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Daniele Banfi per "www.salute.eu"
Superare senza troppi problemi Covid-19 è innanzitutto una questione di sistema immunitario. Purtroppo però quando passa il tempo le nostre difese perdono di efficienza. Non è un caso che la letalità per coronavirus, al netto di altre patologie concomitanti, sia maggiore più si è in là con gli anni. Un fenomeno che può anche inficiare l'efficacia dei vaccini. Ecco perché oggi sono sempre più numerosi gli studi in cui si stanno testando possibili farmaci 'anti-aging' capaci di 'ringiovanire' il sistema immunitario per meglio farlo rispondere a infezioni e vaccinazioni.
Quando le nostre difese perdono colpi
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Che la vecchiaia porti con sé una più blanda risposta immunitaria agli agenti esterni non è di certo una novità. Ciò che sta emergendo sempre di più in questi ultimi anni è che nelle persone anziane la “composizione” della miriade di componenti cellulari del sistema immunitario varia notevolmente rispetto ad un adulto in salute. Con il tempo infatti le quantità circolanti nel sangue di cellule T “naive”, quei particolari linfociti in grado di produrre le cellule della memoria immunologica che ci consento di ricordare e rispondere ad un determinato patogeno, diminuiscono progressivamente.
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Questo è vero anche per i linfociti B, le cellule del sistema immunitario deputate alla produzione degli anticorpi. Già queste due caratteristiche sono sufficienti per spiegare una risposta meno efficace. A complicare e peggiorare la situazione ci si mette anche l’infiammazione.
Non è un segreto che con l’invecchiamento le cellule del sistema immunitario producano in maniera costante molecole infiammatorie. Un fenomeno che gli scienziati chiamano inflamm-aging, una blanda infezione cronica che di fatto disturba il corretto funzionamento del nostro sistema di difesa e diminuisce l’efficacia delle vaccinazioni.
La risposta degli anziani ai vaccini
Queste caratteristiche preoccupano in maniera non indifferente gli scienziati che stanno testando i vaccini per Covid-19. Paradossalmente infatti gli anziani, la categoria che avrebbe più bisogno del vaccino, potrebbero essere quelli in cui la vaccinazione funziona meno. I dati a tal proposito sono provvisori: se da un lato alcuni vaccini -come mRNA-1273 di Moderna- sembrano indurre una risposta immunitaria identica in adulti e anziani, dall’altro BNT162b2 di Pfizer parrebbe “funzionare” meno negli individui anziani.
Una delle possibili soluzioni per ovviare a questa minore risposta potrebbe essere quella -comune ad altri vaccini- di utilizzare una maggior quantità di antigeni e di adiuvanti (molecole che stimolano la risposta immunitaria). Soluzioni che però non risolverebbero il problema alla radice.
Ringiovanire il sistema immunitario
Il vero problema dunque è far tornare indietro le lancette dell’orologio, almeno quelle del sistema immunitario. Riuscirci non è semplice ma qualcosa comincia a muoversi. La chiave di tutto potrebbe essere la proteina mTOR. Studiando in generale l’invecchiamento è stato scoperto che inibendo la funzione di questa componente cellulare alcuni animali di laboratorio vivevano più a lungo.
Non solo, bloccando l’attività altri studi, seppur su un limitato numero di persone, hanno dimostrato -questa volta nelle persone anziane- una miglior risposta alla vaccinazione antinfluenzale. Un effetto possibile grazie all’utilizzo di alcune molecole come il farmaco sperimentale RTB101, la rapamicina e la metformina. Quest’ultima, utilizzata soprattutto nei pazienti diabetici, potrebbe tornare utile in caso di Covid-19 se si considera che uno studio cinese ha mostrato che la mortalità tra le persone ricoverate che assumevano metformina era inferiore rispetto a quelle che non assumevano la molecola in questione.
Tutto rimane ancora da decifrare e dimostrare, soprattutto nel meccanismo d’azione. Ciò non toglie che l’attenzione a queste molecole capaci di interferire con mTOR in ottica di contrasto all’infezione da coronavirus stia progressivamente aumentando.
Non solo Covid-19
Ma il progressivo interesse verso i meccanismi di potenziamento del sistema immunitario dei più anziani non sarà utile solo contro Covid-19. Poter raggiungere questo risultato potrà portare ad un miglioramento nella risposta a molti altri agenti infettivi e -sembra difficile da credere- anche nella lotta al cancro.
Se da un lato un sistema immunitario più efficiente è in grado di individuare le prime cellule tumorali ed eliminarle, dall’altro molecole capaci di dare una scossa alle nostre difese potrebbero aumentare l’efficacia dei farmaci immunoterapici.
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