Gigi Moncalvo per “la Verità”
SERGE DE PAHLEN - MARIA CON LA FIGLIA ANASTASJA - MARGHERITA AGNELLI
Un infarto e altri due mesi di sofferenza e lontananza per la madre e per i suoi due bambini. Rinvio e prossima udienza fissata al 29 maggio. Il giudice di pace del distretto svizzero di Morges, Vèronique Loichat Mira, ha accettato la richiesta dell' avvocato Matthieu Genillod di Losanna, che rappresenta Maria de Pahlen, la prima dei cinque figli di Margherita Agnelli e del suo secondo marito, Serge de Pahlen nella causa in cui i genitori chiedono che venga ritirata la patria potestà alla figlia sui suoi due bambini, Anastasja e Serghiey, che i nonni hanno in custodia da sette anni. Il legale ha parlato di gravi difficoltà di salute della sua cliente a causa di un infarto sopravvenuto nei giorni scorsi.
MARIA DE PAHLEN
Un dettagliato rapporto medico stilato a Tbilisi, e tradotto in inglese, attesta «l'impossibilità di viaggiare a causa del grave stato di salute». L'avvocato aggiunge che, data la situazione, i medici gli hanno perfino impedito di comunicare con Maria per non aggravare le sue condizioni. Infine, Genillod sottolinea che la sua cliente attribuisce un' importanza fondamentale alla procedura in corso e all'autorità del Tribunale, e non intende assolutamente accettare che le venga revocata l'autorità materna sui suoi due figli. Pertanto desidera far valere appieno i suoi diritti di madre davanti all' autorità dei giudici, che ringrazia per la comprensione.
Durante l'udienza è emerso che Maria qualche giorno fa ha inviato una lettera personale al giudice di pace, presidente della corte. Si tratta di un documento riservato che non è stato letto in aula. Un aspetto positivo è emerso: per la prima volta Maria ha difeso le sue ragioni, non si è fatta schiacciare e mettere nell' angolo, ha cominciato a reagire smettendo di subire. A questo certo ha contribuito l'articolo della Verità che ha portato alla luce la segretissima vicenda e anche un ignoto finanziatore che le ha consentito di trovare, e pagare, un buon avvocato svizzero che per la prima volta la difendesse con decisione e saggezza.
margherita agnelli serge de pahlen 1
Sul fronte di Margherita Agnelli, i suoi due rappresentanti in Italia, il procuratore speciale Roberto Cattro di Torino e l'avvocato Dario Trevisan di Milano, non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione sulla delicata vicenda. Il legale - che tra l'altro batté l'Ifi, la cassaforte del gruppo Fiat, in una vicenda legata alla vendita della Toro assicurazioni - è colui che si occupa sul fronte italiano dell'azione attivata in Svizzera da Margherita Agnelli nei primi mesi del 2018 per chiedere che vengano dichiarati nulli gli accordi stipulati con sua madre Marella nel febbraio 2004.
MARGHERITA AGNELLI
Sulla base di due pareri dei più importanti giuristi di Zurigo e Basilea, sembra siano stati trovati alcuni «errori sostanziali» contenuti negli accordi che farebbero propendere per le tesi di Margherita. Il che significherebbe che John Elkann, in caso il Tribunale di Ginevra decidesse in tale direzione, dovrebbe restituire alla madre le azioni di controllo di «Dicembre», «Accomandita Giovanni Agnelli», e di converso anche quelle di società che allora si chiamavano Ifi e Ifil (cioè l'attuale Exor) e Fiat (e quindi Fca).
Un autentico terremoto, dunque, anche perché John dovrebbe restituire le azioni al valore elevato di oggi e non a quello irrisorio (si fa per dire) di 15 anni fa. Si tratta di una causa destinata ad avere grosse ripercussioni, basti pensare a quel che accadrebbe in borsa, specie dopo la morte di Marella Agnelli che ha nominato i tre nipoti Elkann eredi universali dei suoi beni (all'estero, poiché in Italia la defunta aveva solo usufrutti che sono venuti meno con la sua morte e sono andati a favore della figlia, come indicato nel testamento di Gianni).
MARGHERITA AGNELLI E I DE PAHLEN A CALVI
A John è andata la villa di St. Moritz appartenuta all'ex Shah di Persia (John aveva già provveduto ad ampliare la proprietà nel corso degli anni acquistando terreni e chalet), a Lapo è toccato un piccolo ed elegante chalet all'inizio della salita che porta al villone del fratello, a Ginevra la nonna ha lasciato la villa di Lauenen nell'Oberland bernese.
Per il riad di Marrakesh - che appartiene alla società Yuki, in omaggio al nome dell'adorato cane giapponese di Marella di razza akita, simile al famoso Hachiko - la questione è nelle mani del re del Marocco, Muhammad VI, che è proprietario di ogni bene nazionale, specie se si tratta di una grande riserva d'acqua come quella di Ain Kassimou. Sembra che Ginevra Elkann, presidente di Yuki con sede in Lussemburgo, sia riuscita a ottenere dal sovrano la proroga della concessione sul riad per altri cinque anni.
JOHN ELKANN E DONNA MARELLA
Per quanto riguarda il punto più scabroso, e cioè la causa pendente in Svizzera sulla nullità degli accordi, Margherita avrebbe attivato l'avvocato Trevisan per vedere se esiste una possibilità di mediazione con suo figlio John, il quale avrebbe tutto l'interesse a far ritirare la causa. Ma da Torino sarebbe arrivato un secco rifiuto. John, che è assistito dall'avvocato «storico» di sua nonna, Carlo Lombardini di Ginevra, facendo questa mossa ha chiuso ogni spazio alle trattative: infatti sa bene che Lombardini, che fu uno dei fautori ed estensori di quegli accordi del 2004, non accetterebbe mai di ammettere che quei documenti presentavano, secondo gli odierni legali di Margherita, presunti errori formali. Tutto in alto mare, dunque.
john elkann