. Se non salta il ministro Lezzi, la Ruocco è in pole per sostituire Laura Castelli, sottosegretario all' Economia.
TONINELLI NELLA TRASMISSIONE ALLA LAVAGNA
Scalpita per entrare nell' esecutivo il prof Andrea Roventini, scelto da Di Maio, inizialmente, per la guida del ministero dell' Economia. Ma al momento la poltrona di Giovanni Tria è blindata. Così come quella del ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi: sedia su cui ha fatto un pensierino Alessandro Di Battista. Il Dibba per ora non entrerà nella squadra di governo.
laura castelli by gian boy
Si profila per lui un ruolo diverso, all' interno del M5S: un po' garante, un po' leader. Fuori, dunque, dal Palazzo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ne vuole sapere di cambi alla Farnesina e al ministero delle Finanze: quelle caselle non si toccano.
Tra i parlamentari, Francesco Silvestri, Gianluigi Paragone ed Emilio Carelli vorrebbero un posto nel governo. Ma ad oggi sono la seconda scelta. Punterebbe, invece, a un rafforzamento del suo incarico, Vincenzo Spadafora, sottosegretario con delega alle Pari opportunità. Forte anche di un rapporto con il presidente Conte, che si consolidato molto negli ultimi tempi. Anche la Lega valuta la sostituzione di un paio di ministri: le poltrone in bilico sono quelle di Lorenzo Fontana, ministro della Famiglia e Disabilità, ed Erika Stefani, ministro per gli Affari regionali. Due ministri che nei primi mesi non si sono distinti per grandi meriti. Matteo Salvini vorrebbe promuovere qualche giovane deputato.