Federico Capurso Niccolò Carratelli per “la Stampa”
Giuseppe Conte Angela Merkel al castello di Meseberg
I dati dei contagi in risalita, le nuove strette sulle discoteche e le previsioni dell'Oms su una nuova e più pericolosa ondata in autunno, irrompono nel governo terremotando un dossier fragile come il cristallo: il Mes. Il reggente del Movimento 5 stelle Vito Crimi non vorrebbe nemmeno rispondere all'invito recapitatogli dal segretario del Pd Nicola Zingaretti, in un passaggio della lettera pubblicata ieri su questo giornale, ad attivare immediatamente la nuova linea di credito europea.
«Sono stufo di ripetere le stesse cose due o tre volte - avrebbe confidato Crimi ad un membro dell'esecutivo che lo ha raggiunto telefonicamente in Trentino, dove sta passando le ferie -. E questa sarebbe la decima occasione in cui direi che non lo accetteremo».
vito crimi
Ma nel silenzio in cui si chiude tutto il resto del partito si nasconde il timore crescente di non poter più opporre giustificazioni ideologiche e resistere alle pressioni, se l'Italia piomberà nuovamente nell'incubo Covid, quando tutti, intorno ai grillini, chiederanno interventi ingenti e immediati sulla sanità pubblica. Paure, queste, che prendono forza nelle parole di Paola Taverna, unico esponente M5S a ribadire il suo "no" a Zingaretti: «Parlare di Mes dopo aver ottenuto 209 miliardi con il Recovery fund è come guardare il dito quando qualcuno ti sta indicando la Luna.
VITO CRIMI GIUSEPPE CONTE
La priorità oggi è mettere in campo tutte le misure necessarie per contenere i contagi da coronavirus, come questo governo sta facendo, e usare nel modo migliore le ingenti risorse che sono state già stanziate per la sanità». Il problema è lì, perché potrebbero non bastare le misure di contenimento, così come potrebbero non essere sufficienti le risorse stanziate finora sulla sanità, se la curva dei contagi tornerà ad impennarsi.
Perché, come le risponde un big M5S - a patto dell'anonimato per evitare di alimentare polemiche interne - «si può avere fiducia negli argini di un fiume, ma non si può mai pensare di controllarlo del tutto». Il Movimento si aggrappa al bordo di un lenzuolo sempre più logoro, tenuto dal premier Giuseppe Conte che si è detto finora contrario all'utilizzo del Mes, ma se ne chiedessero l'attivazione altri paesi europei come la Spagna, stretta da una nuova impennata di contagi, e aumentasse il pressing anche in Italia, l'orizzonte di palazzo Chigi potrebbe cambiare.
paola taverna
E anche nel Movimento continua a crescere la fronda di chi, come il viceministro della Sanità Pierpaolo Sileri, i deputati Giorgio Trizzino e Sergio Battelli o il senatore Emanuele Dessì, nutre dei dubbi sul muro alzato dal proprio partito e vorrebbe almeno aprire una discussione interna. Del resto il Mes resta un tema divisivo anche all'interno del centrodestra, con Forza Italia da sempre favorevole ad attivarlo, mentre Lega e Fratelli d'Italia sono contrari.
ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO
«Mi auguro che in caso di una nuova ondata gli ospedali siano pronti - dice il vicepresidente azzurro Antonio Tajani - i soldi del Mes servivano a questo, nessuno ha voluto ascoltarci. Dagli errori del passato si costruiscano le soluzioni». Duro invece Matteo Salvini: «Il fatto che Zingaretti tifi Mes è la dimostrazione che il Mes sarebbe una sciagura - attacca - da lui non accettiamo lezioni,l'unica materia in cui eccelle è l'uso di soldi pubblici per acquistare mascherine che poi non arrivano». Stessi toni dal capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, che nel ribadire il no al Mes punge sulla decisione di chiudere le discoteche: «Vogliono mette in ginocchio il turismo e continuare a devastare interi settori economici - dice - l'unica cosa da chiudere è questo governo».-